La melodia della mia vita

281 24 26
                                    

Capitolo 108
17 Dicembre 2020
I mesi erano trascorsi veloci.Bologna era di nuovo fredda e si era vestita a festa in occasione dell'arrivo del Natale.Il Volo stava registrando un nuovo album e ciò permise ad Ignazio di stare vicino alla sua famiglia e vicino ad Irene.Quando i ragazzi furono chiamati a Detroit,per registrare un duetto insieme ad un famoso artista americano,Ignazio si trovò un po' contrariato.
I:Non andrò!
Aveva detto ad Irene.
Ir:E invece devi,sono solo quatto giorni.Vai!Noi staremo bene.
Fino al giorno prima della partenza fu titubante, ma Irene riuscí a convincerlo.
I:Magari quando torno potremo organizzare quel viaggio in Africa,vogliamo andarci da sempre.
I:Certamente.
Entrambi lo volevano,ma entrambi,in realtà,avevano parlato senza convinzione,come se già allora avessero intuito la sorte che di lí a poco li avrebbe travolti.
20 Dicembre 2020
Caterina aveva guidato Ignazio verso Irene.L'aveva lasciato di fronte alla stanza di lei.
C:Ha bisogno di te.
Gli aveva detto.
Ignazio era entrato in punta di piedi,stette lì,accanto alla porta.
Ig:Mi dispiace per prima.
Le disse con un nodo alla gola vedendola distesa,inerme.
I:Non dispiacerti, è legittimo che..
Ig:No,fammi parlare!Quando l'ho saputo volevo andarmene,lasciarti.C'è voluto tempo,ma poi ho capito:chiunque,al posto tuo,se ne sarebbe andato.Avevi a portata di mano un uomo che poteva darti ciò che io non ti ho mai dato:la stabilità,la normalità.Quando ti dicevo di voler lasciare il mio lavoro,ti impuntavi,dicevi che mai me l'avresti permesso,ma in cuor tuo urlavi che lo facessi.Desideravi cosí tanto la normalità per te,per i nostri figli!Lasciavi quel desiderio sopito,lasciavi morire in gola le parole con cui avresti voluto chiedermi una vita normale.Sapevi che se tu me l'avessi chiesto,io avrei ceduto,ma sapevi anche che la musica per me era vita,ossigeno e hai fatto un passo indietro.Irene,quando ti ho conosciuto io avevo già tanto,ma se poi ho avuto tutto,una moglie,dei figli,una famiglia da cui tornare,lo devo solo a te.Unchaned melody è stata la canzone del nostro matrimonio,ma tu sei stata la melodia migliore che abbia mai ascoltato,sei stata e sarai sempre la melodia della mia vita. Canta con me!

Oh, my love, my darling
I've hungered for your touch,
a long lonely time...

Cantarono insieme,tra un singhiozzo e un sorriso bagnato da una lacrima.
E non ci fu bisogno di altre parole,cadde la sera e caddero addormentati l'uno nella braccia dell'altro,stremati dal vento avverso che aveva soffiato da sempre nella loro vita,lo stesso vento che soffiava forte alla finestra in quel giorno di Dicembre.Irene si svegliò ore dopo,il capo di Ignazio era poggiato sul suo petto,ne sentiva il respiro,si voltò verso la finestra e vide che stava albeggiando.Pensò che forse a Bologna stava nevicando e che sicuramente l'Etna era innevata e doveva sembrare bella come non mai quel giorno,di fronte ad un cielo sgombro di nuvole.Pensò al Capodanno di qualche anno prima, quando appena ventenne aveva visto per la prima volta la neve ricoprire casa sua.La neve era arrivata persino lì, in quell'angolo sperduto di mondo.
"Noi abbiamo il mare,Irene!Chi ha il mare non ha la neve."
Le diceva sua madre quando da bambina chiedeva insistentemente perché non nevicasse mai in paese. Irene aveva pensato che era giusto cosí,se hai una cosa bella non puoi averne un'altra,bisogna accontentarsi e amare ciò che si ha.Aveva sbagliato,invece,sua madre. Quella notte di Capodanno la spiaggia si era ricoperta di neve bianca,la sabbia non si vedeva quasi più e suo padre le aveva detto che una cosa del genere non succedeva da ventotto anni.Pensò a quella notte che le era sembrata così magica e pensò che sarebbe stato bello andarsene mentre fuori il candore della neve ricopriva le strade e le piazze, l' ospedale e il dolore,le persone e i sentimenti.Socchiuse gli occhi e le sembrò di vederlo quel biancore, le sembrò bello e si fece cullare dalla visione di quei fiocchi delicati.Chiuse gli occhi e se andò,in silenzio, in un giorno di Dicembre.

Le ore e i giorni che seguirono la morte di Irene misero a dura prova tutti. Vito dovette trascinare con la forza Ignazio lontano dal capezzale della moglie. Quando riuscirono a portarlo a casa,si rinchiuse nella stanza della musica;non mangiava, non dormiva,solo a volte lo sentivano mentre accennava qualche nota al piano.A nulla valsero le preghiere di sua madre,i pianti dei bambini che erano entrati in confusione.Solo quando Vito lo minacciò dicendo che avrebbe buttato giù la porta,Ignazio si decise ad uscire;gli occhi gonfi,la barba lunga,pallido in volto.Due giorni dopo vennero celebrati i funerali, in mattinata e in forma privata.Di fronte casa di Irene ed Ignazio in molti avevano lasciato dei fiori,ma Ignazio aveva lo sguardo assente,era altrove,in un'altra dimensione,quella del dolore che ti rende cieco di fronte a ciò che di bello rimane e sordo alle suppliche di chi ti chiede di reagire.
Dopo il funerale Ignazio salì sulla sua auto e senza dir nulla andò via. Ore dopo era a Catania,nella casa che Irene aveva comprato quasi due anni prima.Non vi aveva mai messo piede,si era rifiutato.Se ne pentì quando vi entrò,ogni angolo parlava di Irene,ogni angolo le ricordava lei.Le montagne di libri,il disordine,i grandi tappeti sui pavimenti.Ignazio si avvicinò alla scrivania.
"Cupido è un arciere cieco,scaglia le sue frecce alla cieca e così capita che colpisca due come noi, così diversi che sembra impensabile che possano amarsi,ma invece poi succede e diventa impensabile che due così possano,invece,smettere di farlo..."
Quello che sembrava un manoscritto era in realtà una lettera per lui.Ignazio pianse ancora,un pianto inconsolabile,ma d'un tratto un forte vento scostò le tende e Ignazio la vide.Fuori l'Etna era vestita di bianco,era bella come un dipinto e ad Ignazio tornò in mente Irene vestita da sposa,Irene che gli andava incontro e gli prometteva amore eterno.Pensò a tutti i loro momenti felici e finalmente sorrise e da allora non smise piú di farlo e fu così che la ricordò sempre:con un sorriso.

Questo è l'ultimo capitolo, in questi giorni pubblicherò l'epilogo. Inizio già da ora a ringraziarvi per l'attenzione data alla storia in questi sei lunghi mesi.
Un bacio☺😘

Unchained storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora