Capitolo 13 - Venditti's pov

225 35 13
                                    

Mi svegliai all'improvviso prima ancora di sentire la sveglia suonare con la sensazione che qualcosa non andava, e sapevo perfettamente cos'era quel "qualcosa".

Scesi dal letto, mi vestii in tutta fretta, uscii di casa e mi diressi di corsa alla banca come se ne dipendesse della mia vita.

Al mio arrivo e ancora prima di scendere dalla macchina ebbi la conferma della spiacevole sensazione al mio risveglio. Trovai di fronte alla banca Shelby con l'aria sconvolta e Mengoni invece con l'aria preoccupata, e prima che lui potesse cominciare a parlare lo feci io.

«Non devi dirmi niente, immaginavo che ci sarebbe stata un'altra rapina questa notte.» Lui mi guardò stupito. «Diciamo il mio sesto senso... Hanno agito con lo stesso modus operandi di sempre?»

Shelby non riusciva a parlare, perciò cominciò Mengoni. «Sì, hanno disattivato tutti gli allarmi della banca e anche le telecamere a circuito chiuso, con la solita rapidità hanno preso i soldi e non hanno lasciato tracce. Adesso credo che sarebbe meglio chiamare subito la polizia.»

Con un cenno della mano lo interruppi. «No Marco, niente polizia, fino ad ora non mi sembra che abbiano concluso qualcosa. E comunque devi stare tranquillo, prima o poi commetteranno un passo falso.»

Mengoni mi guardava con l'aria di chi era caduto dalle nuvole. «Su questo concordo con te. Ho totale fiducia in te, e se questa è la tua decisione allora va bene.»

«Sono felice che tu sia d'accordo con me e della fiducia che mi concedi.»

All'improvviso sentii il cellulare vibrare nella mia tasca. Lo tirai fuori dalla tasca, vidi che Giacchetti mi stava chiamando e ignorai la chiamata.

«Scusate, ma devo andare. Un contrattempo a casa, ci vediamo più tardi.» Senza tante cerimonie mi allontanai, ma sentivo su di me gli occhi di Mengoni che mi seguivano. Marco era l'unico dipendente a sapere dell'investigatore privato, benché non lo avessa ancora conosciuto e non sapesse ancora niente di lui.

Mi dispiaceva nascondere a tutti il piano che avevo in mente ma, come mi aveva detto l'investigatore, avrebbero potuto anche esserci dei complici nella banca... Anche se questa eventualità non mi piaceva affatto.

Perso nei miei pensieri mi accorsi di essere abbastanza lontano dalla banca, e allora richiamai Giacchetti.

«Buongiorno signor Giacchetti, ho visto la sua chiamata. Ci sono stati dei progressi riguardo alle indagini sulle rapine e i relativi responsabili?»

«Diciamo di sì, signor Venditti. Per sua fortuna proprio ieri sera avevo lasciato due dei miei collaboratori appostati davanti alla banca tutta la notte, e anche se non sono riusciti a identificare i ladri hanno notato una macchina con i finestrini oscurati e due persone totalmente vestite di nero e con i volti coperti. Ma la cosa più strana è che i ladri per entrare non hanno disattivato gli allarmi, e questo rafforza ancora di più la mia tesi del complice all'interno della banca.»

Le parole di Giacchetti mi mandarono in confusione. Non ci voleva proprio... E se davvero uno dei miei dipendenti fosse stato complice della banda di rapinatori?

«Allora cosa mi consiglia di fare a questo punto?» ribattei.

«Pensavo di aspettare ancora un po', ma ormai non si può più aspettare. Devo attuare il piano di cui avevamo discusso durante il nostro primo incontro.»

Titubante per un attimo, ci riflettei su. Giacchetti si sarebbe finto un mio nuovo dipendente.

«Va bene, prima si inizia meglio è.»

«D'accordo. Prima comincio, prima posso ispezionare l'ambiente e farmi un'idea generale sui dipendenti e sui potenziali sospetti.»

«Perfetto. Come si dice, che lo spettacolo abbia inizio. A più tardi.»

Riagganciai e feci ritorno alla banca con la speranza che magari le cose avrebbero potuto finalmente girare per il verso giusto.

Entrando non rivolsi la parola a nessuno e mi chiusi nel mio ufficio aspettando che Giacchetti arrivasse, non senza essere un po' nervoso.

Trassi un profondo respiro e dopo un po' mi diressi fuori dall'ufficio, attirando l'attenzione di tutti i dipendenti per dare loro la notizia.

«Scusate un attimo, ascoltate un attimo tutti quanti. Ho un annuncio da fare: oggi arriverà il signor Alberto Rossi e da oggi lavorerà con voi. Vi chiedo solo di farlo sentire il benvenuto e di farlo sentire parte della nostra famiglia, perché è questo che siamo, e ora più che mai dobbiamo essere uniti. Grazie per la vostra attenzione.»

Tutti i dipendenti cominciarono ad applaudire e questo gesto semplice e inaspettato mi fece veramente piacere.

Proprio in quel momento la porta della banca si aprii all'improvviso e vidi Giacchetti entrare, in perfetto abbigliamento casual.

«Ora bando ai convenevoli» ripresi, dirigendomi verso di lui «Desidero presentarvi il vostro nuovo collega Alberto, sono sicuro che lavorerete bene insieme.»

Fui sollevato nel vedere come tutti gli diedero un caloroso benvenuto e di come Giacchetti entrò bene nella parte fin da subito. Avevo avuto davvero un colpo di fortuna nell'averlo trovato e assunto.

In quel frangente rientrò nella stanza anche Marco, il quale si era allontanato un attimo per andare in bagno. Non appena notò la presenza di Giacchetti-Alberto, però, sbiancò in volto e in una frazione di secondo la sua espressione passò da serena a scioccata.

«Tutto bene, Marco?» gli domandai, preoccupato da quella sua inaspettata reazione.

Lui sembrò ricomporsi, dopo aver emesso un gran sospiro. «S-sì. Tutto a posto, non preoccuparti.»

«Ne approfitto per introdurre anche a te il vostro nuovo collega, Alberto Rossi» continuai, rivolgendo uno sguardo a Giacchetti.

«Salve.» Bofonchiò Marco con voce piatta, per poi tornare immediatamente alla sua postazione di lavoro senza neanche presentarsi al nuovo arrivato.

Giacchetti lo salutò con un cenno della mano abbozzando un sorrisetto che non riuscii a decifrare se lasciasse trasparire comprensione o astio a prima vista. Decisi però di lasciar perdere le mie paranoie e rimettermi subito al lavoro: confidavo nella professionalità e nella bravura dell'investigatore che avevo assunto, e mi auguravo che presto la situazione della banca sarebbe tornata sotto controllo.

[Scritto da Vannyg88 feat. ilvolosvoices]

***

Vanessa aveva già scritto questo capitolo prima che la mia amica scrivesse il capitolo 10, pertanto ho dovuto modificare la parte finale per evitare incongruenze.

Ed ecco che Marco si è ritrovato Giacchetti nella sua banca sotto una falsa identità... Come reagirà ora?

Se il capitolo vi è piaciuto non dimenticatevi di lasciare una stellina e/o un commento :)

Grazie a tutti e a venerdì prossimo! ❤


In questo mondo di ladriWhere stories live. Discover now