Mi chiese, continuando a stringere a se il bimbo. Non mi ero mai sentito così a disagio, avrei dovuto rivedere la mia strategia.

-Mi piace molto questa azienda, mi affascina molto.- iniziai cautamente.

-Ne sono lusingata, ma se è qui per comprarla. La informo che non è in vendita.-

rispose altrettanto tranquilla.

Dannazione sarebbe stato un osso duro.

Stavo per controbattere quando suonò il telefono dell'ufficio. Luise rispose. Dalla ruga che aveva sulla fronte sembrava preoccupata.

Riattaccò.

-Mi dispiace signor Mongomery, ma c'è un imprevisto. Hanno bisogno di me se può attendere qui un attimo.-

Io le feci segno che andava bene. Si alzò dalla sedia.

Mi poggiò il fagottino tra le braccia e uscì dalla stanza.

Ma che cazzo!

Mi voltai per ridargli questo coso, ma era già uscita.

Rimasi immobile. Sembrava così delicato. Era poco più grande di un palmo della mia mano ed era schifosamente profumato. Poco dopo la sua manina si aprì circondando il mio indice. Ha una presa salda per essere così piccolo. Da tutto quel celeste con cui era vestito pensai fosse un maschietto.

Ci mancava anche il marmocchio. Poco dopo sentii dei miagolii.

-Oh no. Non provarci nemmeno.- gli dissi.

Ci mancava solo che scoppiasse a piangere.

Lui aprì gli occhietti e mi sorrise. Almeno gli ero simpatico.

Sorrisi debolmente anche io. Erano mesi che non sorridevo spontaneamente.

-Ciao piccolino.- dissi a bassa voce.

Questi cosi non mi erano mai stati simpatici. Tralasciando le mie due principessine. Eppure questo marmocchio aveva qualcosa di diverso.

-Vedo che ha fatto amicizia con il piccolo Max.-

Immediatamente il sorriso che avevo sulle labbra scomparve.

-Mi tolga questo marmocchio da davanti.- dissi serio.

Max però continuava a sorridermi.

-Le è simpatico. Poi è solo un neonato, un essere indifeso.- disse avvicinandosi.
Quelle parole mi sembravano un suggerimento.
Come se avessi avuto tempo di odiate un neonato.
Prese il bimbo dalle mie braccia, che per un momento esitarono.

Per un istante mi sentii vuoto. Non pensavo fosse possibile. Non pensavo potessi sentirmi ancora più solo di quel che ero.

Eppure era così.

Luise si accomodò davanti a me con Max sul suo grembo. Mi fissava con i suoi occhietti vispi.

-Dicevamo.- disse

Io scostai la mia attenzione dal piccolo.

-Non le nego, che vorrei acquistare questa proprietà. Credo che sarebbe più opportuno parlarne con il signor Val Moore.-

La scrutai. Sembrava immune al mio fascino. Eppure non era così avanti con l'età, anzi. Non arrivava neanche alla cinquantina. Non la intimidivo. Il suo volto si illuminò.

-Sono convintissima che il signore la pensi come me. Però se insiste la farò parlare con lui in persona. In questo momento però non è alla tenuta.-

Bene avrei avuto il tempo per trovare qualsiasi cavillo e prendermi la tenuta.

Socchiusi gli occhi per poi abbandonarmi ad un sorriso.

Once upon a love:  Back DownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora