∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 20

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Canzone: Starset - My demons
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Aaron

Jamie lo stava fissando. Aaron sentiva il peso del suo sguardo sulla schiena, ma non riusciva a trovare il coraggio di voltarsi.

«Tu con chi andrai al ballo?» disse rivolto a Cloe. Cercò di distrarsi parlando con la ragazza.

Lei lo guardò con disprezzo. «Perché vuoi saperlo?» grugnì alzando lo sguardo dal cellulare.

«Per una volta potresti rispondere senza farmi un'altra domanda?» Aaron emise uno sbuffo, doveva ammettere che lo seccava il fatto che lei gli rispondesse sempre con altre domande.

Cloe rimase seria. «No.»

Aaron sollevò le spalle e pensò a qualcosa da dire. «Okay. Allora...» strascicò la parola. «forse voglio saperlo perché vorrei che ci venissi con me.» sorrise con un po' di malizia negli occhi.

«No, non lo vuoi.» rispose acida. Cloe abbassò il capo e tornò a guardare il telefono.

«Ah si» fece Aaron. «e come fai a saperlo?» le afferrò il mento con le dita costringendola a guardarlo di nuovo.

Il ragazzo si sorprese nel vedere che lei non sollevava alcuna protesta. 

Poi Cloe si voltò improvvisamente e indicò Taylor con lo sguardo. «Perché tu vuoi andarci con miss perfettina la dietro.» La voce timida e insicura di Cloe tradì la sua maschera da regina di ghiaccio.
Il senso di colpa ammutolì Aaron frenando ogni suo altro tentativo di fare conversazione. Per fortuna la ragazza riprese a parlare. «Comunque a me non frega un cazzo con chi vai tu, io ci andrò con il mio ragazzo.» ribatté impettita per poi tornare a scrivere sul suo telefono.

Aaron pesò subito al nome sul quaderno di Cloe, Kim.
Forse il suo ragazzo si chiama Kimberley, rifletté. oppure è straniero e ha un nome tipo Kimball, che cazzo ne so.
Comunque si sentì un po' meglio. Non sarebbe andata da sola.

«Bene.» disse lui in un sospiro.
Cloe lo guardò, ma Aaron fu distratto dai suoi pensieri.

Taylor

L'assemblea durò due ore esatte e per più della metà del tempo, Taylor aveva mantenuto lo sguardo inchiodato alla nuca di Shane. Lo guardava come se volesse saltargli addosso con una spranga e aprirgli la testa in due come un cocomero.
Non si sarebbe fatta spaventare da uno stupido messaggio, avrebbe fatto finta di niente, lo avrebbe ignorato come si fa con le persone inutili che sono solo uno spreco di ossigeno per il mondo.

«Ehilaaa!» Torrence le stava sventolando una mano di fronte al volto. «Terra chiama Taylor, rispondi Taylor!» intonò lei e per poco non le fece cadere un orecchio dal gran che urlò.

«Si, dimmi.» biascicò una volta tornata con i piedi per terra.

Torrence guardò prima lei, poi la poltiglia che Taylor aveva nel piatto. Aveva continuato a mescolare senza rendersene conto quella fanghiglia che doveva essere... zuppa?

«Fossi in te non la mangerei.» suggerì Jamie dandole di gomito.

Taylor lasciò andare il cucchiaio improvvisamente schifata da ogni genere di pietanza. «Trovami qualcuno che lo farebbe.»

«Albert.» scherzò Torrence indicando un ragazzo seduto due tavoli di distanza da loro che aveva già fatto il bis due volte.

Baby, you are my troubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora