17 settembre, ore 21:30 ✔️

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E anche oggi la giornata è finita, per fortuna. Mi sembrava praticamente interminabile, e non avrei sopportato a lungo altre ore in quel posto.
La scuola è iniziata male, come sempre: i professori hanno già fissato le prime verifiche e interrogazioni, proprio come c'era da aspettarsi. La solita noia mortale con la solita prassi fastidiosa, che schifo. Non penso di poter arrivare viva a fine anno se continuo di questo passo, un suicidio farebbe meno male rispetto a tutto questo. Siamo al penultimo anno, eppure per loro è come se fosse l'ultimo, si sentono in dovere di tartassarci già dal primo giorno. Nonostante tutto questo schifo, è successo qualcosa di inaspettato persino per una persona cinica e senza scrupoli come me.

Sono uscita dalla classe nell'intervallo per fare due passi in cortile da sola, come faccio appena posso, quando ho visto un tizio seduto all'ombra della quercia che sta nel bel mezzo del nostro cortile interno intento a leggere un libro. Ho capito subito di quale si trattava solo scorgendo la copertina: "GIOCHIAMO ANCORA", l'autobiografia di Alessandro Del Piero, uno dei giocatori più bravi del mondo, a parer mio. Tifo Atletico Madrid, ok, ma questo non implica che io non conosca altri calciatori: io non dimentico la sua doppietta al Bernabeu nel 2006, seguita dall'ovazione di tutto lo stadio, compresi i tifosi del Real, che detesto con tutta me stessa; uno che legge un libro, oltretutto di Del Piero, per me è degno di tantissima stima, come nutro tanta stima nei confronti di quel giocatore italiano. Mi incuriosiva molto, perché non c'era mai stato nessuno prima di lui a leggere all'ombra di una quercia, oltretutto a scuola, dove si gioca a calcio nei pochi minuti che si hanno a disposizione. Non sembra, ma dieci minuti volano quando ti diverti e non fai niente. Leggere quando si potrebbero fare mille altre cose più interessanti è parecchio inusuale. Nella mia scuola c'è la squadra maschile e, sorpresa, quella femminile, dove gioco io stessa. Il calcio non è la mia vita, ma quasi. L'Atletico è stata la prima squadra che io abbia amato, e la prima che mi abbia portato una ventata di gioia nella vita.

Sembrava un ragazzo abbastanza carino per quel che potessi vedere da lontano, quindi ho deciso di avvicinarmi per poterlo osservare meglio. Difficilmente mi butto a capofitto in qualcosa che non sia una partita oppure una materia che realmente mi interessa, quindi penso proprio che oggi la mia priorità fosse solo quella di capire chi fosse realmente. Non amo seguire i ragazzi, lo trovo parecchio stupido ed infantile, però quello mi attirava davvero troppo.

Aveva i capelli color biondo cenere, corti e perfettamente lisci, il fisico che pareva tanto perfetto da poterlo accostare a quello di un calciatore e un paio di occhiali dalla montatura nera in stile John Lennon. Sai che ho sempre amato quel cantante, quindi quello è stato un motivo in più per ridurre ulteriormente le distanze fra noi: ho fatto finta di dover buttare un'immaginaria gomma da masticare nel cestino proprio di fronte a lui e ho continuato a fissarlo, fregandomene di un'eventuale figura di merda, tanto coi ragazzi per me sono il pane quotidiano. Ha alzato la testa di scatto e ho potuto vedere i suoi occhi: bellissimi, color nocciola. Mi sono sempre piaciuti gli occhi scuri, quindi quello era un altro punto a suo favore. Mi ha fissata intensamente negli occhi per qualche secondo, la campanella della fine dell'intervallo è suonata e poi si è dileguato al di là del cortile. Come c'era da aspettarsi, quello che non avrei voluto vedere è successo. Sono rimasta paralizzata per qualche istante cercando di metabolizzare quanto un ragazzo possa essere bello. Beh, probabilmente non lo rivedrò mai più, quindi una figuraccia di quel genere finirà presto nel dimenticatoio perfino per lui.

"Però, carino quel ragazzo." ho pensato. Sì, era decisamente carino. Troppo carino per non essere guardato. "Carino" è forse persino riduttivo. D'accordo, "carino" non potrebbe definire pienamente la bellezza di quello che ho visto.

Solitamente aspetto che siano loro a cercarmi, forse perché ho sempre reputato gli uomini inferiori (ritengono che le donne non siano adatte al calcio, io ci gioco da sei anni e sono più brava di un maschio della mia età), ma quello in particolare ha attirato la mia attenzione per i fattori che ti ho già detto.Ho provato a seguirlo per vedere dove si dirigesse e ho scoperto che ha un anno in più di me e frequenta l'ultimo anno. Non l'avevo mai visto prima d'oggi, eppure non è affatto invisibile un ragazzo così bello. Delle volte mi chiedo se io abbia gli occhi foderati di prosciutto o semplicemente io non mi accorga di quello che ho attorno. Forse è vero quando Sara mi dice che dovrei prestare maggiore attenzione alle cose che mi accadono. Sono poi rientrata in classe con nonchalance, sperando che nessuno avesse visto che stavo palesemente seguendo lui.

All'ombra della quercia [Mario Götze]Where stories live. Discover now