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Avevo deciso di rimettermi in carreggiata, non avrei più sprecato la mia vita.

Louis mi aveva chiamato, ci stavamo sentendo. Mi aveva promesso che sarebbe venuto a trovarmi. La cosa mi rendeva felice. Anche con William la situazione era più tranquilla. Ora lui usciva con Tiffany e vedevo una certa intesa tra i due, sembrava fare sul serio. Ero a casa stavo preparando una centrifuga. Quando sentii William rientrare.

-Ei, Mccarthy ti do una bella notizia ho trovato un appartamento. Mi trasferisco nel fine settimana.-

Avrei finalmente avuto uno spazietto tutto per me. Il monolocale non era molto grande però sarebbe andato bene.

-Grande!Allora bisogna festeggiare.- disse calmo.

Forse qualche settimana prima mi sarei aspettata un altro tipo di reazione. Ma ormai avevo deciso di mettere una pietra sopra. Non saremo mai tornati quelli di prima.

-Potresti aiutarmi con il trasloco, te lo chiedo come ultimo favore da coinquilina!-

Lui scosse la testa divertito.

-La solita schiavista. Sono sopravvissuto a nove mesi di convivenza un trasloco non mi metterà KO.-

Gli sorrisi e gli mandai un bacio.

-Vado a farmi una doccia. Stasera esco con Tiff.- disse passandosi una mano tra i capelli.

Io annuii.

Avevo sistemato alcuni scatoloni. Restava ancora poco da inserire negli altri. Poi avrei dovuto comprare qualcosa per arredare la casa. A parte il letto e un armadio non avevo nient'altro.

Avevo lavorato parecchio per quella sera. Quindi mi concessi un attimo di pausa e ordinai la cena. Mi ripromisi che prima o poi avrei imparato a cucinare.

-Ex coinquilina io vado, passa una buona serata.-

Mi voltai, era meraviglioso.

Non lo avevo mai visto così elegante. Aveva un completo blu che faceva risaltare i suoi colori. Portava anche una cravatta. Non avrei mai pensato di vederlo indossare una cravatta. Avevo le labbra secche.

-G-grazie anche te!- dissi balbettando

Lui mi lanciò uno sguardo dei suoi.

-Se bastava un semplice smoking ad ammutolirti li avrei indossati più spesso.-

Io deglutii. Era perfetto con quei capelli setosi che gli arrivavano alle spalle. Lo guardai negli occhi, commettendo il più grande sbaglio della mia vita. Era come firmare la mia condanna all'inferno.

Lui mi fissò, poi con un movimento lento si tolse il ciuffo ribelle dalla fronte senza mai smettere di fissarmi. Sentii le gambe cedere. Poggiai la mano sul bancone dietro di me, per sorreggermi. Ed ecco che lui con passo felpato venne nella mia direzione. Non respiravo. Un demone favoloso si stava avvicinando a me. Era così vicino che potevo sentire il suo odore. Potevo quasi toccarlo chiusi gli occhi per cercare di assaporare meglio quel momento. Aprii gli occhi. Speravo che fossi davanti a me ma non fu così. Non c'era mi voltai. Stava bevendo un bicchiere di acqua.

Per un attimo avevo creduto che fosse tornato per me. Una parte di me ringraziò Will. Non potevo arrendermi a lui così.

-Bene. Non aspettarmi sveglia.- concluse prima di uscire dalla porta.

Questa volta però non tornò indietro. Mi ero illusa potesse restare, che provasse ancora qualcosa.

Decisi di concentrarmi sul trasferimento. Finii di preparare le mie cose,  poi mi rifugiai nella mia camera. Stavo per crollare quando arrivò un messaggio.

-Americàin, come va?-

Riconobbi immediatamente il mittente, Louise. Non avevo nessuna voglia di parlare con alcun essere vivente. Ma per come erano andate le cose tra me e lui e soprattutto dopo come lo avevo abbandonato, decisi di rispondergli.

-Eilà, Louise qui sempre le solite cose lì?-

Lasciai il telefono sul comodino e mi addormentai profondamente.

Mi svegliai di soprassalto, ruotai la sveglia nella mia direzione.

7:11 a.m

Avevo la gola arsa così contro voglia trascinai il mio corpo ancora addormentato in cucina. Era buio pesto, ma ormai conoscevo quella casa a memoria.

-Ahi!- sentii qualcosa pungermi sotto il piede.

Accesi la luce dalla cucina.

Vari indumenti di tutti tipi erano sparsi sul pavimento, il mio piccolo piedino era finito proprio su un reggiseno.

Dopo aver sorseggiato un po' d'acqua tornai in camera mia, notando che gli indumenti erano disseminati lungo tutta la casa e portavano alla stanza di Will.

Strinsi le mani a pugno.

Gail, basta pensare a Will. Vi siete lasciati è giusto che vada avanti con la sua vita.

Cercai la via dell'autoconvincimento.

Volevo rimettermi a letto. Ci provai. Ma non feci altro che girarmi e rigirarmi, trovandomi così avvolta nelle mie stesse lenzuola.

Perfetto ero un piccolo involtino.

Mugugnai tra me e me prima di farmi forza e uscire da quel groviglio.

Once upon a love:  Back DownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora