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-Maxwell Vincent Paw Montgomery.- disse Brian scandendo ogni singola parola.

Non era neanche uscito dalla clinica che eravamo corsi all'anagrafe, nessun test del DNA niente di niente. Una piccola firma ed ora Max aveva nuovamente la sua famiglia.

Guardavo fiera i miei uomini.

Non ero mai stata così in pace. Nessuno ci avrebbe fatto più male.

Firmai.

Il volto di Brian era illuminato da un sorriso a trentadue denti.

Ci strinse a se con il braccio non fasciato.

-Ora posso godermi la mia famiglia.-

Per ora ci eravamo trasferiti, nell'appartamento che avevo affittato. Brian aveva intenzione di vendere il suo loft, non voleva che rivivessi quei brutti momenti.

Ero seduta accanto al mio futuro marito, nostro figlio dormiva beatamente nel passeggino.

-Sono invidioso vorrei anche io un mezzo di trasporto del genere.- disse

Io lo guardai e gli sorrisi.

-Quando l'ho comprato mi è sembrato di sentire la tua voce nella testa, nonostante costasse parecchio, sapevo che ti sarebbe piaciuto.-

Mi prese la mano ne accarezzo il dorso, prima di iniziare a giocare con il mio anello.

-Mi hai reso l'uomo più felice del mondo. Se potessi tornare indietro non avrei mai rinunciato a voi. Io, io dovevo capire che non mi avresti mai lasciato. Poi quelle nausee continue, oh Kim scusami è stata tutta colpa mia.-

Lo zittii con un bacio.

Dovevamo recuperare un sacco di tempo. Non volevo sprecarlo così, ormai non potevamo cancellare quello che avevamo passato. Potevamo invece andare avanti.

Avevo preparato una sorpresa per lui. Ero riuscita ad avere i sette scatoloni che gli avevo preparato.

Entrammo nell'appartamento.

-Appena riuscirò a muovermi nuovamente troveremo una bella casa.-

Sganciai Max dal passeggino e lo presi in braccio.

-Ei l'importante è stare insieme.- dissi.

Non ero abituata a vedere il mio uomo così magro e deperito. Quel breve viaggio lo aveva stancato.

Si era seduto su una poltrona, allungo le braccia per prendere suo figlio. Non volevo negarglielo, nonostante sapessi che si sarebbe stancato.

-Vai un po' dal tuo papino.-

Pa-pa-pa.

Guardai immediatamente Brian, per capire se avesse sentito quello che avevo sentito anche io.

Io suo occhi blu erano ancora più grandi.

-Il mio ometto, ora dovremmo impegnarci a dire anche mamma.- disse felice prima di coccolarlo tra le sue braccia.

Li lasciai soli. Andai nella camera da letto. Avevo ripulito il contenuto degli scatoloni, non c'era più traccia di Paul. Attaccai il lettore dvd. Inserii il CD. Quello in cui vidi per la prima volta nostro figlio.

Tornai in cucina.

Vidi i miei uomini. Brian teneva Max davanti a se. Le sue manine erano intorno alle sue grandi dita. Max dal canto suo tentava di tenersi in piedi sotto lo sguardo vigile del suo papà.

-Ho una sorpresa per te.- dissi.

Andai incontro e presi Max in braccio. Prima di aiutare Brian ad alzarsi dalla sedia.

Piano piano arrivammo in camera.

Brian si guardò intorno e prima che potesse dire qualsiasi cosa, premetti play.

Il ritmo soave del cuore di mio figlio riempì la stanza. Brian si accasciò sul letto.

-Era così piccolo.- disse.

Io sorrisi.

Max intanto si dimenava tra le mie braccia, lo lasciai sul letto.

-Non hai visto tutto il resto, aspetta di vedere la sua prima linguaccia, il suo primo sorriso, il bagnetto. Mi dispiace che ti sei perso tutto questo.- dissi.

Lui mi tirò a sé. Mise le mani sul mio ventre.

-Non ti sono stato vicino, non ti ho visto con il pancione, non ho visto mio figlio nascere. Mi sono perso tutto questo. Mentre tu combattevi per lui, io non sono stato capace di combattere per te. Non ho lottato, anzi ho passato un anno ad odiarti e tradirti.- disse abbassando la testa.

Io la sollevai.

-Philipp mi ha fatto interi set fotografici con il pancione, pensa che in molti gli hanno richiesto quelle foto per alcune pubblicità. Ma volevo fossero solo tue.- cercai di sviare.

Non mi andava di parlare di quello che aveva fatto.

-Kim ti giuro, non ho amato nessuna dopo di te, io ti appartengo questo ti appartiene.- disse indicandosi il cuore.

Presi la sua testa tra le mie mani. Lui sprofondo sul mio petto.

-Ei tu che credi di fare.- disse a Max.

Quella peste tentava di scendere giù dal letto.

Sorrisi.

Brian mi guardò negli occhi. Mi sentii esplodere. Gli mancavo e sapevo quanto lui mancasse a me.

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Questo periodo non sono a casa mia quindi non ho una connessione stabile. Per ora mi sto dedicando alla scrittura, così appena torno avrò parecchio materiale per voi!
❤️

Once upon a love:  Back DownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora