Capitolo 41 - Caterina's pov

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Lunedì ventisei giugno.

Il primo mese estivo stava ormai per volgere al termine e a me mancavano solamente tre esami prima di laurearmi. Non vedevo l'ora di togliermi quel pensiero, e quasi ogni volta in cui ero in pausa dallo studio mi capitava di soffermarmi a pensare a una possibile vacanza che io e Piero avremmo potuto fare una volta finita l'università. Magari a Londra, città che desideravo tanto visitare, oppure anche una semplice settimana a Taormina, nella nostra amata Sicilia. Mi sarei accontentata di qualsiasi cosa, purché festeggiassimo insieme.

Proprio quella mattina avevo un appuntamento con alcune mie compagne di corso per ripassare economia aziendale tutte insieme a casa di una di loro. Fortunatamente io mi trovavo a buon punto, e avrei aiutato volentieri le altre qualora si fossero trovate più indietro.

Mentre camminavo verso casa della mia compagna di corso decisi di fermarmi a fare colazione nel mio bar preferito, e fu proprio lì che venni a conoscenza di qualcosa che avrei preferito non sapere. Seduto in un angolo, Lorenzo stava parlando al telefono, e quando mi parve di sentire il nome di Piero drizzai le orecchie.

«...Ah sì, a quanto pare ieri sera è toccato a Piero pulire l'ufficio di Venditti. ... Sì, sì, sono assolutamente d'accordo e lo sai. Venditti è stato fin troppo buono per tutti i problemi che gli hanno causato. Hanno mentito a tutti, ed è giusto che paghino.»

Alzai un sopracciglio, confusa, per poi dirigermi verso il bar e ordinare un cappuccino con cornetto. Una volta ritirato il mio ordine andai a sedermi vicino a Lorenzo, con la scusa di volerlo salutare, per cercare di capirci qualcosa.

«Lorenzo!»

«Ehi, Cate! Colazione fuori oggi?» mi chiese.

Annuii. «Sto andando da Laura, ripassiamo per l'esame.»

«Ah, bene. È sempre utile confrontarsi con gli altri» sorrise gentilmente il mio compagno di corso.

«Già. Comunque, ho una domanda... Spero di non essere inopportuna.»

Avevo intenzione di arrivare dritta al punto.

«Dimmi pure.»

«Ecco, vedi... Poco fa, mentre entravo, ti ho sentito fare il nome di Piero, e poi hai parlato di qualcosa tipo un torto che hanno fatto a Venditti...»

Lorenzo mi interruppe. «Ma come, non ancora lo sai?»

«Cosa dovrei sapere, scusa?» Ci stavo capendo sempre di meno, non sapevo cosa pensare.

«Hai presente tutte le rapine che si sono susseguite in questi mesi nella Banca d'Italia?»

Annuii titubante, con una punta di ansia.

«Bene. Abbiamo scoperto i responsabili.»

«Oh, fantastico! Finalmente!» sorrisi sollevata, per poi tornare seria. «Ma in tutto questo cosa c'entra Piero? Perché deve pulire lui l'ufficio di Venditti?»

Lorenzo sospirò amareggiato, lo vedevo inspiegabilmente in difficoltà. «Ecco... Qui viene il bello. Se vogliamo definirlo bello.»

«Lorè, mi stai mettendo un'ansia assurda!» sbraitai. «Ti supplico, parla!»

Vidi il mio amico prendere un altro respiro profondo. «S-sai... Chi sono i responsabili?»

«Chi sono?» lo incitai, sempre più confusa.

«Gianluca, Ignazio... e Piero.»

A quell'affermazione sputai di getto la mia bevanda e guardai Lorenzo stralunata, per poi scoppiare a ridere.

In questo mondo di ladriWhere stories live. Discover now