15 ottobre ✔️

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ATTENZIONE: questo capitolo contiene alcuni episodi espliciti, se siete sensibili non leggete.

Mi risveglio in albergo, sul mio letto. L'ultima cosa che ricordo è di essermi addormentata sulla panchina. Ho ancora addosso i vestiti del mio provino. Questo vuol dire che Mario mi ha accompagnata fin qui in braccio. Il mio borsone è in fondo al letto e ho rimorsi e sensi di colpa. Avrei dovuto dirgli la verità fin da subito, non avrei dovuto fingere di essere in forma. Adesso è notte fonda, e vorrei chiamarlo per ringraziarlo, ma non lo faccio. Devo dirgli tutto di persona. Domani devo andare comunque all'Allianz Arena, perciò lo ringrazierò anche per quello che ha fatto oggi pomeriggio.
Non ho neanche fame, nonostante io non mangi dall'ora di pranzo. Ho dormito almeno sei ore, e adesso per me è difficile riprendere sonno. Ho ancora il sorriso di Mario stampato nella mente, e il bacio che ci siamo dati oggi ha un significato ben più profondo di quanto mi aspettassi. Se ha fatto tutto questo per me, vuol dire che mi vuole bene, oppure che mi ama. Spero che possa capire quanto io ami lui. È sempre così: i due si amano, lo sanno tutti, tranne i due diretti interessati. Penso che il pomeriggio sarà fondamentale. Cerco di tornare a dormire, e il sonno ben presto si impossessa di me.

***

Mi sveglio poco prima dell'ora di pranzo. Mi stiracchio come se avessi avuto una notte insonne dopo una sbornia, e ho male dappertutto, compresa la testa. Non mi capitava di stare così da un po', e non è una sensazione piacevole. Mi sono ubriacata pesantemente solo dopo la morte di Sergio, in un periodo in cui non riuscivo a scorgere la luce del sole, la luce della vita. Ora non è più così, perché ho capito che non serve rifugiarsi in un fiume di lacrime, ma affrontare gli ostacoli come si può. Questo mi riesce in ogni campo, eccezion fatta per l'amore, dove sono impacciata ed incapace. Dopo essermi vestita in modo casual, non mi resta che raggiungere l'Allianz Arena. Ieri è stata una giornata impegnativa, e oggi si prospetta peggio di ieri.

Seduta alla scrivania, sfoglio dei fascicoli sui calciatori titolari del Bayern per scoprire qualcosa di più sulle loro vite. Archiviare è un lavoro abbastanza noioso, ma mi dà la possibilità di sapere qualcosa di più sulla vita di persone importanti come loro, cosa neppure brutta.
Mi capita fra le mani quello di Mario e il mio cuore perde un battito. Vi sono numerosi fogli che parlano della sua carriera calcistica: ha avuto a che fare con il Borussia Dortmund qualche anno fa; evidentemente ha litigato con la società ed è stato costretto al trasferimento. Ha continuato a giocare a Madrid in squadre da dilettanti ed è stato chiamato dal Bayern subito dopo. Penso abbia fatto un salto di qualità, detto da una tifosa convinta dell'Atletico. Riuscisse ad affermarsi qui, sarebbe al settimo cielo.

-Divertente guardare le vecchie scartoffie, vero?- dice Mario. Ancora una volta é riuscito ad arrivare alle mie spalle e a mettermi in imbarazzo. É appena uscito dalla doccia e si sta asciugando i capelli. Sembrano così tanto morbidi da essere accarezzati, e non riesco a ragionare lucidamente. Sono distratta da lui, con quella canottiera attillata che lascia intravedere tutti i suoi muscoli perfetti, e quei pantaloncini che non lasciano molto alla fantasia, sottolineando i suoi polpacci. Ha chiuso la porta, e siamo soli. Non mi sento per niente a mio agio.

-Sì, abbastanza. Non sapevo avessi militato n Dortmund. È una squadra importante.- rispondo tentando di mascherare il mio evidente imbarazzo. Non riesco a nascondergli i miei pensieri, dimenticarlo sarà quasi impossibile. Si siede vicino a me e mette l'asciugamano sul collo.

-Bel periodo, però ho litigato con l'allenatore e ho deciso di trasferirmi in Spagna. Sai, la mia carriera in quella squadra é durata pochissimo tempo. Tutto per colpa del mio orgoglio e del mio desiderio di raggiungere i vertici del calcio nel giro di poco tempo. Cosa estremamente sbagliata: si deve procedere gradualmente. Non si può pretendere di arrivare alla vetta se si è l'ultimi. Anche se si è fenomeni, quello che conta è non strafare.- risponde pacato. Mi sento arrossire praticamente all'istante, come tutte le volte che é nei paraggi.

All'ombra della quercia [Mario Götze]Where stories live. Discover now