5 ottobre, ore 21:00 ✔️

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Sono usciti i risultati delle audizioni che ho fatto l'altroieri. Appena sono arrivata a scuola ero agitatissima, tanto da non salutare neanche i miei compagni di classe per correre a cercare le graduatorie. Persino Alvaro, che mi ha incrociata casualmente in corridoio, si è accorto del mio malessere, e mi ha rincorsa per affiancarmi e capire che cosa avessi.

-Che succede?- mi ha chiesto. Quando qualcosa mi turba è difficile che io riesca a mantenere la calma, e molto spesso tendo a rispondere male a tutti. Ho provato a trattenere la mia agitazione, e ci sono riuscita.

-Oggi ho l'esito dell'audizione e sono nel panico più totale...- ho ammesso con tono sommesso. Ha sorriso comprensivo, ma non ha fatto nulla che potesse aiutarmi. Ha capito lui stesso che ho bisogno di sfogare la rabbia per conto mio in queste situazioni.

-Sarà andata sicuramente bene. Sei bravissima, hai fatto una performance straordinaria. Come minimo hai ottenuto la parte di Giulietta.- ha aggiunto infine, con un tono che era parecchio confortante e sincero.

-Si spera...- ho mormorato non molto convinta. Avrei voluto troncare la discussione, e così è stato. Siamo entrati a scuola in silenzio, e io sono corsa alla ricerca dei fogli che avrebbero decretato la mia vittoria o la mia disfatta. Sulla porta dell'aula dove avevo fatto il provino, c'era un foglio appeso, probabilmente quello che mi interessava. Il tempo di arrivare che una massa di persone gli si è accalcata appresso, come farebbero degli orsi con il miele. Ero l'ultima della fila e avrei dovuto aspettare che la folla si dileguasse; ho sempre odiato stare in coda, perché sono una persona decisamente impaziente, e non sopporto delle grandi quantità di persone. Ho gironzolato per un bel po' attendendo il mio turno; alzavo spesso gli occhi al cielo, quasi per chiedere la grazia oppure un aiuto da parte della Divina Provvidenza. Dopo qualche minuto, tutti gli studenti si sono allontanati dalla porta, alcuni con espressione felice, altri con le lacrime che sgorgavano sulle loro guance. Ho iniziato a preoccuparmi seriamente: avrei fatto la fine dei primi o dei secondi? Mi sono avvicinata cautamente alla parete per leggere il tabellone. Con il dito, ho iniziato a scorrere tutti i nomi e gli interpreti, e per me c'è stata una fantastica sorpresa.

-SONO GIULIETTA!- ho urlato con tutto il fiato che avessi in corpo. Mi era salita l'adrenalina e il cuore batteva all'impazzata. Le mie gambe non riuscivano a stare ferme e mi costringevano a correre per tutto il corridoio come una pazza in un manicomio all'apertura della sua stanza. Non saprei nemmeno descrivere le emozioni che ho provato negli istanti immediatamente successivi a quella scoperta clamorosa. Mi è stata concessa la possibilità di far bella figura davanti a tutta la scuola, non posso farmela scappare. La scoperta della giornata è stata un fulmine a ciel sereno.

"In questo momento vorrei che Sara fosse qui... Peccato che invece sia in classe e non mi abbia aspettata." ho pensato tra me e me un po' abbattuta. In effetti mi avrebbe fatto piacere la sua presenza ma, evidentemente, per lei lo studio ed il comportamento erano decisamente più importanti di me. Sicuramente mi sarei presa una sgridata dal professore di matematica, ma poco mi importava. Mi interessava teatro, non avevo nessun'altra priorità. Sono entrata nella sala prova dove mi ero esibita due giorni prima. Con mio stupore (neanche troppo), c'era Mario seduto a leggere sul palco. Aveva appoggiato il libro al leggio ed era molto concentrato. Solo dopo che ho chiuso la porta si è accorto che ero arrivata. Era vestito benissimo, con una camicia a maniche lunghe leggermente tirate su ed un paio di jeans che gli arrivavano appena appena sotto il ginocchio, per evidenziare i suoi polpacci. Sì, è sempre bellissimo. Appare sempre quando non dovrebbe, è una sensazione frustrante.

-Ciao, Naomi.- ha detto con tono aspro. Mi guardava in malo modo, e credo anche di sapere perché. Il pomeriggio avrei avuto il secondo provino, e non ero ad allenarmi al parco.

-Ciao Mario.- ho risposto con tono altrettanto freddo.

-Hai la parte migliore che ti potesse capitare. Immagino la tua felicità.- ha sibilato.

All'ombra della quercia [Mario Götze]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora