∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 30

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Canzoni: This is war - Thirty Seconds To Mars + All the things she said - t.A.T.u.
•••

Taylor

Devo dire la verità a Jamie.
Taylor annuì nella penombra. Poi scosse la testa e mise le mani sul viso bollente.
Non posso dirglielo.
Era stata sul punto di andare da lui per raccontarglielo almeno una decina di volte quella notte e alla fine aveva rinunciato a tutte per poi ricominciare a chiedersi se doveva essere lei a dirglielo oppure no.

Cosa avrebbe fatto se ad Aaron fosse successo qualcosa per colpa sua?

Era mezzanotte inoltrata quando Taylor si alzò e brancolando nel buio, andò ad aprire la finestra. Aveva bisogno di sentire l'aria fresca sul viso sudato, così l'aprì, respirò l'aria notturna e infine tornò a sdraiarsi sul letto illuminato dalla luce bianca della luna.

Un rumore di passi sull'erba la fece allertare. E allora si drizzò a sedere. Ancora seduta sul bordo del letto, Taylor si chinò a terra e scavò nell'oscurità, che copriva il pavimento, in cerca di un oggetto da lanciare a qualunque cosa o persona stesse entrando dalla finestra.

L'ombra di qualcuno si rifletté sul parquet in legno della sua camera e il tacco a spillo che Taylor aveva recuperato da terra volò in aria nello stesso istante.

«Ahia!» una voce gemette.

«Jamie?»

Taylor si era alzata in piedi, il cuore in gola.

«Che cos'era?» brontolò il ragazzo con voce sofferente. Taylor lo vide alzare un braccio per massaggiarsi la testa.

«Uno dei miei tacchi a spillo.»

«Vuoi lanciarmi anche l'altro?» chiese e Taylor sapeva che stava sorridendo.

Si maledisse quando pensò di voler vedere il suo sorriso. Era arrabbiata con lui per la discussione che avevano avuto quel pomeriggio, e non voleva mollare la corda e dimenticare tutto solo per il senso di colpa che provava per non avergli detto una verità che non spettava a lei raccontargli.

«Perché sei qui Jamie?» bisbigliò e lo sentì farsi di un passo più vicino a lei.

Respingilo. Si disse. Sei arrabbiata. Respingilo.

«Per dirti che mi dispiace.» Le mani di Jamie cercarono i suoi fianchi, lei le cacciò via. Il cuore le martellò la gabbia toracica. «Vuoi che me ne vada?» disse lui sconsolato.

Taylor stava scuotendo la testa consapevole che Jamie non potesse vederla.
Socchiuse gli occhi quando dei brividi freddi le percorsero la spina dorsale. Jamie la spinse verso di se con le mani e lei sentì i loro corpi collidere come pianeti.

«Vorrei che non fossi mai venuto.» rispose esitante.

Taylor non riusciva a vederlo, ma le labbra del ragazzo erano a pochi centimetri dalle sue. Così vicine da poterle toccare con la punta del naso.

«Non è la risposta che serve per farmi andare via.» ribatté prontamente Jamie, il tono spudorato. Le sfiorò il lobo dell'orecchio con le labbra e lei ebbe un nuovo brivido che le salì su per la schiena.

Che cosa voleva da lei? Cosa era venuto a fare?
Improvvisamente Taylor non provò più alcun desiderio verso le risposte a quelle domande.
C'era solo un pensiero nella sua mente e il suo nome coincideva con quello di Jamie.
Perché le annebbiava la vista anche quando non poteva vederlo?
Incredibile. Anche solo immaginare i suoi occhi bastava a farle perdere il senno.

Baby, you are my troubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora