23 novembre ✔️

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Manca poco più di un mese alla recita e la tensione comincia a farsi sentire. Dovrò sapere la mia parte in maniera impeccabile, altrimenti farò una figuraccia senza precedenti. Non voglio perdere la reputazione che mi sono costruita negli anni. Da quando ci siamo incontrati in cortile, Mario ed io non abbiamo più parlato. Io sono troppo impegnata con lo spettacolo, lui è troppo preso da se stesso, dalle valigie e da quello che ha ancora qui, a casa sua. Si trasferirà del tutto a Monaco, da quel che ho capito, perciò deve essere quasi inutile provare a riallacciare i rapporti con lui. Finisse così, avrei l'amaro in bocca per molto tempo. Non gli ho ancora detto la verità, e nessuno dei due ha davvero posto un inizio o una fine.

-Hai parlato con Mario?- mi chiede Alvaro. Strano, ma stiamo ancora parlando nonostante sia successo tutto quel casino per colpa sua. Sta tentando di mettere un cerotto sui danni che ha causato, ma sarà difficile. Non so se riuscirò a perdonare questa sua bravata. Se tutto questo non fosse iniziato, forse Mario ed io staremmo insieme da molto tempo.

-Non ancora del tutto. Penso che il primo a doversi scusare sia tu e non io, dopo quello che hai fatto. Quando ti sarai scusato tu, forse potrò parlarci io. Sei stato tu a mettere la bomba, e tu devi disinnescarla prima che esploda.- lo rimprovero acida. Annuisce semplicemente. Mi dà implicitamente ragione.

-Hai ragione, come sempre. Non potrei dire diversamente. Magari oggi pomeriggio gli parlo e mi scuso.- mi asseconda. Adoro quando riesco a persuadere le menti degli altri. Sono ancora arrabbiata con lui, é vero, però il fatto che voglia aiutarmi mi fa sentire meno in dovere di torturarlo. Vorrei comunque fargli molto male, ma in maniera leggermente minore.

-Vedo che hai capito.- lo apostrofo dura. Siamo in palestra; ho appena finito l'ora di lezione e adesso ne ho una buca, perciò penso che stare qui sia l'ideale, anche perché non c'è praticamente nessuno. Alvaro ha appena finito la sua ora buca e deve tornare in classe.

-Vedo cosa posso fare.- mi congeda. Recupera il suo zaino, il telefono e gli auricolari ed esce dalla palestra con passo lento. Sta cominciando a capire come sono fatta e come voglio che avvengano le cose. Se si comporta male con me, automaticamente io mi comporterò male con lui.

Non ho voglia di studiare la mia parte, sono già troppo agitata. Vedo di migliorare un po' in basket, dato che sono abbastanza carente e me lo fanno notare tutti. Recupero un pallone dalla cesta e inizio a palleggiare. Devo assolutamente far bene canestro. Corro lungo tutta la palestra senza smettere di palleggiare, arrivo sotto al canestro, mi preparo per il terzo tempo e sbaglio. Come se qualche volta azzeccassi. Ogni volta riesco sempre a sbagliare, persino sotto al canestro.

-Sei troppo rigida in questo modo. Prova ad ammorbidire i movimenti.- mi rimprovera Mario. Ecco l'ultima persona che avrei voluto vedere.

-Non dovresti essere in classe? A volte penso tu ti diverta a correggermi. E comunque io gioco a calcio, non a basket. Penso sia impressionante il modo in cui il tuo orgoglio esca fuori nei momenti meno opportuni. Smetti di fare il saputello, non sei simpatico.- rispondo nervosa. Sorride e sento per l'ennesima volta lo stomaco sottosopra. Anche questa volta ci sarà un litigio. Fra di noi non ci sono le mezze misure: o litighiamo pesantemente, o arriviamo sul punto di scopare.

-Mi diverto a vedere te sbagliare, perché so che posso correggere ogni tuo errore. Io so in cosa sei carente. Non sai giocare a basket, e sbagli sempre il terzo tempo. A pallavolo non riesci a fare muro, perché sei troppo lenta quando devi saltare. A calcio non segni perché ti fai influenzare dalle tempeste che sono dentro di te. Solo quando riuscirai a domare completamente te stessa riuscirai a dominare il mondo intorno a te.- si pavoneggia. Ecco una cosa che odio tremendamente di lui. Sa sempre come mi sento, cosa penso e quando lo penso. Lui soltanto guardandomi riesce a capirmi. Io, se lo guardo, non capisco più niente.

All'ombra della quercia [Mario Götze]Where stories live. Discover now