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Distolgo lo sguardo di Harry non appena la porta sbatte.

"Non ti ho mai sentito parlare in questo modo a nessuno," dice Harry.

Abbasso lo sguardo. "Aveva bisogno di sentirlo. Non può controllare la mia vita."

Harry attraversa la stanza verso di me. Mi guarda, la sua espressione illeggibile. "Perché non risparmiamo un passo e resti qua stanotte?" Mi chiede.

"Che cosa intendi, risparmiare un passo?"

"Verresti comunque in mattinata. Risparmiamo... un passo. Come eravamo soliti fare. Sai, stiamo alzati fino all'una del mattino e facciamo un secondo tentativo." Mi sorride, spostando una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.

"Non ho il pigiama," dico. "O uno spazzolino. O il dentifricio."

"Puoi usare il mio."

"Ew, usare il tuo spazzolino? Disgustoso."

"Hai appena scambiato saliva con me, sono abbastanza sicuro che usare lo spazzolino sia più igienico." Mi lancia un gran sorriso e io arrossisco.

Corrugo il naso e lo spingo. "Sei ripugnante."

Harry mi afferra il polso e mi avvicina a lui. "Certo, puoi sempre scegliere l'opzione meno igienica," respira, i suoi occhi dispettosi.

"Sto bene così, grazie." Faccio un sorrisetto, superandolo ed entrando in bagno.

Finisco con l'usare lo spazzolino di Harry, con mio disgusto e suo divertimento. Harry trova dei pantaloncini e una maglietta per me, e mi cambio velocemente in essi. Sistemo i miei capelli in una crocchia e scivolo nel suo letto.

"Non so come riuscirò ad addormentarmi," dico mentre Harry chiude la porta. "Riesco a sentire la festa fuori."

Sento il letto scendere mentre Harry ci si arrampica sopra, il suo corpo che irradia calore. "Ti aiuterò io ad addormentarti," mi dice, avvolgendo le sue braccia attorno a me e tirandomi più vicino. Arrossisco.

"Mi dispiace per quello che ho detto prima," dico. Harry mi guarda negli occhi, alzando una mano per accarezzare lentamente la mia guancia.

"Anche a me," dice. "A volte... non... non riesco a controllare quello che dico."

"Puoi sempre controllare ciò che dici."

"Non io," dice. "Non quando sono con te."

"Cosa intendi?"

"A tutti gli altri... non mi faccio problemi a dire tutte queste cose... ma tu... tu mi fai sentire terribilmente in colpa." Sorride.

Incrino un sorriso. "Questo è l'effetto che faccio," dico.

Harry ride, un bellissimo suono.

"Harry, non l'hai mai detto in risposta," dico all'improvviso.

"Detto cosa?"

"Lo sai." Harry si acciglia.

Si gira sulla schiena, rimuovendo la sua mano dal mio viso. Evita il mio sguardo.

Mi sostengo sul gomito. "Harry, non voglio essere un'altra delle tue ragazze," dico delicatamente. "Se è quello che stiamo facendo qui--"

"No," dice Harry. "Non ti oggettiverei mai in quel modo."

"Lo fai alle altre ragazze--"

"Le altre ragazze non sono te!" Dice quasi con rabbia.

Non dico niente. Distolgo lo sguardo. "Se non mi ami in quel modo, lo capisco," dico con calma. "Solo non voglio che tu finga di amarmi quando non lo fai davvero."

Lights (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora