Without you baby what good am I?

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Anno 2015

Era Dicembre, Ignazio era andato a trovare Irene in paese. Si sentiva per le strade il suono di alcuni strumenti,primo fra tutti la zampogna. Dei ragazzi travestiti da Babbo Natale andavano di casa in casa, suonando le tipiche melodie natalizie. Era la novena, tradizione che in Sicilia vive ancora.

Proprio mentre fuori riecheggiavano canti natalizi Ignazio sosteneva Irene, era al terzo ciclo di chemio,dicevano sarebbe stato l'ultimo perciò gli effetti collaterali si erano riuscitoattenuati,ma erano comunque duri.Era pallida e molto stanca,ma non riusciva a dormire,era innappetente e di tanto in tanto veniva scossa da conati di vomito.Ignazio le stava accanto,le accarezzava la testa fasciata dal foulard colorato,cercava di farle mangiare qualcosa,le dava conforto.

Ire:Dovremmo vedere un film!

Disse mentre cercava di apparire il meno sofferente possibile.

Ire: Niente cose come "La sposa cadavere",fantasmi o zombie,potresti girarti accorgerti che ne hai uno accanto e spaventarti!

Rise,era una ragazza con la battuta pronta,proprio come Ignazio e non si smentiva neanche in quei momenti.

Igna:Ma finiscila!

La guardò, inarcò un sopracciglio...

Igna: Devo dire che però per essere uno zombie non se niente male.

Ire: Si nu ruffianu! (Sei un ruffiano)

Risero,adoravano sfoderare battute a raffica e ancor di più in dialetto,nonostante tutto erano siciliani fino al midollo.

Era appena finito il film ed erano ancora avvinghiati l'uno all'altro.

Igna: Domani devo partire,torno tra venti giorni. Tu hai quella visita,ma sta tranquilla,andrà tutto bene. Il 26 fatti trovare con le valigie pronte, ti porto a Taormina ,ho una sorpresa per te.

Anno 2020

La stanza in cui si trovava Irene aveva una vetrata che dava sul corridoio,la vista era occlusa dalle tapparelle. Ignazio si fermò di fronte la vetrata e attraverso le tapparelle vide Irene;lei si girò, colse lo sguardo di Ignazio. Si guardarono,un secondo dopo la porta si spalancò,Irene si protrasse in avanti e Ignazio si gettò fra le sue braccia. Si abbracciarono così stretti da non saper più dove finisse l'uno e dove iniziasse l'altro, bagnando i loro volti l'uno delle lacrime dell'altro. Si guardarono negli occhi, Irene con una mano lo accarezzava e con l'altra gli sistemava i capelli scompigliati.

Igna:Ho avuto paura...

Ire:Anche io!

Non si staccavano,le mani aggrovigliate l'un l'altro.

Ire:Mi dispiace di averti fatto prendere questo spavento,di averti fatto tornare di corsa dall'altro capo del mondo...

Igna:Non dire niente, non dovevo partire

Ire:No,era giusto cosí.Ti ho detto io di farlo!

Lo abbracciò di nuovo,aveva bisogno del suo profumo,il tanfo dell'ospedale era intollerabile,le era entrato nella pelle.

Ire:Dovevano essere solo tre giorni...

Igna:Sta tranquilla,ci organizzeremo meglio!

Sciolse l'abbraccio e lo accarezzò.

Ire:Amore non puoi continuare a far finta di niente,non c'è più tempo,lo sai!

Ignazio si alzò di scatto.

Igna:Non voglio parlarne, non è il momento...

Sapeva che sua moglie non avrebbe desistito perciò prese l'unico argomento in grado di distrarla.

Igna:Diego e Hueda vogliono vederti!

Irene ebbe un groppo in gola.

Ire:I mie bambini! Dove sono?

Igna:Sono a casa con Eleonora e Francesco...

A quel nome Irene trasalí,le si gelò il sangue.


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