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8.

Stavamo per arrivare a casa. Pochi isolati e sarei tornata alla normale routine.

-Will ti prego, non dire niente a Brian.-

Interruppi quel silenzio che ormai regnava tra di noi.

-Sta tranquilla, per ora non dirò niente. Non ora che si sta riprendendo.-

Lo guardai con aria interrogativa.

-È tornato a vivere nel suo appartamento.- aggiunse.

Ero contenta per lui.

-Bene mi fa piacere!-

Un primo passo.

Tornai ai miei pensieri. Un momento.

Se Brian era tornato al suo attico, o no, io avrei condiviso l'appartamento solo con Will.

Deglutii nervosamente. Avrei lavorato giorno e notte pagato il debito a mia madre e comprato una casa solo per me. Dovevo allontanarmi dalla tentazione "Will".

Da quando Kim era andata via erano difatti cambiate molte cose. Io non avevo più messo piede nella nostra vecchia casa, c'erano troppi ricordi con lei e soprattutto era di mia madre. Era lei il motivo per cui avevo perso Vincent.
Quella stronza, non la perdonerò mai per essersi fatta Vincent mentre io ero via.
La puttana inoltre aveva calcolato l'ammontare dei soldi che le dovevo compreso il valore della casa e del mio studio.
Avevo dovuto vendere tutto. Avevo comprato uno studio più piccolo e restituito tutto il restante dei soldi a lei. Nonostante questo avevo ancora qualche migliaia di dollari da darle, e nessuna banca disposta a farmi un mutuo.
Avevo deciso di farcela da sola. Avrei risparmiato su tutto, pur di riottenere la mia libertà.

Scesi dalla macchina per rientrare nell' appartamento.

-Dai a me.- disse Will

Gli lasciai il mio borsone senza fare tante cerimonie.
Otto ore di aereo avevano distrutto la mia schiena.

Neanche il tempo di entrare e mi stravaccai sul divano.

-Casa dolce casa.- dissi tra me e me.

Sentii William lamentarsi per la mia pigrizia. Non ero mai stata così sfaticata. Non curavo neanche più il mio aspetto, non passavo più le ore a sistemare ogni singolo angolo della casa. Solo il mio studio era ancora in perfetto ordine.

Avrei dovuto riprendere in mano la mia vita e tornare quella di prima.

-Mccarthy, ordina la cena.- gli urlai in modo che potesse sentirmi.

-Fallo te invece di spalmarti sulla poltrona, io vado di fretta sai ho una vita notturna io.- rispose dall'altra stanza.

Neanche è arrivato già pensa a chi sbattersi questa sera.

Sentii lo scroscio d'acqua provenire dalla sua stanza. Si stava facendo la doccia. Come al solito senza preoccuparsi di chiudere la porta.

Ora mai convivavamo da mesi, per la maggior parte del tempo litigavamo come cane e gatto. Ogni tanto finivamo a letto insieme. Per il resto eravamo estranei.

Mi sollevai mal volentieri e tornai nella mia camera.

Mi trovai davanti allo specchio. Una sconosciuta mi fissava.

-Ei tu che cosa ne hai fatto di Abbigail Reyes?-

Chiesi al mio riflesso.

Una ragazza dalla folta chioma rossa mi fissava dallo specchio, con due grandi occhi verdi. Capelli stepposi, senza un filo di trucco, un gioiello e soprattutto in tuta. Mi ero ridotta proprio male.

Once upon a love:  Back DownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora