5.

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Gail

Ormai era ufficiale l'erede dei Banks era morto. Incidente stradale.

Ancora nessuna notizia di Kim. Alcune fonti di Brian dicevano che fosse ricoverata in ospedale, ma non era trapelato nulla sulle sue condizioni di salute.

Brian si era rintanato nel suo ufficio e non si vedeva da giorni.

-Gail ti ho fatto una tisana.- La voce di Will mi portò alla realtà.

Ormai erano giorni che vedevo ogni genere di telegiornale o servizio su Vincent.

-Grazie.- sussurrai prima di posare le mie labbra sulla tazza.

Era al gelsomino la mia preferita. Non pensavo se ne potesse ricordare.

Mi accarezzó i capelli.

Ed io dal mio canto mi ritrovai a navigare nei suoi occhi scuri come la notte.

Adagiai la tazza sul bracciolo del divano e mi lasciai andare contro le sue labbra.

Lui non si staccò da me. Il tocco fugace della sua lingua riaccese in me il desiderio.

-Ancora.- mugugnai.

Avevo le sue mani addosso. Sulla mia camicetta.

-Toglila.- gli suggerii.

Senza pensarci iniziò a sfilarmela.

Erano mesi che pensavo a come averlo.

Mi adagiai su di lui.

-Brava la mia rossa.-

Dentro di me ridevo.

ZzZzZzZZ

-Devo rispondere è Brian.-

Mi spostò di fianco a lui e si spostò a parlare in cucina.

La faccenda doveva essere seria.

Mi infialai la camicetta e lo seguii in cucina. Era appoggiato sul bancone. Con la miriade di inchiostro che gli decorava

i bicipiti.

-Stava tentando di evitare una macchina che aveva invaso la sua corsia. Ha riportato danni gravissimi e non c'è stato niente

da fare. sembra che in quel momento Kim non fosse con lui, anche se risulta in ospedale anche lei. Forse è sotto Shock.-

Non sapevo cosa dire.

-Ti ha informato Brian?-

Lui annuì.

In quel momento tornarono i ricordi di quegli ultimi giorni felici. Prima che Kim lasciasse Brian e scappasse con Vincent.

Ripensare a quei momenti mi distruggeva.

-Vado a dormire.- dissi con un fil di voce.

Presi le mie gocce e sprofondai nel sonno.

-Gail sveglia è solo un sogno!-

Mi passai una mano sulla fonte sudata. Will era davanti a me, il suo profumo intenso riempì le mie narici.

Lo guardai titubante.

-Stai urlando da dieci minuti, credo che tu abbia fatto un brutto sogno. Continuavi ad urlare a qualcuno di prendere la tua mano.-

mi informò.

Sentivo un'angoscia crescere in me. Avevo paura per Kim.

Avevo gli occhi di William che continuavano a cercare una risposta nei miei.

-Brian è in casa?-

Lui mimò un no con la testa. Sospirai dal sollievo. Erano mesi ormai che non si nominava Kim, sapevo quanto dolore gli provocava parlarne.

-Devo andare a trovarla. Tu verrai con me.-

William deglutii. La cosa non sembrava entusiasmarlo, ma non disse nulla anche perché il mio era un ordine.

Once upon a love:  Back DownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora