∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 15

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Taylor rimase interdetta e ferma sul posto mentre lui rideva.
Passarono pochi secondi prima che si unì anche lei, rise goffamente portandosi una mano sul viso.

Jamie era uno stronzo, senza dubbio, ma a lei piaceva così.
Non pensò di correggere quel pensiero, perché "piacere" era esattamente la parola che voleva usare.
Jamie le piaceva, anche se non sapeva bene in che modo.

«Balliamo?» le porse la mano.

«Meriteresti di ballare da solo, brutto stronzo!» disse, ma alla fine la strinse e si lasciò trascinare verso il suo petto.

Aaron

Ad Aaron bastò dare un'occhiata all'interno per decidere di restare ancora un po' nel giardino. La prospettiva di stare a guardare Jamie e Taylor che ballavano strusciandosi in mezzo a tutti quei ragazzi ubriachi e intontiti dalla musica, non lo allettava affatto.

Fece un tiro dalla sigaretta che Torrence gli aveva appena passato e a sua volta la diede a Dylan, un ragazzo un po' più basso di lui con due fanali al posto degli occhi e una capigliatura alla Elvis Presley.

«Mio padre mi fa il culo se scopre che ho ripreso a fumare!» brontolò con la sigaretta tra le labbra.

Torrence rise strappandogliela dalla bocca con le proprie labbra. «E il mio pensi ne sarebbe felice?» Aaron pensò che lo avrebbe baciato, invece fece un tiro con la sigaretta e soffiò il fumo direttamente nella bocca di Dylan a pochi centimetri dalla sua.

Dylan tossì e ancora ansante chiese rivolto ad Aaron: «Tuo padre invece? Gli frega qualcosa se fumi?» il tono di voce era roco, come ostruito da qualcosa.

«A mio padre non fotte un cazzo di me. Ne di quello che faccio.» Appoggiato al muro adiacente la porta, Aaron guardò il cielo, scuro come il suo umore in quel momento. «Probabilmente se morissi non se ne accorgerebbe nemmeno.» aggiunse creando stupore tra i due amici.
Ne Torrence, ne Dylan fecero in tempo a replicare che Taylor arrivò interrompendo la conversazione.

«Ragazzi, siamo tutti in salotto per "Obbligo o Verità", vi unite a noi?» aveva detto più rivolta ad Aaron, ma lui non la guardò nemmeno.

Nelle ultime settimane l'aveva vista avvicinarsi così tanto a Jamie da farlo impazzire. Aaron la amava, non aveva mai amato nessuna ragazza come amava lei, ma lei non lo considerava più di un semplice amico. C'era da tenere conto anche il fatto che fosse fidanzata con quel... River, ma non era lui il problema.
Il problema era Jamie, lui era l'unico che avrebbe potuto portargliela via, anche se non voleva accettarlo.

Taylor

Taylor non stava ascoltando quando Torrence parlò. «Certo che sì, "Obbligo o Verità" è un classico!» fece entusiasta.

Torrence era una ragazza simpatica e amichevole tutto sommato, Taylor si era sorpresa quando, due settimane prima, aveva scoperto facesse parte della stessa compagnia di Aaron e Jamie. Aveva legato molto con lei agli incontri sul controllo della rabbia, le aveva raccontato alcune cose su di se e Taylor aveva fatto lo stesso sentendosi subito a proprio agio.
Le serviva un'amica in un momento come quello, in un momento dove nessuno delle vecchie amicizie le parlava più.
Gli Snake Attack avevano preso ad ignorarla dopo l'abbandono della crew, mentre Cloe non sembrava neanche più la stessa persona. Ai messaggi non rispondeva più dopo quell'ultimo "Va a farti fottere" la sera del primo appuntamento con River. La perdita dell'amicizia con Taylor, l'aveva cambiata, portava vestiti larghi nei quali ci entravano una Cloe e un elefante, si era fatta qualche rasta ai capelli nero corvino e il trucco, non era mai stato così carico sul suo viso delicato.
Mai come ora Taylor sentiva di aver perso la sua migliore amica e la cosa peggiore era che la colpa era tutta ed esclusivamente sua.
Perché lei aveva deciso di entrare a scuola quella notte.
Perché aveva scelto di coprire Jamie.
Perché aveva scelto loro. E non lei.
Si sentiva in colpa, terribilmente in colpa e ci si sentiva ancora di più quando la sua mente le ricordava che se anche fosse tornata indietro, la scelta non sarebbe stata diversa.

Baby, you are my troubleWhere stories live. Discover now