Capitolo 16 - Caterina's pov

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«Si può sapere per quale motivo vai in giro con una banconota da cinquecento euro?»

Si era accidentalmente creata una situazione davvero strana, diciamo misteriosa e imbarazzante al tempo stesso. Era decisamente insolito che uno studente universitario di ventitré anni andasse in giro con una somma di denaro così alta, per di più di sera!

Dopo avergli posto quella domanda vidi Piero esitare un attimo, quasi come se volesse nascondermi qualcosa.

«Ecco, ascoltami amore... Quei cinquecento euro mi sono stati regalati da una mia zia paterna per Pasqua, li avevo messi nel compartimento degli spiccioli e sono due settimane che mi dimentico di cambiarli in pezzi più piccoli» si giustificò con voce ferma.

Decisi di credergli, o perlomeno momentaneamente. Dopotutto mi ero sempre fidata di lui, eravamo sempre stati sinceri l'uno con l'altra, per quale motivo avrebbe dovuto mentirmi proprio allora?

«Ok, scusami per aver dubitato di te.»

Piero sorrise e mi appoggiò una mano sulla spalla. «Tranquilla, tesoro. Ti riaccompagno a casa.»

Prima di prendere sonno, nonostante tutto, quella notte rimasi a pensare a ciò che era successo fuori dalla gelateria. Cercavo di scacciare via l'ipotesi che Piero mi avesse detto una bugia, ma senza riuscirci: lo avevo visto un po' troppo agitato nel momento in cui gli avevo rivolto quella semplice domanda.

***

Il giorno seguente, prima di recarmi all'università, pensai di approfondire l'argomento con la mia coinquilina Francesca. Era un peccato che non frequentassimo la stessa facoltà, lei era davvero una delle mie più care amiche... Per fortuna vivevamo insieme!

Non appena ci svegliammo entrambe e ci dirigemmo in cucina per la colazione iniziammo a parlare del più e del meno, finché lei non mi rivolse la fatidica domanda.

«Com'è andata ieri sera?»

Ecco, com'era andata? Non avrei saputo dirlo nemmeno io. In quel momento decisi di confidare a Francesca tutto quello che pensavo riguardo all'episodio della sera prima, in modo da avere anche la sua opinione.

«Bene, diciamo. La serata è andata bene come al solito, ma Piero... Non so, mi è sembrato strano.»

«Strano in che senso?» si incuriosì Francesca.

«Vedi, dopo aver finito di cenare ci siamo spostati in gelateria. Alla cassa, mentre Piero frugava nel portafoglio per cercare degli spiccioli, gli sono caduti cinquecento euro» spiegai, confusa.

La mia coinquilina sbarrò gli occhi. «Cinquecento euro? Proprio una banconota?»

Annuii silenziosamente e proseguii il mio racconto. «Non trovi anche tu che sia strano che uno studente di ventitré anni, di sera, vada in giro con così tanti soldi?»

«In effetti un po' sì...» ammise.

«Ecco. Allora la cosa più naturale che mi è venuta da fare è stata quella di chiedere spiegazioni a lui... Ma Piero, alle mie parole, mi è sembrato cambiare subito espressione, come se avesse avuto qualcosa da nascondere. Qualcosa che non avrebbe dovuto fare, insomma.»

«E cosa ha risposto?»

«Mi ha detto che quei soldi gli erano stati regalati a Pasqua da sua zia paterna, e che si era dimenticato di cambiarli in pezzi più piccoli» tagliai corto.

Francesca sospirò pensierosa, prendendo un biscotto per intingerlo nel latte. «Cate, secondo me potrebbe tranquillamente essere vero. Potrebbe capitare a tutti! Magari si è agitato perché avrebbe voluto farti una sorpresa con una parte di quei soldi, e avrebbe preferito non farti sapere nemmeno che gli avessero regalato del denaro.»

Picchiettai nervosamente le dita della mano sinistra sul tavolo. Forse la mia coinquilina non aveva tutti i torti, ma non ero ancora del tutto convinta.

«Tu dici?»

«Certo, il motivo sarà sicuramente qualcosa di simile!» esclamò lei. «Piero è un bravissimo ragazzo, lo conosciamo da quasi tre anni ormai... Non penserai che abbia rapinato qualcuno!»

Accennai una risata nervosa. «Oddio, beh, spero proprio di no! Però vorrei comunque avere la certezza che mi abbia detto la verità.»

Non appena terminò di bere la sua tazza di latte, qualche istante dopo, Francesca mi rivolse nuovamente la sua attenzione.

«Se proprio hai ancora dei dubbi, allora ti consiglio di stare più attenta a lui... cerca di controllarlo più che puoi. Senza esagerare e senza farti notare troppo, eh! Poi ovviamente sta a te decidere cosa fare, se ascoltare il mio consiglio o fare di testa tua.»

Quella della mia coinquilina non era affatto malvagia come idea, magari avrei cercato davvero di saperne qualcosa in più.

«No, preferisco ascoltare il tuo consiglio. Secondo me è bene seguire i consigli di una vera amica» ammisi.

«Beh, allora a cosa servono le amiche? Nel bene e nel male ci saranno sempre, pronte a sostenerti e a volte anche a darti anche qualche consiglio» ribatté lei con un grande sorriso.

Una volta terminata la conversazione ci alzammo da tavola e finimmo di prepararci, dopodiché uscimmo per raggiungere l'università.

Un'altra mattinata stancante ci aspettava dietro l'angolo!

[Scritto da CateJasmin + revisioni]

***

Ed ecco anche il punto di vista di Caterina, personaggio aggiuntivo di questa storia. Riuscirà a tenere d'occhio Piero?

Se il capitolo vi è piaciuto non dimenticatevi di lasciare una stellina e/o un commento :)

Grazie a tutti e alla prossima! 

 

In questo mondo di ladriWhere stories live. Discover now