Capitolo 20

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AMANDA'S POV:

Butto un sospiro di sollievo quando vedo Shawn davanti la porta, nonostante vorrei che non fosse qua non posso fare a meno che essere felice che ci sia lui al posto di Giulio. Già, non riesco a chiamarlo padre. Mio padre é quella persona che quando ero piccola ed ero triste faceva di tutto per rallegrarmi. Mio padre era quella persona che quando mi sbucciavo un ginocchio si vestiva da clown mentre me lo curava per farmi sorridere, alla fine mi dava sempre una lecca lecca. Mio padre non era mai triste. Mio padre non beveva mai. Eravamo una famiglia perfetta. Adesso mio padre é una persona alcolizzata, che picchia la sua ex moglie e sua figlia. Io lo definisco un mostro.

"Che fai volevi uccidermi con la piastra?" dice Shawn allontanandosi. Appoggio la piastra sopra il tavolo e faccio segno di entrare. "Scusami sono sola a casa ed ho paura che possa entrare qualcuno" rispondo con tono freddo.

"Beh, in effetti dovresti chiudere a chiave la porta della cucina"

"Lo farò" vado verso il letto e gli indico il posto accanto a me. Resta in piedi a torturarsi le mani.

"Senti volevo parlarti e chiederti scusa per tutto il dolore che ti ho causato" si siede nella poltroncina accanto alla scrivania.

"Mi hai chiamato puttana Shawn, non puoi chiamare puttana una persona che non ricambia i tuoi sentimenti. Sai quanto odio questa parola." Lui sa tutto della mia famiglia. Gliel'ho raccontato un giorno dove stavamo passando un pomeriggio insieme, dopo che lui prese il mio cellulare perchè mi era arrivato un messaggio e lo lesse: "Tu e tuy madre mi avete rovinatoo la vita.,n!" era mio padre, da come aveva scritto quel messaggio era ubriaco. Sono stata costretta a raccontargli tutto.

Mi scende una lacrima sulla guancia. Sono debole, non riesco a trattenere le lacrime.

"Ti prego non piangere, sono un fottuto stronzo" si alza e si siede accanto a me abbracciandomi.
"anche se ti amo non posso rinunciare ad essere tuo amico. Faró di tutto per farmi perdonare. Anche se tu mi chiedessi di andare a scuola in costume e gridare per tutto il campo 'Amanda é la persona piú bella che possa esistere nel mondo e io sono un coglione'." Mi da un altro abbraccio forte e stavolta io ricambio.

"Non ti lascerò mai fare questo. Ti perdono solo perché ti voglio un bene assurdo." gli dico lasciandogli un bacio sulla guancia.

"Grazie di avermi perdonato, adesso devo andare" fa per alzarsi ma gli getto un'altra volta le braccia nel collo. Mi sorride, apre la porta, mio padre é lí davanti con un sorriso che mi fa accapponare la pelle. Ha la barba lunga, i vestiti tutti strappati, fa tantissima puzza.

"Shawn non andartene" mi metto dietro di lui.

"Brutta figlia di puttana che non sei altro. Fai schifo come figlia. Devi pagare tutto quello che mi stai facendo passare." Entra mi afferra per il gomito mi butta per terra mi da una pedata forte alla stomaco e una sul braccio. Non riesco piú a vedere molto a causa del dolore. Shawn lo tira per la camicia sfatta gli tira dei pugni, lo getta per terra, é furioso. Grida "Come cazzo ti permetti di toccare tua figlia in questo modo? Fai schifo come padre, sei solo uno stronzo di merda, non toccarla mai piú o te la vedrai con me." gli tira un'ultimo pugno facendolo svenire. Viene verso di me, faccio per tossire ma mi esce del sangue.

"Cazzo, io lo uccido, dai ti porto all'ospedale, cerca di resistere" mi prende in braccio portandomi fino all'auto.

"Shawn" dico con la voce seccata. "Non dobbiamo andarcene se la prenderà con mamma" piango. Lui mi asciuga le lacrime. "Non preoccuparti adesso ci penso io, la chiamo e le dico di non tornare finché non vado io per controllare se c'é ancora"

"Grazie, non sai quanto sei importante" non riesco a fermare le mie lacrime. Mi sento malissimo.

Mi porta all'ospedale, quando arriviamo, mi prende di nuovo in braccio, non so dove mi porta, vedo di nuovo tutto sfogato a causa del dolore sulla pancia.

***

Mi sveglio vedo le pareti bianche, qui dentro tutto é bianco, vedo accanto al mio letto Daniel con il cellulare in mano. Sembra molto preoccupato.

"Daniel" ho poca voce. Alza gli occhi verso di me, prende la mia mano e la tiene stretta.

"Amy cosa ti é successo? Shawn mi ha detto solo che dovevo stare per un pò qua mentre lui doveva risolvere una cosa importante, non mi ha raccontato nulla" é molto preoccupato.

Comincio a singhiozzare forte.

"Io-io non posso raccontartelo" mi tocco la pancia, mi fa malissimo.

"Ehi, piccola non piangere, quando ti senti di raccontarmelo me lo racconterai. Ti fa male la pancia?" sembra molto triste.

"Si, grazie Daniel" gli faccio un piccolo sorriso e asciugo le lacrime.

"Shawn sta arrivando, domattina ti rimettono, stanotte voglio stare io qui, lui non voleva, voleva starci lui ma non me ne frega un cazzo ci starò io" si alza, mi lascia un bacio sulla guancia mentre sulla soglia della porta c'é Shawn, entra, i due si guardano, dopo pochi secondi Daniel esce e Shawn si siede.

"Mi dispiace stasera non ci sarò" mi prende la mano e nel frattempo si tocca i capelli.

"Tranquillo, mi ha detto tutto" gli sorrido.

"Come va Amy?"

"Tutto bene, grazie"

"Ho risolto la questione, tuo padre se ne andato, non so dove, tua madre é a casa con la porta chiusa a chiave, verrà a farti visita stasera"

"Grazie mille Shawn, ti voglio un mondo di bene" mi sorride e mi abbraccia piano.

Parliamo un pò di tutto, il tempo scorre, sono le 19.00, vedo entrare mia madre, Shawn si alza mi saluta e va via.

Trattiene le lacrime, ha gli occhi lucidi.

"Bambina mia quel bastardo che ti ha fatto" mi tocca una guancia io gli tolgo la mano.

"Eppure con quel bastardo ci sei andata a letto" mi giro per guardare la finestra, sono troppo arrabbiata per poterla guardare in faccia.

"Capiscimi, ho dovuto farlo altrimenti mi picchiava" piange.

"Mamma" torno a guardarla in faccia, l'abbraccio. "Denuncialo, ti prego" singhiozzo nella sua spalla.

"Non posso". Di colpo la allontano. Sta scherzando? Perché insiste di no?

"Lo farò io allora" mi volto di nuovo verso la finestra, vedo la macchina di Daniel parcheggiare e lui scendere. É bellissimo, é tutto vestito di nero, sexy da morire.

"Non farlo" mi supplica.

"Non riesco a capirti, sul serio. Dammi un buon motivo. Ma poi come ha fatto a trovarci? Come ha fatto ad avere dei soldi per venire fino a qui? Dove sta?"

"Sono stata io" dice abbassando il capo.

"Cosa cazzo hai fatto? Mamma lo ami ancora? Dopo tutto quello che ha fatto?" gli urlo contro. Si mette le mani davanti il viso piangendo come una bambina.
"Vattene via, adesso!" Le indico la porta. Ama più Giulio di sua figlia. Non ci posso credere.

Si alza e se ne va via piangendo ancora.

Entra Daniel, si siede.

"Ehi"

"Ti racconterò tutto dopo." mentre piango lacrime silenziose. Non riesco a capirla sul serio.

BUONA PASQUA A TUTTI! VI ADORO❤❤🐣

Niente é impossibile (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora