22 dicembre

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Sono tornata a Madrid. Ho abbandonato Mario là, a Monaco, lontano da me; il pensiero mi intristisce parecchio, ma non possiamo farci niente, forse era davvero destino che questo Natale lo trascorressimo separati.
Il lato positivo é che, finalmente, potrò recitare allo spettacolo, dato che mancano appena due giorni. La data é stata cambiata la settimana scorsa, dato che é effettivamente più sensato inscenare tutto la Vigilia di Natale piuttosto che il giorno dopo.
Manuél mi sta praticamente intasando di messaggi dal mattino alla sera per assicurarsi che io riveda tutte le mie battute. Eppure sa che io sono triste per la storia di Mario, mi stupisce il fatto che se ne freghi in questo modo.

In questo momento sono a scuola nel corridoio degli armadietti e devo assolutamente correre in sala prove, dove penso mi stiano aspettando tutti. Mi dà fastidio arrivare in ritardo, ma ho avuto un contrattempo in palestra: dovevo raccogliere tutta l'attrezzatura che ho usato per allenarmi, dato che la palestra della squadra é momentaneamente in manutenzione.

-Blanca! Dove ti eri cacciata?!- urla Manuél. Ecco, lo sapevo. Era quotato zero che si arrabbiasse con me.

-In palestra, ieri ti ho anche detto per quale motivo avrei avuto ritardo! Sei un po' stupido a volte.- lo riprendo. Si zittisce subito e abbassa la testa in segno di scusa.

-Bene, ora possiamo provare, dato che ci tieni tanto e lo spettacolo é dopodomani.- lo fulmino ancora con lo sguardo. Sorride amaramente. Non sembra molto in forma oggi.

-Se vuoi provare tra un po' va bene, adesso... Beh... Ho un mezzo appuntamento con un tipo dell'ultimo anno.- arrossisce. Ah, ecco. Quindi io mi sono precipitata qui per niente. CHE NERVI.

-Spero per te che sia figo, perché altrimenti ti ammazzo di botte.- lo avviso. Sbuffa, alza gli occhi al cielo e mi mostra una sua foto.

-Eh beh, niente male, direi.- muovo ripetutamente la testa di lato per approvare. Ride e scuote il capo.

-Ti ricordo che tu sei occupata ormai, e in maniera piuttosto seria, cara mia.- mi ammonisce. Gli faccio una linguaccia.

-Ci vediamo dopo allora. Raggiungo Alvaro, mi ha chiesto di parlargli e mi chiedo cosa voglia dirmi, sono davvero preoccupata.- lo congedo. Manuél sorride e sparisce dietro la lunga fila di armadietti. Sono tutti felici, tranne me. Mi manca troppo Mario.

***

-Qual é il problema?- chiedo con tono abbastanza duro ad Alvaro. Mi guarda con lo sguardo triste ed imbarazzato. Penso di aver intuito cosa voglia dirmi.

-So che tu e Mario non sarete insieme a Natale. Mi dispiace davvero tanto...- esordisce. Non mi aspettavo dicesse questo, ma non importa ora.

-Alvaro, sputa il rospo.- ordino. Deglutisce.

-Sara ti ha per caso parlato di un mazzo di fiori nel suo armadietto?- chiede. Cazzo, sapevo che avrebbe combinato qualche guaio! Vorrei ammazzarlo in questo momento.

-Sì, e avevo anche capito il mittente, ma non le ho detto nulla. Ti ho di nuovo salvato il culo, amico. Non puoi continuare così, comunque. O le dici la verità o smetti di amarla.- rispondo scocciata. I suoi occhi diventano del colore del sangue e percepisco la rabbia che sta provando. Ho come l'impressione di aver detto qualcosa di ESTREMAMENTE sbagliato.

-Proprio tu me lo dici, vero? Tu che hai il ragazzo a centinaia di chilometri di distanza? Ti sei mai chiesta cosa faccia lui laggiù quando non ci sei? Ti sei mai chiesta se ti tradisca? Ti sei mai chiesta per quale motivo io non abbia ancora detto nulla a Sara? Ho una cotta per lei, non posso dire altrimenti, ma questo non ti autorizza ad arrabbiarti con me! Se sei triste o affranta per Mario non devi farmelo pesare tutte le volte. Lui è la in Germania e tu sei qui, ti manca, ok. Io sono qui in Spagna e lei anche e vederla ogni giorno insieme al suo ragazzo mi distrugge.- esplode. Indietreggio e vedo che si mette la testa fra le mani.

-Scusami, ma non sono stato capace di trattenermi... Ho esagerato e me ne pento, davvero.- sussurra appena. Lo abbraccio con forza e lo lascio piangere sulla mia spalla fino a sentire il tessuto della mia maglia bagnato.

-Fondamentalmente ho sbagliato anche io, Alvaro. Eppure anche io ho provato quelle sensazioni quando Mario era qui in Spagna e non mi hanno mai fatto piacere. Adesso attendo ogni giorno l'occasione giusta per rivederlo, anche se é davvero difficile. Vedrai che tutto si aggiusterà e incontrerai una ragazza capace di amarti come meriti.- lo consolo. Sorride ancora e mi viene spontaneo imitarlo.

-Dopodomani é il grande giorno, andrà tutto bene e passeremo una stupenda vigilia di Natale.- cambia argomento. Annuisco debolmente e fisso i fogli che ho in mano: il mitico, unico, inimitabile copione.

-Mario sarebbe sicuramente fiero di te.- aggiunge. Non riesco a rispondergli. Mi sembra di avere la gola secca.

-Non stare male, Blanca. Ci siamo noi qui con te, e ti vogliamo bene. Non potremo mai sostituirlo, però ci proviamo.- prova a strapparmi un sorriso. Annuisco ancora.

-Parlami di Sergio e Mario. So che erano fratellastri. Non ho voluto chiedere a Mario, ma so che tu conosci tutto.- dico alla fine. Rimane estraniato e sembra preoccupato.

-Sai che Sergio é morto in un incidente proprio mentre ci stava provando con te. Mario é considerato suo fratellastro, in realtà sono cugini: i genitori di Mario sono tedeschi trasferiti qui in Spagna e Sergio ha deciso di andare a vivere con loro dopo aver visto che i suoi genitori non avrebbero potuto badare a lui per lavoro. Essendo due manager era praticamente impossibile che trovassero il tempo anche per lui, proprio per questo ha fatto le valige per andare dagli zii. Mario é sempre stato chiuso, sarcastico e parecchio stronzo con le persone che gli parevano ostili sin da quando era un bambino, il contrario di Sergio. Quando tu e Sergio vi frequentavate, Mario nutriva parecchio odio nei tuoi confronti: gli stavi portando via la guida, la persona che contava maggiormente per lui, proprio perché erano cresciuti insieme ed avevano un solo anno di differenza. Sergio é poi morto e Mario ha cominciato a capire quelle cose di lui che non aveva compreso quando era in vita: gli diceva sempre di cercare una ragazza capace di amare e di essere comunque indipendente e in grado di ragionare con la propria testa. Quando si è reso conto di essersi innamorato di te gli é crollato il mondo addosso: non voleva avere a che fare con la vecchia fiamma del cugino, gli sembrava di farti un torto. Si è innamorato di te quasi fin da subito e non ha potuto fare a meno di volerti dimenticare. Più il tempo passava più i sensi di colpa aumentavano e ha deciso di fare domanda per giocare all'estero, in modo tale da andarsene e dimenticarti. Non ci é riuscito e, adesso che sta con te, lo vedo felice dopo molto tempo. Penso che adesso sia tu la sua nuova guida, non abbandonarlo, perché starebbe davvero troppo male.- risponde. Mi si stringe il cuore al pensiero di essere l'unica persona capace di capire ed amare un ragazzo così bello quanto intelligente e dolce.

-Grazie, Alvaro. Ora devo assolutamente andare a provare per conto mio lo spettacolo aspettando Manuél. Ci vediamo in giro, allora. Non stare troppo male per Sara, mi raccomando.- lo saluto. Fa lo stesso con un gesto della mano e ora posso finalmente dedicarmi alla mia passione con il cuore più leggero...

***

La storia sta per finire, ormai. Penso proprio che il prossimo possa essere l'ultimo capitolo. Ho mille altre idee per nuove fanfiction e storie, quindi non so quando potrò scrivere un sequel. Adesso stavo pensando di continuare il mio racconto poliziesco (OMICIDIO A MEZZANOTTE, nel caso in cui vi interessasse, con Dylan O'Brien, Emma Watson é Tom Felton) e un'altra storia con Fernando Torres che ho iniziato e spero di proseguire a breve.
Che ne pensate?
Continua a piacervi?
Aggiornerò il prima possibile con il capitolo finale.
Grazie mille di cuore a tutti quelli che hanno letto, leggono e continueranno a leggere questa storia! 🌸😍

All'ombra della quercia [Mario Götze]Where stories live. Discover now