3.

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Otto mesi prima...

Con il cuore in gola mi precipitai giù, non riuscivo a pensare non riuscivo a fare un cazzo.

Mi sentivo vuoto, tradito, mi mancava l'aria e la vista era calata. quelle parole mi rimbombavano nella testa.

Non posso, non riesco a rinunciare alla mia libertà.

-Ashley dimmi che hai visto Kim!-

Sbraitai mentre con le mai allargavo il collo della maglietta. La testa mi girava.

-Brian che hai siediti-

Ho davanti tutta la vitae solo ora sto iniziando a viverla.

-Che succede?- sentii altre voci ma l'unica che volevo sentire non era tra quelle.

Mi sentii scuotere.

Avevo lo stomaco sottosopra, mi allungai verso il lavandino e rigettai tutto quello che avevo. Ma quella situazione non passava. Erano passati più di vent'anni dall'ultima volta.

Non posso legarmi a teper tutta la vita.

Sentii qualcosa che si stava rompendo, mi sciacquai il viso con l'acqua.

Tutti continuavano a parlare.

-Se n'è andata, mi ha abbandonato anche lei.- urlai per farli tacere sbattendo davanti ai loro occhi quella lettera che mi aveva lasciato.

Per questo ho deciso dipartire, di viaggiare. Non so dove andrò ne cosa troverò. So solo che questa vita non fa per me, non sono abbastanza forte per rinunciare a tutto per te.

Le sue parole continuavano a vagare nella mia testa insieme a troppe domande. Dove avevo sbagliato?

Le avevo chiesto di sposarmi forse aveva avuto paura, stavamo andando troppo in fretta, potevamo rallentare non era un problema. Eppure sembrava così felice.

Ripresi il cellulare per provare a chiamarla l'ennesima volta, le avevo mandato troppi messaggi e la chiamavo di continuo ma lei niente. Era scomparsa.

- il vostro amore mi opprime-

lesse ad alta voce il padre di Kim.

Io mi sentivo morto.

Sperai che si trattasse di un sogno.

Sentii la voce di Gail.

-Buon giorno famiglia, oddio che cosa è successo?- senza pensarci su mi avventai su di lei.

-Tu! sapevi tutto e hai lasciato che lei andasse via. Dimmi dov'è ti prego.- ero un animale ferito senza di lei non ero più niente.

La strattonai.

Derryll e Will intervennero.

-Brian calmati.-

Gail mi guardò shoccata, in quel momento capii che forse anche lei era allo scuro di tutto.

-Dobbiamo trovarla vi prego- stavo piangendo.

Ero nel panico più totale.

-Roland, porta le bambine fuori di qui.- disse Ashley apparentemente calma.

La mamma di Kim piangeva, con le sue sorelle Gail stava leggendo la lettera perché non voleva credere a quello che stavo dicendo.

-Non vuole essere trovata.- disse and un certo punto.

Avrei aspettato qualche altro minuto poi avrei ingaggiato ogni singolo investigatore per riportarla indietro con o senza la sua volontà.

Non l'avrei persa. Non lei. Non così.

Mi era arrivato un messaggio. Afferrai il cellulare sperando fosse lei.

Era un uomo della mia scorta.

-L'ho trovata è in aeroporto.- dissi ad alta voce.

Non avrebbe mai preso quel volo, l'avrei seguita in capo al mondo avrei lasciato tutto venduto tutto, ma non poteva farmi questo.

Il fatto che fosse in aeroporto rendeva tutto vero.

-Figliolo devi lasciarla andare, vedrai che le passerà. Magari si è solo spaventata. Sono sicura che tornerà da te, ti ama l'ho visto, lo abbiamo visto tutti.- disse Ashley.

Non potevo restarmene lì senza fare niente dovevo parlare con lei.

Chiamai il mio uomo per saperne di più, sarei andato con lei.

-In quale aeroporto?- dico senza evitare inutili parole.

L'adrenalina scorreva nelle mie vene.

-JFK, signore.-

Questo significa che era partita diverse ore prima.

Ero ancora più nervoso.

-Fai quello che devi per fermarla.-  grugnii.

La telefonata era disturbata perciò mi spostai e feci segno agli altri presenti nella stanza di tacere.

-l'abbia-mo per-sa, dal-le tele-ca-me-re sembra che abbia preso un volo internazionale circa mezz'ora fa.-

Urlai dalla rabbia. il panico si rimpossessò di me, stavo sudando freddo.

-per dove?- chiesi teso.

-Non sappiamo ancora di preciso ma crediamo per l'europa. Signore c'è altro.-

Europa? dove voleva andare da sola? Se si fosse sentita male?

O mio dio Kim perché dovevi impazzire proprio ora.

-Altro?-

Avevo quasi paura di sentire cosa doveva aggiungere.

-Non era sola- disse d'un fiato.

-Cosa? Siete sicuri? voglio sapere chi cazzo è?-

Dall'altra parte ci fu un attimo di silenzio.

-Un uomo, corporatura media aveva un cappello ma si intravedevano i capelli sul biondo.-

In quel momento il mio cuore mancò qualche battito.

Non poteva avermi fatto una cosa simile.

-Biondo?- dissi a denti stretti.

-Fatemi sapere se ci sono novità.- conclusi.

In realtà avevo paura di qualsiasi alte notizia.

Agganciai.

Poggiai i gomiti sul marmo della cucina.

-L'hanno vista al JFK, ha preso un volo internazionale e non era sola era con un biondino.- dissi apparentemente tranquillo.


-Cosa? Non è possibile, forse si sono sbagliati forse era solo un passeggero.- la signora Dufort era nel panico più totale.

Gail si sorresse al muro. Chissà forse stava pensando alla stessa cosa a cui pensavo io.

Se davvero era partita con qualcuno, dovevo saperne di più.

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Rieccomi! Dal prossimo capitolo torniamo al presente, e vedremo più da vicino come vanno le cose dopo la partenza di Kim ;)
😘

Once upon a love:  Back DownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora