Capitolo 23

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AMANDA'S POV:

Sono passate due settimane. Due settimane chiusa sola in camera con le cuffie a guardare le neve che c'é fuori. Due settimane senza accendere il cellulare.

Una settimana fa ho conosciuto un ragazzo molto bello, chissà perché ma non riesco a togliermi dalla mente Jay. Non ha fatto altro che invitarmi, i primi due giorni ho detto no, ma poi era cosí dolce che se rifiutavo ci rimaneva male. Mi ha fatto tanto divertire. Mi dispiacerà lasciarlo, non sarebbe affatto male avere un amico come lui a Londra. Si chiama Sean, é alto, ha i capelli neri e gli occhi grigi. É molto gentile, educato e dolce. Molto dolce. E anche parecchio carino.

Qua é davvero bellissimo. É come ricominciare da zero. Purtroppo devo ritornare stasera a Londra. Ho tutto pronto. Sono uscita qui, senza la paura di incontrare mio padre, senza pensare che in giro ci possano essere Daniel o Jay. Jay. Mi manca un casino, chissà se mi ha cercata. Ho pianto molto la prima settimana. Non capisco perchè mi abbia lasciata. Shawn, chissà cosa avrà pensato di me, che sono un amica di merda, che è andata a fare due settimane di vacanze a Miami senza salutarlo.

***

Il taxi é già arrivato. Mette le nostre valigie nel cofano, da lontano vedo Sean. Corre, quando é di fronte a me ha il fiatone. Mi fissa, "Mi mancherai tantissimo!" dice. Fisso i suoi meravigliosi occhi grigi e l'abbraccio fortissimo, lui ricambia. Poi mi lascia una piccola scatola. "Aprila quando arrivi a Londra. Ti raccomando, abbi cura di te. Ti voglio bene!" mi lascia un bacio sulla guancia e se ne va. Senza accorgermene ho delle lacrime sul viso. Io e mia madre ce ne andiamo osservando la splendida Miami. Arrivate all'aereoporto, scendiamo, dopo un'ora mi ritrovo seduta vicino a un bambino e una vecchia, quest'ultima non fa altro che lamentarsi, infilo le mie amate cuffie ed alzo il volume al massimo. Add it up, si chiama la canzone che sto ascoltando. La canta Shawn, é bravissimo, farà molto carriera, mi ha passate tutte le canzoni che aveva scritto e cantato un giorno nel cellulare. Esprime ciò che sento adesso. Decido di dormire un pò.

Mi sveglio sentendo un forte rumore. Il bambino grida "Siamo arrivati a Londraaa" ha l'accento americano. Ho mal di testa, non appena arrivo a casa dovrò prendere qualcosa. Gli hostess ci ringraziano e noi usciamo. Aria fresca e pulita. Londra, la mia Londra. Questo paessaggio mi fa innamorare sempre di piú. Decido di accendere il cellulare. Trovo 50 chiamate perse da Shawn. 10 suoi messaggi. 1 messaggio in segreteria da Jay. E 2 messaggi da parte di Daniel. Decido di leggere prima queli di Shawn.

1. Dove sei?
2. Ho saputo che sei partita, non mi hai salutato non posso crederci, non valgo abbastanza per te nemmeno come amico?
3. Mia nonna é morta e tu non ci sei..
4. Non sai quanto mi manchi.
5. Dove cazzo sei? Perché non prendi le mie chiamate? Tornerai?
6. Sto soffrendo troppo, ho bisogno di te..
7. Mi machi. Fa trutto schifo senza tee, e tiutta uja merdaä
8. Perdonami ero ubriaco ieri sera.
9. Basta, dove sei quando ho bisogno di te? Non cercarmi quando arrivi a Londra e se vieni.
10. Mi hai deluso. 'Notte.

Oddio. Sono davvero un'amica di merda. Lui c'é sempre stato per me. Decido di inviargli subito un messaggio.
Shawn, sono appena arrivata a Londra. Ho tenuto il cellulare spento per due settimane. Jay mi ha lasciata é successo un casino e per colpa sua ho spento il cellulare. Mi dispiace non dovevo. Non ti sono stata abbastanza vicino per la morte di tua nonna. Non sai quanto mi dispiace, oddio. Spero che mi perdonerai. Quando ero a Miami non ho fatto altro che mettere le cuffie e ascoltare la tua voce. Mi tranquillizzava. Grazie di esserci anche quando mi sento sola. Non posso perdere anche te. Sono un'amica di merda. Sappi che ti voglio un mondo di bene. Ti prego, perdonami! Premo invio mentre piango.

Mia madre mi chiama da lontano, le vado incontro dopo aver asciugato le lacrime e vedo la famiglia Sharman. Cazzo. Lui é qui. Sono venuti a prenderci loro. Mi fissa con uno sguardo duro. Dopo aver salutato tutti salgo in macchina, nel terzo sedile, sembra un mini autobus, mettendomi accanto al finestrino, vado per prendere le cuffie ma Daniel si siede accanto a me, me le afferra e le mette in tasca.
"Che cazzo fai?"
"Dobbiamo parlare, non ho intenzione di passare due ore senza rivolgerti la parola."

Niente é impossibile (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora