Segreti di famiglia

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Rosa uscì in fretta e furia dalla stanza, Ignazio non potè fare a meno di seguirla; chi era quella donna che così tanto somigliava a Irene e come faceva Rosa a conoscere il suo nome?

I: Rosa, fermati!

R: Non dovevo disturbarti, scusa!

I: Cosa succede? Perchè fai così? Chi è quella donna?

R: ignazio, devo andare!

I: No - disse Ignazio in maniera perentoria - Rosa, hai visto la somiglianza! Chi è quella donna? Una parente forse? Spiegami!

Rosa coprì il viso con le mani, solcò con esse le sue rughe, capì che il suo più grande segreto stava per venire a galla, era inevitabile.

R: E' sua sorella, è la sorella di Irene!

Ignazio rimase sbigottito, gli mancò l fiato, corrugò la fronte e gli occhi si fecero a fessura.

I: Cosa? Come? Che dici?

R: E' lei, ne sono certa.

Ignazio portò le mani ai capelli.

R: Andiamo a casa, ti racconterò tutto!

Rosa stava preparando una camomilla; forse per calmare i nervi suoi e di Ignazio, forse per evitare il suo sguardo.

R: Sono l'ultima di dieci figli, il mio era un piccolo paese, la mia una famiglia all'antica, il mio un padre-padrone. Nell'estate dei miei sedici anni incontrai un ragazzo, faceva il militare a Bolzano, era in ferie dagli zii, i miei vicini di casa. No starò qui a raccontarti cosa accadde, ero giovane e ingenua! Lui tornò a Bolzano alla fine di Agosto, poco dopo scoprì di essere incinta. Era l'estate del 1990.

Rosa si sedette di fronte ad Ignazio. lo sguardo di lei sulle tazze fumanti, quello di lui che scrutava fuori, una mano sotto il mento.

R: Mio padre, Ignazio, era un uomo violento. Non penso che Irene ti abbia mai parlato di suo nonno, nessuno di noi ne parla. Quando dissi a mia madre di essere incinta lei andò a comprare un biglietto del treno. Era sicura che mio padre mi avrebbe ammazzato di botte; una ragazzina incinta, senza un fidanzato, senza un marito. Mi mandò da mia sorella a Piacenza, a mio padre disse che andavo ad aiutarla con i gemelli. Avrei partorito lì, mia sorella si sarebbe messa in contatto con i servizi sociali, il bambino sarebbe stato adottato e io sarei tornata in paese come se niente fosse successo. Così andò.

Per trentadue anni Rosa aveva mantenuto questo segreto, ma il destino, quando meno se l'aspettava, aveva bussato alla sua porta. Gli scheletri erano usciti fuori dall'armadio, avevano preso vita e si erano palesati.

R:Non ho saputo mai nulla di lei. Ho rinunciato ai miei diritti di genitore il giorno in cui l'ho messa al mondo. Le mie richieste furono solo due: che fosse affidata ad una famiglia dignitosa e che potesse darle io un nome. La chiamai Nausicaa, come una dei personaggi che affollavano i miti greci che quel soldatino mi propinava durante i nostri incontri. l'ironia della sorte ha voluto che somigli in maniera allucinante ad Irene.

Ignazio posò finalmente i suoi occhi su Rosa.

I: Quindi sono... erano... sorellastre. Perché Irene non me ne ha mai parlato? Perché tenermelo nascosto?

R: Irene mi ha dato il giorno più bello della mia vita, ma anche quello più brutto. Il giorno della sua nascita è stato il più bello, avevo messo al mondo un'altra figlia, ma questa volta potevo tenerla con me, per sempre. Non è stato così, lo sai bene! Non c'è dolore più grande di perdere un figlio! Irene aveva i suoi difetti, lo so io e lo sai tu; ha fatto degli sbagli, ha nascosto delle cose, ma non stavolta, Ignazio! Le uniche persone in vita a conoscenza di questo fatto sono tre: io, mia sorella ed ora tu. Irene non l'ha mai saputo e non lo saprà mai.


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