∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 14

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«Questo è il tuo zaino.» gli disse spingendo la cartella verso di lui.

Aaron le sorrise porgendole a sua volta il suo zaino. «E questo è il tuo.»

«Già» disse in fretta «e questa di chi è?» Fece strisciare la bustina di cocaina sul tavolo, sotto il palmo della sua mano.

Quando Aaron la vide, i suoi occhi si allarmarono e la sua mano andò a schiantarsi prontamente su quella di lei. L'impatto fece un po' male, ma Taylor si trattenne dal tirargli un calcio.

«Cazzo Taylor, rimettila dentro!» la fulminò lui, ma la ragazza fu decisa a non mollare la presa. «È venuta la polizia a perquisirmi questa mattina, potrebbero essere ancora qui.» la avvertì con un certo disagio nella voce e solo allora tolse la mano per restituirgli la bustina con la polvere bianca, così che la rimettesse nello zaino.

«Voglio sapere che cosa ci faceva nella tua cartella.»

Le raccontò di quella notte. Della ragazza che Jamie aveva amato, Laura. E di Harvey, il capo della crew più temuta e invidiata di tutta la California.

«Crede che sia colpa di Jamie se sua sorella non c'è più e che lui non abbia pagato abbastanza per la sua morte.» le spiegò Aaron a voce bassa.

Taylor percepì del rammarico tra quelle parole, capì che il ragazzo doveva sentirsi in colpa perché il segreto che le stava raccontando non riguardava solamente lui.

Si ricordò immediatamente di ciò che era successo al lago qualche settimana prima, quando aveva chiesto ai ragazzi per quale motivo avessero lasciato i Keep In Mind. Jamie si era arrabbiato e Aaron le aveva detto di non parlarne più.
Solo ora ne capiva il motivo.

«E perché crede questo?» chiese disinvolta.

Aaron spostò lo sguardo da lei alle sue mani. «Quella notte ci arrestarono entrambi, finimmo in un carcere minorile, allora non avevamo ancora la giusta età per finire in prigione.» Fece una pausa per inumidirsi le labbra, Taylor lo guardò per un attimo ipnotizzata. «Come ti ho già detto una volta, mio padre è un avvocato,» Si, le parve di ricordare che glielo avesse accennato. Annuì con la testa. «ci tirò fuori pagando una cauzione di diecimila dollari.» disse provato.

Taylor gli strinse la mano inconsciamente, avrebbe voluto essere seduta accanto a lui per abbracciarlo. «E ad Harvey non è andato giù questo.» pensò ad alta voce.

«Certo che non gli è andato giù.» le riconobbe irritato. «Ho iniziato a lavorare per lui quando ho saputo che voleva fare del male a Jamie.» Si passò una mano sul viso quasi si fosse pentito di averlo fatto, ma Taylor sapeva che non poteva essere così. Quei due si volevano più bene di quanto ne avrebbero mai voluto a lei.
E a Taylor stava bene.

«Ma Aaron...» protestò lei. «adesso hai l'età giusta per finire in prigione, una vera.» gli fece notare con una spietata crudeltà, non voleva che ce l'avesse con lei, solo che capisse che doveva chiudere i ponti con gente come Harvey. «Se non fosse stato per un casuale scambio di zaini,» il tono si fece dolce. «ora non saresti qui.»

«Non posso più tirarmi indietro,» le confidò prendendole la mano, se la portò alla guancia per poi nasconderla sotto alla sua. «Harvey gli farà del male e io non resisterei un giorno senza mio fratello.» gli occhi marroni di Aaron luccicavano di lacrime, come quando il sole colpisce il mare con i suoi raggi.
Da quando li aveva conosciuti, Taylor si era sentita legata a quei due ragazzi in un modo che non sapeva spiegare. E il pensiero che a Jamie sarebbe potuto accadere qualcosa, la turbò nel profondo.

Baby, you are my troubleWhere stories live. Discover now