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La mattina seguente mi trascino al piano inferiore per fare colazione, percependo gli effetti della piccola quantità di alcol consumato. Dovrei davvero smettere di bere. È ovvio che non resisto molto. Mi sento le vertigini e nauseata, e non mi sento assolutamente me stessa.

"Buongiorno, Blair," mi saluta Jay dal tavolo della cucina. Indossa la sua vestaglia avvolta strettamente intorno a lei e tiene una tazza di caffè in una mano, il giornale nell'altra. "Com'è stata la tua serata?"

"Bella," rispondo, versandomi un bicchiere di succo d'arancia.

"Tuo padre mi ha detto che sei andata a una gara di biliardo. Come è andata?"

Per quanto non mi piaccia avere troppe conversazioni con Jay, non posso fare a meno di raccontarle del mio lancio vincente. Sorrido trionfante.

"È fantastico!" Esclama. "Continuo a dire a tuo padre che dovremmo prendere un tavolo da biliardo e insegnare alle ragazze a giocare."

Annuisco. "Sarebbe splendido."

Jay sorride da un orecchio all'altro, certamente felice che io sia d'accordo con lei riguardo a qualcosa. Appoggia il suo giornale mentre si alza per riempire la sua tazza.

"Blair, ascolta," dice. "Sai che tuo padre sta lavorando molto per aggiustare il vostro rapporto."

Annuisco lentamente. Cosa vuole dire con questo?

"Voleva che ti chiedessi se per te andasse bene se andaste in vacanza per alcuni giorni questa settimana... solo voi due, al lago." Appoggia la sua tazza. "So che non ho il diritto di dire qualcosa, ma... penso che farebbe bene a entrambi. Vi meritate del tempo da soli." Mi sorride gentilmente prima di uscire dalla cucina.

Una vacanza? Al lago? Eravamo abituati ad andarci prima che mamma morisse. Deglutisco con forza. Devo andare. Non per papà, non per me... ma per la mamma.

"Jay," chiamo, uscendo dalla cucina. Jay si gira verso di me dalle scale. "Dì a mio padre... che vengo."

Jay sorride ampiamente. "Glielo dirò," dice. "Faresti meglio a fare le valige. Voleva partire questo pomeriggio."

Salgo le scale, entrando in camera mia e facendo una doccia veloce. Allungo il braccio per prendere le pillole con abitudine, ma poi ricordo che non ne ho più bisogno. Sto meglio adesso, no? Posso farne a meno.

Indosso il mio solito abbigliamento di jeans e maglietta, gettando i miei capelli dietro la spalla. So esattamente cosa mettere in valigia per il lago. Afferro degli altri pantaloncini e jeans e un costume, lanciandoli nella valigia. Mentre mi siedo sopra di essa per chiuderla, il mio telefono suona, spaventandomi.

"Pronto?" Rispondo, sforzandomi per chiuderla.

"Blair," dice Harry dall'altra parte. "Posso venirti a prendere?"

"No," dico, la mia voce tesa mentre strattono la cerniera, rompendola quasi. "Sono occupata adesso. Scusa."

Harry espira. "Mi prometti che non sei arrabbiata?"

"Perché dovrei essere arrabbiata?"

"Non lo so... dopo ieri sera sembri... distante."

"Sto bene."

"Ho detto qualcosa?"

"Harry, sto bene," dico, quasi ridendo per la preoccupazione nella sua voce. Faccio scorrere una mano tra i miei capelli. "Smettila di preoccuparti, d'accordo? Stai diventando sempre più uguale a tua mamma."

Harry ride. "Come no."

"Blair!" Mio padre mi chiama dal piano inferiore.

"Harry, devo andare. Ti parlo più tardi."

Riaggancio e trascino la valigia giù dalle scale, trasalendo per il suo peso. Ho sempre messo così tanta roba in valigia?

I lineamenti di mio padre si illuminano quando mi vede con la mia valigia colossale. "Lascia che ti aiuti con quella," dice, prendendola da me, e ne sono grata.

"Gesù Cristo, cosa hai messo qui dentro? Rocce?"

"Libri," rispondo e mio padre scuote la testa.

"Stiamo via per due giorni, Blair. Quanti libri hai portato?"

Scrollo le spalle. "Ho perso il conto."

Ammucchiamo le nostre cose nella macchina di mio padre, che ha ancora l'odore di auto nuova. So che è un viaggio di almeno due ore, quindi afferro un libro casuale dalla mia borsa e mi accomodo nel sedile del passeggero. Nonostante i miei sentimenti attuali verso mio padre, sono emozionata per questo viaggio. Forse Jay ha ragione. Abbiamo bisogno di un po' di tempo da soli.

"Che libro hai lì?" Mio padre chiede mentre iniziamo a guidare.

Guardo verso di lui, e poi il mio libro. "The Pact," rispondo.

"Ah," dice. "Non l'ho letto. Bello?"

"Sì, molto," dico. "L'ho già letto."

"Allora perché lo leggi di nuovo?"

Scrollo le spalle. "Noto nuove cose ogni volta che lo leggo."

"Di cosa parla?"

"Un presunto patto suicida," gli dico.

"È orribile!"

Scrollo le spalle. "C'è un motivo dietro."

Posso dire che mio padre è emozionato per questa tregua che abbiamo al momento, quando non scatto con lui per essere un pessimo padre. L'ultima volta che abbiamo parlato in questo modo, senza urla e accuse è stato... anni e anni fa. Sembra improbabile, ma è vero.

"Come sta Harry?" Mio padre chiede dopo alcuni minuti di silenzio.

"Bene,"

"Ti sta trattando bene?"

Resisto al desidero di alzare gli occhi al cielo. "Non ci stiamo frequentando, papà."

Mi guarda con shock. "No?"

Scuoto la mia testa lentamente.

"Perché diavolo ti guarda in quel modo, allora?"

"Come?"

"Come se ti volesse incontrare all'altare da un giorno all'altro."

Sussulto. "Harry non si impegna con le persone."

"Si è impegnato con te tutti questi anni."

"Siamo legati grazie alla mamma," dico. "È l'unica ragione per cui mi sta intorno." So di star mentendo; a mio padre, e a me stessa.

"Cazzate," dice mio padre. "Ti sta intorno perché ha bisogno di te."

Alzo gli occhi al cielo. "Harry non è lo stesso ragazzo che era anni fa, papà. Non ha bisogno più di nessuno."

"Lo vedo," dice mio padre. "Questo è il motivo per cui ero inizialmente impaurito che voi due vi steste avvicinando... non sembrava che gli importasse di nessuno. Mi ricorda un po' me stesso." Mio padre sospira. "Non voglio che si ripeta la storia."

"La storia non si ripeterà," lo assicuro. "Perché io e Harry non ci stiamo frequentando."

"Neanche noi lo facevamo," dice, riferendosi a lui e a mamma.

"Possiamo parlare di qualcos'altro?" Mormoro.

Mio padre annuisce e cade il silenzio. Faccio scorrere una mano tra i miei capelli e mi riconcentro di nuovo sul libro. So che alla velocità a cui stiamo andando in autostrada perderò presto il segnale del cellulare. Risparmio tempo e spengo il telefono. Sento un'improvvisa onda di vertigini colpirmi, e mi tengo all'auto per stabilizzarmi. Se ne va veloce come è arrivata.


Lights (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora