29 settembre, ore 22:15 ✔️

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Solo stamattina ho avuto la forza di dire a qualcuno quello che è successo ieri, forse perché non avrei resistito ancora a lungo senza rivelare quel segreto. Gli allenamenti di ieri, fatti prima con Mario e poi con la squadra, mi hanno uccisa fisicamente, e ancora adesso mostro dei cenni di stanchezza. Quello che però non dimentico è il bacio di Mario, perché mi ha colta alla sprovvista, ed è stato meraviglioso.

-Sembri arrabbiata. Che è successo stavolta?- mi ha chiesto Sara non appena mi ha vista. È stata lei il soggetto a cui l'ho raccontato.

-Mario mi ha baciata di nuovo.- le ho risposto nervosa. Non piace neanche a me stare fra due fuochi, specialmente se essi non si sopportano e hanno qualcosa da ridire a vicenda.

-ANCORA?!- ha esclamato un po' sollevata. Mi chiedo perché la fosse, ma non importa. Quello che conta è che io possa trovare una soluzione. Devo capire che cosa voglio davvero.

-A quanto pare...- ho risposto. Mi sto arrendendo: non ha molto senso tentare di evitare una cosa che mi piace e mi trasmette sicurezza. Sto sbagliando nel concentrarmi su due persone. Devo scegliere se proseguire per la strada calpestata da Alvaro o rincorrere Mario sulla sua, seppur distante anni luce dalla mia, ma con cui ha dei punti di contatto.

-Dovresti dirgli di smetterla quando fa così. Ti confonde ancora di più le idee.- mi ha ricordato. Sembrava mia madre quando mi dice che devo impegnarmi di più a scuola, quindi immagina la mia frustrazione. Due persone che mi fanno due morali diverse, la perfezione, insomma.

-Non è colpa mia eh! Poi, a dirti la verità, forse non mi impegno neanche tanto affinché smetta. Fondamentalmente mi piace quando mi bacia. Non ci prova mai, mi bacia e basta. Sembra sempre terrorizzato quando sono io a flirtare. Ho come l'impressione che abbia paura di provarci con le ragazze, ed è supercarino quando si agita.- le ho confessato. Ecco, finalmente gliel'ho detto. Dicendo quello l'ho ammesso anche a me stessa. A me lui interessa, ma lo sapevo già da quando l'ho visto per la prima volta.

-Quindi un po' ti piace?- ha chiesto. Dal tono di voce con cui l'ha detto sembrava che lei lo sapesse molto meglio di me. Lo aveva già previsto.

-Non lo so, Sara, non lo so! Sono troppo confusa. Ho bisogno di pensare. Devo valutare bene la cosa.- le ho risposto chiedendole implicitamente di smetterla. Odio esser messa sotto pressione, in particolare quando si parla di ragazzi.

-Devi fare quello che ti senti. Non posso obbligarti a far qualcosa.- ha detto prima di andare dal suo ragazzo abbastanza infastidita. L'avevo offesa, ma non mi interessava. La mia testa ritornava continuamente a Mario, a quel bacio e ai suoi occhi, quegli occhi che mi uccidono. Non le ho spifferato nulla a proposito del mio provino, l'unico che ne è a conoscenza è Mario, l'unico autorizzato ad accompagnarmi.

Le lezioni erano finite e sarei tornata a casa da sola: Sara era così arrabbiata con me che ha preferito camminare con Sofia e Isco senza minimamente calcolarmi. È molto bello vedere come le persone possano fare per vedere qualcuno a cui tengono andare su tutte le furie. Lei c'è riuscita.

-Nei tuoi occhi leggo del nervosismo. Colpa di quel che è successo ieri?- mi ha chiesto Mario. Anche lui deve fare la mia stessa strada, da quel che dice sempre Alvaro, quindi era un po' sottinteso che potesse arrivare da un momento all'altro, nonostante fossi ancora dal cortile della scuola. Mi ha fatto piacere vederlo, ma Sara era dalla parte del nemico.

-Fatti i cazzi tuoi.- gli ho risposto brevemente. Ho cercato di nascondere la mia felicità e credo di aver finto piuttosto bene. Non avrebbe dovuto capire quello che pensavo, sia per il mio che per il suo bene.

-In effetti sono anche un po' cazzi miei, Naomi. Sai com'è, ci baciamo praticamente di continuo e non stiamo insieme, poi tu esci con uno che potrebbe ammazzarmi da un momento all'altro... Non è una situazione facilmente gestibile.- ha detto. Non aveva tutti i torti. Potrei essere considerata una troia, cosa che non sopporterei mai.

All'ombra della quercia [Mario Götze]Where stories live. Discover now