∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 23

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Taylor si lasciò scappare un leggero "wow" quando si guardò allo specchio. Eve era alla sua destra che le sistemava i capelli, mezzi raccolti in una treccia, sulle spalle. Torrence invece era alla sua sinistra che la guardava con un inaspettato stupore.

«Sembri un angelo. Dove hai messo le ali?» scherzò l'amica cercando qualcosa dietro alla sua schiena.

Taylor guardò di nuovo la sua immagine nello specchio e vide un sorriso nascerle sulle labbra.

Eve spostò le ultime ciocche e si fece da parte. «Ora sei perfetta!» trillò battendo le mani.

Lei si voltò per sorriderle. «Fra poco lo sarai anche tu. Va a vestirti forza, fra poco Jamie e Aaron saranno qui.» la avvertì.

La ragazza sorrise di rimando, prese il suo vestito nuovo che aveva steso sul letto di Taylor e scappò via come una bambina con il suo giocattolo nuovo.

«È troppo dolce, allontanare Shane credo sia stata la scelta migliore di tutta la sua vita.» pensò ad alta voce.

Poi si voltò, ricordando che anche l'amica aveva appena indossato il suo vestito.

Torrence allargò le braccia e gridò un: «Tadaaaa!»

«Io sarò un perfetto angelo, ma tu sei un perfetto demone!» Si complimentò dandole un cinque con la mano. «Dylan verrà a prenderti tra poco, ne rimarrà di stucco.»

Il vestito era nero, lungo dietro e corto davanti tutto fatto di pizzo, uno spettacolo per gli occhi su una ragazza come Torrence.

«Puoi dirlo forte sorella.»

Insieme risero per un po'.
Taylor non aveva avuto alcun pensiero negativo in mente per tutto il giorno. Sperava che quella tranquillità durasse ancora un po', il tempo necessario per godersi il ballo, ma purtroppo non fu così.

Aaron

L'orologio dell'Audi nera del padre segnava le 20:05 pm, quando Aaron si fermò davanti al vialetto di casa Mcallister.
Spense il motore e con esso anche lo stereo. Sia lui che Jamie rimasero in silenzio a fissare la porta della casa di Taylor.
Quella si aprì un istante dopo, la ragazza nel suo bellissimo abito bianco ne uscì facendogli dei segni con le mani.
Subito Aaron non afferrò, per via dei pensieri che lo distraevano, poi capì che Taylor gli aveva chiesto altri cinque minuti.

Seduto nel seggiolino accanto a se, Jamie fece un sospiro appena udibile, gli occhi sulla porta a guardare la ragazza che non c'era più.
Aaron capiva quanto gli piacesse, perché piaceva a lui allo stesso modo.

«Jamie.» disse ad alta voce.

L'amico si voltò subito rivolgendo a lui tutta la sua attenzione. «Cosa c'è?»

«Posso farti una domanda?» Aaron si rilassò mandando la testa all'indietro, che venne bloccata dal poggiatesta.

«Certo.»

«La ami?» chiese Aaron di netto.

«Chi?»

«Taylor.» disse.

«Tu?» fece il ragazzo a sua volta.

«L'ho chiesto prima io.»

Baby, you are my troubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora