∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 10

1.6K 123 11
                                    

Canzone: Shut up - Simple Plan

•••


Taylor

«Okay, ridimmi un po' per quale motivo siamo qui.» fece Aaron distante.

«Perché mia madre è una stronza e voglio fargliela pagare.» rispose Taylor assicurandosi che non ci fosse nessuno nelle classi la cui porta era aperta.

Capitava a volte che i bidelli rimanessero fino a tardi per le pulizie e anche se succedeva di rado, era meglio essere prudenti. Le saltò alla mente il ricordo del ragazzo figo che aveva visto nello sgabuzzino e si ritrovò a riflettere sul fatto che se mai ci fosse stato lui li, si sarebbe fatta beccare di proposito pur di rivederlo e parlargli un po'. Non lo aveva più incontrato dal giorno in cui aveva cercato di investirla con la macchina.

Avevano raggiunto l'ufficio della presidenza quando Jamie disse le sue prima parole da quando erano arrivati.

«Non pensavo fossi il genere di ragazza che fa queste cose.» sorrise lusinghiero e lanciò a Taylor uno sguardo che le creò confusione. Era un modo per flirtare con lei o era semplicemente se stesso?

La porta della presidenza era aperta. Entrò seguita da Aaron. «E io che tu fossi il genere di ragazzo in grado di pensare.» lo rimbeccò lei.

Il ragazzo alle sue spalle scoppiò a ridere e Taylor si compiacque per quello. Jamie invece era rimasto in silenzio, seppur non se la fosse presa.

Tutto nella stanza era in perfetto ordine, il che fece provare a Taylor un familiare senso di fastidio. Sentiva di dover mettere sottosopra ogni cosa. Le mani iniziarono a pruderle e a fremere dalla voglia di scaraventare a terra tutti quei documenti che, quella mattina, la madre era stata intenta a firmare con tanta urgenza da ignorarla. Erano ancora sulla scrivania, rilegati con un elastico. Diana doveva aver ultimato il lavoro.

«Cos'é quel sorriso da maniaca?» Il fiato di Aaron sul collo la risucchiò via dai pensieri.

Taylor non rispose. Si limitò ad afferrare il plico di fogli, a sfilare l'elastico e dopo un attento lavoro di mani, a far volare per la stanza un centinaio di aeroplani come fossero coriandoli.

«Cosa state aspettando?» chiese ai due ragazzi che, immobili, la guardavano stupefatti. «Pensavo foste in grado di divertirvi.» disse. «Se non ve la sentite potete anche stare a guardare. Potreste imparare qualcosa.» li stuzzicò fin quando non vide accendersi nei loro occhi la fiamma nera della ribellione.

«Noi imparare da te?» la schernì Jamie, ma lei si risparmiò la fatica di parlare e gli mostrò il dito medio.
Lui rise in risposta.

Aaron

Quando prese a scaraventare a terra l'appendiabiti e alcuni oggetti su uno scaffale li accanto, ad Aaron sembrò di essere tornato indietro nel tempo. Lui e Jamie facevano spesso questo genere di cose con i Keep In Mind, era ed era sempre stato solo un gioco per loro, finché un'ultima bravata, la più grande, non aveva portato via alla crew molto più di una skater.
Rivisse quella notte in pochissimi istanti. Quando chiuse gli occhi Aaron vide Laura stesa a terra, vide il cerchio di sangue circondarla e Jamie in ginocchio accanto al suo corpo, poi li riaprì e tornò lì nell'ufficio della preside a mettere a soqquadro ogni cosa.

Nel profondo sapeva di non doverlo fare, sapeva che lui e Jamie non avrebbero dovuto dare una mano a Taylor perché si sarebbero messi nei guai, ma non poteva dire di non sentirsi meglio nel gettare all'aria tutto ciò che gli capitava tra le mani.
Strinse tra le dita il portapenne che aveva appena preso dalla scrivania e lo scaraventò a terra in preda a un impeto di rabbia. Guardò Jamie mentre imbrattava con un pennarello indelebile i quadri appesi ai muri e di seguito Taylor che si era concessa una pausa per osservare il lavoro compiuto.
Il suo sorriso era soddisfatto, molto più di quello di Aaron.
Lui sapeva che gettare all'aria qualche oggetto non sarebbe servito a far sparire i problemi, ma si costrinse a credere il contrario, almeno per un po'.

Baby, you are my troubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora