∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 28

1.2K 83 20
                                    

In foto: Diego Barrueco come Benjamin
Canzone: Smells like teen spirit dei Nirvana
•••

Jamie

Era un po' nervoso quella mattina.
I poliziotti lo facevano innervosire. E in quale posto poteva trovarsi se non al dipartimento di polizia di Los Angeles, un posto strapieno di uffici che brulicava di poliziotti?
Prese a grattarsi vigorosamente un braccio dal gran che era nervoso. Vide Aaron prendere le distanze da lui per avvicinarsi al banco informazioni e improvvisamente si ritrovò da solo al centro della hall a guardare, di qua e dila, persone in divisa che correvano da una scrivania a un'altra. Poi, con lo sguardo, incappò in una scatola di cartone sulla scrivania più vicina.

Ciambelle!

Riconobbe il logo di Dunkin' Donuts su un lato della scatola e il suo stomaco brontolò per non aver visto ancora cibo quella mattina. 

«Jamie, cosa stai aspettando?» Jamie spalancò gli occhi verdi. Le ciambelle gli stavano parlando? Aveva l'acquolina in bocca, riusciva già a sentire il sapore della glassa al cioccolato bianco sulle labbra. Si girò di novanta gradi e camminò verso la scrivania. «Jamie!» La voce parlò ancora. «Cosa ti è preso?»

Cosa? pensò. Poi si rese conto che era stato Aaron a parlare. Ma certo, so che le ciambelle non possono parlare. Pff. si disse, ma non servì a farlo sentire meno stupido.

«Hai detto ciambella?» disse meditabondo ad Aaron, la bava alla bocca. «Ehm volevo dire... qualcosa.» si corresse in fretta. «Hai detto qualcosa?»

Il ragazzo passò circa un minuto in silenzio, poi si decise e rispose: «Ho detto che dobbiamo muovere le chiappe, l'ufficio di Parrish è di la.» ripeté e indicò una porta sul lato ovest del dipartimento.

«Va bene,» Sbuffò, spingendosi il cappello degli NYY sul naso, così che andasse a coprirgli gli occhi. «andiamo allora.»

L'ufficio era abbastanza grande, ma vuoto per metà. L'arredamento era ridotto al minimo indispensabile che permettesse a Parrish di svolgere il suo lavoro. Scrivania, sedia, schedario.
Jamie passò in rassegna ogni angolo della stanza e solo alla fine, si accorse del ragazzo che ammirava la strada dalla finestra, posta dietro la scrivania.

Era alto, le spalle erano larghe, i capelli erano biondo cenere e Jamie era sicuro rispondesse al nome di Ashton.

«Che strano incontrarti qui.» Jamie fece un passo avanti verso la scrivania. «Vogliono arrestarti?» lo provocò mentre un moto di antipatia si manifestava dentro di lui. «O l'hanno già fatto?»

Era inutile per Jamie sforzarsi di farsi andare a genio quel ragazzo, gli rimaneva incastrato in gola, non gli andava ne su ne giù.
E il fatto che fosse l'ex migliore amico di Taylor, lo rendeva ancora più detestabile.

Aaron chiamò Jamie picchiettandogli il gomito nelle costole. «Lo conosci?»

«È un amico di Taylor.»

«Migliore amico in realtà.» lo corresse il biondo aggiungendo un sorriso sghembo, che Jamie si immaginò di poter cancellare con un pugno in bocca. «E no, mi dispiace deludere le tue aspettative, ma nessuno qui mi arresterà.»

«Che peccato.» grugnì Jamie fingendo un sorriso. La bocca gli rimase bloccata in quel sorriso che sembrava di plastica, si ricompose quando la mandibola iniziò a fargli male.

«Che ci fai qui? Nell'ufficio dell'agente Parrish?» chiese Aaron con l'impassibilità e l'indifferenza che Jamie non riusciva a tenere.

Ash superò la scrivania per camminare nella loro direzione. «Sono il fratello di Lisa, sua moglie.» Jamie notò il tono rispettoso con cui si rivolse ad Aaron. «Sto facendo un tirocinio qui.»

Baby, you are my troubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora