∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 3

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PTaylor

Quando tornò a casa, quella sera, erano già tutti a dormire. Camminando sulle punte, per non fare rumore, Taylor sgattaiolò nel bagno nuovo di trinca. Aveva provveduto a lavare le mani nel lavello in cucina, così che non avesse lasciato tracce di sangue per la casa.

Anche se, pensandoci, non avrebbe fatto alcuna differenza. I suoi genitori non si sarebbero accorti di lei neanche se avesse sfilato loro davanti coperta di sangue come Carrie, la ragazza in quel film che aveva visto due sere prima in tv.
Probabilmente avrebbero pensato che fosse sporca di marmellata o che lei e la sorella avessero giocato all'allegro chirurgo, solo con parti del corpo vere.
Sbuffò scocciata e si tolse i vestiti impregnati di sangue. Li lanciò nel lavandino alle sue spalle con l'intenzione di lavarli, ma non lo fece.
Quando si voltò verso lo specchio, si scontrò con il suo riflesso. Aveva qualche schizzo di sangue sul viso pallido, sangue che non le apparteneva.
In quel momento, Taylor non riuscì a ricordare il numero di volte in cui il suo pugno aveva colpito la faccia di Shane, ma la sensazione che le aveva provocato, quella non l'avrebbe mai dimenticata. Si sentiva una persona orribile, soprattutto perché pensava che Shane meritasse ciò che gli aveva fatto.
Deglutì a fatica la saliva di troppo e lasciò che una lacrima le rigasse il viso. La raccolse subito e si rimproverò per essersi lasciata andare. Se c'era una cosa che non sopportava, era sentirsi vulnerabile. Non permetteva mai a se stessa di cedere e piegarsi alla debolezza. Mai.

Jamie

«Era un bel tipetto, quella ragazza.» disse Jamie ad Aaron mentre raggiungevano Mitch, Dylan, Jake e altri ragazzi della compagnia, nel vicolo dietro a Crubs.

Aaron fece uno slalom con lo skate tra i paletti che dividevano la pista ciclabile dalla carreggiata. «Già, proprio un bel tipetto.» ripeté l'amico assorto.

Jamie aveva conosciuto una sola ragazza forte come lo era Taylor. Forse era quello il motivo per cui l'aveva colpito.
Gli ricordava lei.

«Hai visto Harvey ultimamente?» chiese Jamie attirando la completa attenzione di Aaron, che fermò lo skate e continuò a piedi.

Harvey era il capo dei Keep In Mind, la loro ex crew, un gruppo di bastardi sempre in cerca di guai. Jamie non li odiava perché li avevano cacciati, ma perché gli avevano portato via tutto.

Aaron scosse la testa rivolta verso il suolo. «Non dopo la prigione.»

«Mmh, okay.» sospirò rassegnato.

«Ehi, ragazzi!» Mitch li chiamò dal fondo del viale squassando la mano sopra la testa. «Ce l'avete fatta!» esclamò.

Li raggiunsero e Jamie dimenticò quello a cui stava pensando.

Taylor

Posò la fronte bagnata sul vetro freddo della doccia e restò così per alcuni minuti, mentre l'acqua calda le bagnava la schiena.
Il suo sguardo si posò inconsapevolmente sul bracciale rosso che poco prima aveva posato sul lavabo.
Sospirò. Lo fissò.
E si chiese cosa significasse il fatto che si fosse rotto di fronte a due ragazzi.
Ancora non poteva crederci, aveva aspettato per anni che si rompesse. Aveva passato un periodo in cui non smetteva mai di guardarlo per paura che si rompesse al momento sbagliato. Poi, pian piano, aveva iniziato a perdere le speranze, così lo guardava solo quando, per caso, le ci cadeva l'occhio, finché alla fine smise di guardarlo del tutto e iniziò a considerarlo per ciò che era realmente, un insignificante braccialetto.
E ora che quasi non ricordava più di averlo al polso, si era spezzato di fronte a non uno, ma bensì due ragazzi di cui non conosceva neanche il nome e che a quanto si diceva, avevano una storia difficile alle spalle.

Baby, you are my troubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora