Capitolo 19

731 19 0
                                    

DANIEL'S POV:

"Amy, svegliati" le dico scuotendola. É tutta sudata.
Apre gli occhi e grida.
"Non toccarmi, ti prego" porta le gambe verso il mento. Piange. Odio vederla cosí.
"Sono io Daniel" provo ad avvicinarmi e l'abbraccio. Si calma un pò. Trema leggermente. Mi distendo accanto a lei, prendo una coperta e la metto sopra di noi mentre ci addormentiamo abbracciati.

AMANDA'S POV:

Mi sveglio tutta sudata, non posso muovermi ho Daniel sopra, non vorrei svegliarlo. Mannaggia, come è finito qui? Non ho altra scelta devo assolutamente svegliarlo.
"Daniel, svegliati" si muove un pò. "Mhh.."
Ah, quanto é difficile farlo svegliare. "Daniel, se ti svegli e sposti il tuo corpo, ti cucino i pancakes e qualunque altra cosa tu voglia!" sbuffo.
"DANIEL!!" urlo.
Apre gli occhi, mi mostra un sorriso che potrebbe far svenire chiunque in quel momento. É davvero troppo bello. Resto a fissarlo incantata.
"Hai intenzione di fissarmi ancora per molto? Devi iniziare preparare la colazione altrimenti non ti lascio andare." Ghigna.
"Ciò che ti chiederò richiederà tempo" mi fa l'occhiolino e si alza.

Mi alzo anch'io. Vado verso la cucina, prendo una pentola, poi una ciotola e metto tutti gli ingredienti dentro per fare i pancakes. "Daniel, oltre i pancakes cos'altro vuoi che ti cucini?" grido, visto che é dall'altra parte della stanza.
Viene in cucina abbracciandomi da dietro. Mi giro e si avvicina all'orecchio. "Voglio mh..un succo all'arancia, dei tramezzini, delle uova strapazzate, pancetta, omelette, un bicchiere di latte e un tuo bacio" si allontana dall'orecchio, apre un cassetto e prende una piccola tovaglia. "Aspetta aspetta cosa? Non ho capito l'ultima frase. Un bacio da me? Ho un ragazzo Daniel. E poi, quanto cavolo mangi?" mi lamento.

"Beh, ne approfitto perché ci sei tu. Comunque si, voglio un tuo bacio! Non c'é niente di male per un piccolo bacio, nessuno verrà a sapere niente" sorride, poi si avvicina guardandomi negli occhi, io arretro fino a quando tocco muro.

"Ops, sei intrappolata signorina Seyfried?" Bastardo.
Alza le mani all'altezza della mia testa e si abbassa fino ad essere faccia a faccia con me.
Dai Amy fermalo.
Il suo sguardo seduce, mi inganna, mi arriva dritto al cervello, mi fa totalmente impazzire.
Non ci riesco.
Arrivato a qualche millimetro dalla mie labbra sussura: "Visto che lo vuoi anche tu?" Cazzo, è un grandissimo stronzo, e io ho ho una grandissima voglia di baciarlo.
So già che me ne pentirò o forse no..? Le sue labbra sono perfette, di un rosa chiaro.
Non resisto più, lo acchiappo dalla maglietta e lo tiro a me, le nostre labbra si toccano, iniziano a muoversi da sole, mi afferra la vita e io allaccio le mani dietro il suo collo, assaporando ogni secondo questo momento.
La sua lingua chiede accesso alla mia bocca, non esito un attimo, si toccano, ho uno tsunami di farfalle dentro lo stomaco. Allaccio le mie gambe alla sua vita, mi porta verso il tavolo. Stavolta il bacio é piú passionale, violento, mi sfiora la pancia lasciandomi mille brividi. Solleva un pò la maglietta, ma suona il campanello, scendo subito dal tavolo, schiarisco la voce, mi sento imbarazzatissima. Se non avesse suonato qualcuno alla porta non so come saremmo finiti.
"Resta qui!" dice. Annuisco.

Daniel va ad aprire, la richiude, mentre sento avanzare dei passi lungo il corridoio di entrata. Io continuo a cucinare tutto ciò che voleva Daniel.

Quando ho finito, porto il tutto verso il salone e poggio il cibo sul tavolo, mi dirigo verso l'entrata nascondendomi , vedo bisticciare Daniel con una signora molto bella, é alta, ha i capelli ricci e scuri come Daniel. Cerco di ascoltare ma bisbigliano. Quello che riesco a sentire é ben poco.
Daniel dice alla donna: "Non puoi restare qua, ho troppe cose importanti da fare quindi ci vediamo domani" le apre la porta, lei esce, arrivata alla soglia risponde: "Non so perché stai parlando a bassa voce, ti conosco Daniel, stai nascondendo la mia presenza a qualcuno per l'ennesima volta, chi ti sei portata stavolta? Un'altra sgualdrina? Dovresti vergognarti, non ti meriti di essere mio figlio." Gira i tacchi e va via.
Mi salgono le lacrime, ma provo a trattenerle. Ancora una volta mi chiamano puttana. Mio padre chiamava me e mia madre in questo modo..
Sento un dolore troppo forte al petto, vado a sedermi e bevo un po' il thè caldo cercando di calmarmi.
Arriva Daniel pochi minuti dopo, con il solito sorriso falso e si siede.
"Era il postino. Allora piccola, il bacio di prima é stato", lo interrompo prima che possa continuare, "Per essere stato il postino ci hai messo tanto" faccio una risata falsa.
Mi guarda in modo strano.
Mi alzo e continuo la sua frase di prima, quella che avevo interrotto "Riguardo a prima, non é stato nulla, non ho provato niente, è stata solo una pura attrazione, curiosità, non capiterà mai piú" sorrido e alzo le spalle.
Credo che ci sia rimasto male giudicando dalla faccia che ha fatto. Si alza anche lui.
"Bene, volevo dirti anch'io di non aver provato nulla, baci molto bene ma nient'altro".
Beh, no, non ci é rimasto male.
Avrei dovuto capirlo prima che non ha provato nulla. Probabilmente fa cosí con tutte. Per lui sono come tutte le altre.
Sono disgustata, non avendo toccato cibo, vado verso il divano, afferro il giubbotto.
Mi guarda perplesso e gli dico "Devo andare adesso, si sta facendo tardi!". "Dai Amanda..non hai nemmeno toccato cibo" mi rivolge uno sguardo tristissimo.
"Non ho molta fame" vado verso la porta.
"Ma se prima" lo interrompo un'altra volta, voglio andarmene al piú presto via da qui "Ascolta devo andare, grazie di tutto, quindi ci sentiamo" dico tutto in tono acido. Mi volto, apro la porta della sua casa, mi scende una lacrime ed esco.

L'aria fredda della mattina é una delle cose che amo di piú di Londra.
A passi veloce mi dirigo verso casa, non c'é nessuno per fortuna, arrivata lì davanti apro e salgo lungo le scale, sempre con la paura di incontrarlo, vado in camera e chiudo a chiave la porta, poi mi butto sul letto e mi riaddormento.

Mi sveglio alle 14.00, wow, é tardissimo.
Vado a farmi una doccia, lego i capelli e mi siedo nel letto cominciando a studiare filosofia, domani ho un compito non posso prendere una F. Quando finisco qualcuno bussa alla porta. Ho paura ad aprire quella porta. Afferro la piastra per arricciare i capelli per precauzione ed apro la porta.

Niente é impossibile (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora