∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 1

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Taylor

Aveva passato troppe ore seduta in macchina a fissare il finestrino - con le gambe intorpidite e lo skate sulle ginocchia - per poter rinunciare a un giro nella città di Los Angeles, la sua città, dove era nata e cresciuta e che era stata costretta a lasciare, due anni prima, per una squallida cittadina della Louisiana.

Ora era tornata e la sua vita aveva ripreso dall'esatto momento in cui lei e Cloe si erano salutate sulla spiaggia della California.

Per quanto ci aveva provato, Taylor non era mai riuscita a dissuadere i suoi dal cambiare idea riguardo al trasferimento. Il lavoro significava per loro ciò che lo skateboard significava per Taylor. Tutto. E quando avevano ricevuto una cattedra fissa a Midway, dopo anni di supplenze, non si erano azzardati a rinunciarvi. A quel punto, per la ragazza il trasloco sembrò definitivo, fino a quando i genitori non vennero trasferiti alla California High School.

Certo, era il suo liceo a Los Angeles, ma poco importava se voleva dire rivedere la sua migliore amica e la sua crew di skate.

Si incamminò sul prato del parco, lo skateboard stretto tra il braccio e il fianco destro. L'erba era umida e le bagnò appena un po' le Vans nere, gli irrigatori dovevano essere stati spenti solo poche ore prima.

Un'immagine indesiderata le invase la mente, riportandola all'ultima volta in cui era stata vista in quel luogo.

Il suo ex ragazzo, capo degli Snake Attack, la stringeva a se sotto il getto freddo dell'irrigatore. Si trovavano proprio li, in quello stesso parco, magari anche nello stesso punto. Ci erano andati per skeitare e si erano ritrovati a rincorrersi sull'erba sotto una pioggia artificiale. Sarebbe stato il ricordo più bello di tutta la sua vita, se solo il giorno dopo quell'immagine non fosse stata rimpiazzata da lui che baciava sua sorella minore.

Aveva sempre avuto dei battibecchi con Eve, ma da quella volta, quasi non si parlavano più.

«Taylor!» Avvertì le braccia di Cloe sui suoi fianchi, l'attimo dopo essersi risvegliata dalla trance in cui era incappata. «Non sai, non hai idea di quante cose io debba raccontarti.» disse l'amica con una quantità eccessiva di entusiasmo nella voce.

Che bello sentirla parlare da vivo, ammise Taylor nella sua mente. Sfoderò un sorriso a Cloe e per i successivi due minuti la lasciò parlare senza interruzioni.

La mise al corrente di un sacco di cose, come ad esempio l'incidente di Bess, avuto qualche settimana prima, che l'aveva costretta a riporre lo skate o la battle che avevano vinto contro i Junior J, nuova crew di skate chiamata così perché capitanata dai tre, Jay, Jason e JJ o ancora l'ondata fresca di nuovi studenti maschi alla California High School. Cloe era già uscita con qualcuno di loro, malgrado la scuola fosse iniziata solo da qualche settimana.

Taylor decise di interrompere il flusso di parole che uscivano dalla bocca dell'amica, quando ormai iniziò a straparlare.

«Calma okay?» disse posando lo skate sul cemento liscio. Avevano raggiunto la pista, era ancora come la ricordava, solo più piena. «Tieni un po' di novità per la prossima volta. Domani torno a scuola, non voglio annoiarmi.» scherzò invitando Cloe ad unirsi a lei.

«Ti sei mai annoiata con me?»

Taylor arricciò le labbra. «E tu ti sei mai annoiata con me?»

Scivolò giù per una rampa alla velocità della luce, per poi risalirla con un salto finale, entrambi i piedi rimasero incollati alla tavola. Aveva fatto pratica in quei due anni, ed era fiera di ciò che era riuscita ad ottenere.

Il vento tra i capelli la fece sentire bene, come sempre da quanto ricordava. Per la seconda volta le rotelle dello skate si sollevarono dal cemento. Taylor annusò l'aria e per quei pochi istanti in cui si trovò sospesa a metà, chiuse gli occhi abbandonandosi alla sensazione di piacere che provava ogni volta, come fosse la prima.

Baby, you are my troubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora