∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 4

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🎵 Tiësto - Footprints

Taylor

Non appena si ritrovò i binari del treno a pochi metri dai piedi, Taylor percepì una voragine nel petto. La scorsa estate aveva letto un libro, Paranoid Park, dove un poliziotto saltando su un treno in corsa, per far scendere dei ragazzi, era finito spiaccicato dalle rotaie. Taylor non voleva fare la stessa fine, ma non voleva neanche sembrare una fifona.

«Sta arrivando!» gridò Jamie per superare lo stridio delle rotaie. «Sei pronta?» Si rivolse a lei indicandole la direzione da cui stava arrivando il treno merci.

Viaggiava ad una velocità piuttosto lenta, ma Taylor credeva comunque che salire su un treno in corsa fosse una cosa folle.

«Si, certo.» rispose lei con falsa sicurezza, ma nessuno dei due ragazzi se ne accorse.

Quando usciva con gli Snake Attack, era lei la più coraggiosa, quella più impavida, quella che faceva i tricks più pericolosi, ma con loro non aveva mai fatto nulla del genere. Sentì le ginocchia tremare come foglie quando si voltò per osservare il mezzo di trasporto arrugginito che sferragliava sulle rotaie. Mandò giù il groppo, grande quanto la luna, che le si era formato in gola e aggiustò lo zaino sulle spalle.

Addio mondo, che non ho visto nemmeno per metà.

Lanciò uno sguardo ai ragazzi. Alla sua destra c'era Jamie, il suo ciuffo marrone prima schiacciato sulla fronte, ora andava in direzione del vento. E a sinistra Aaron, che di tanto in tanto la cercava con lo sguardo come per assicurarsi che non rimanesse indietro.

Che cosa premurosa, pensò lei e per un attimo, scansò la paura di morire dalla mente. Ancora non avevano accennato nulla su quale fosse la loro meta, ma Taylor era fiduciosa -anche per questo aveva trovato il coraggio di saltare su quel treno- sentiva di poter riporre la sua fiducia in quei ragazzi. Al contrario del mondo, Taylor non giudicava dalle apparenze.

Quando il treno passò di fronte a loro, il primo ad afferrare la scaletta di uno dei vagoni fu Jamie. Dopodiché si affrettò ad aprire la porta scorrevole, così da poterci sgusciare dentro.

«È legale questa cosa?» domandò Taylor con il fiato corto.

Lei e Aaron avevano cominciato a correre un po' per stare al passo con il treno, che intanto avanzava piano.

Jamie rispose per primo. «Si, ammesso che nessuno lo venga a sapere.» Quella risposta non la rassicurò per niente. A un certo punto le venne l'idea di tirarsi indietro, ma dentro di sè era come se si stesse svolgendo un conflitto tra due parti: quella che voleva disperatamente andare con loro e quella che voleva ad ogni costo rimanere indietro. «Non sono sicura di voler fare la fine di una polpetta!» disse quasi a sé stessa.

Aaron intanto correva di fronte a lei con il capo voltato indietro, la guardava come per convincerla a salire.

«Andiamo, lo abbiamo fatto altre mille volte.» sorrise infondendo in Taylor una certa dose di adrenalina.

«Si, ed è capitato solamente una volta che qualcuno finisse male.» continuò Jamie da dentro il vagone merci. «Hai capito che intendo no?» la sua risata le riempì le orecchie insieme al rumore del treno e quando il ragazzo con il piercing creò un'immagine con le mani come di qualcosa che si schianta, Taylor si sentì congelare il sangue nelle vene.

Gli rivolse un'occhiata attonita, cercò di nascondere tutto il terrore dietro a quello sguardo.

Ripensò a Paranoid Park.

Aaron le si affiancò. «Ti tirerò su io.» Le sue mani andarono a sfiorarle i fianchi, erano fredde e fecero trasalire Taylor non appena la toccarono. Lui biascicò un «scusa», ma stravolta dalla paura Taylor non lo udì. Si sentì sollevare poco dopo, i piedi si alzarono di qualche centimetro da terra. Le sembrò di volare, il vento soffiò cauto sul suo viso, la sfiorò come qualcuno che ti soffia piano su una ferita e i capelli colorati volarono all'indietro. «Puoi aggrapparti a Jamie per tirarti su,» Ansimò per lo sforzo. «così se per caso dovesse cadere, sembrerà un incidente.»

Baby, you are my troubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora