"B."

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  -Brian


Otto mesi da quando la stronza mi ha lasciato. Da quando l'equilibrio che ero riuscito a creare è crollato.

Stavo mandando giù l'ennesimo whisky . Quel liquido ambrato era ormai l'unica cosa che scorreva nelle mie vene.

Una figura sfocata procedeva verso di me. Aveva un profumo esotico e lunghi capelli scuri. La presi per un braccio e la feci adagiare su di me. Nessuna di quelle ragazze riusciva a farmi stare bene.

-Ora farai solo quello che ti dirò io!- dissi in modo da fargli capire chi comanda.

Sollevai il suo volto per essere sicuro avesse capito.

Vidi la lussuria nei suoi occhi.

Si spinse in avanti per baciarmi.

-Regola numero uno, niente baci.-

Strinsi così forte le sue braccia per allontanarla che le nocche mi diventarono bianche.

La lasciai di scatto. Annuì. Per poi gettarsi ai miei piedi.

-Brava ragazza.-

Preferivo le bionde, ricordavano meno quella stronza ma le more mi attiravano di più.

Ricordo ancora quando le avevo fatto la proposta, le sue lacrime, troppo bello per essere vero. Poche ore dopo era tra le braccia di Banks. L'avevo seguita sperando fosse solo un momento di debolezza. Invece no, la stronzetta mi aveva lasciato davanti a tutti i nostri parenti e amici.

Pensavo fosse tutta una farsa. Ma quegli occhi, la mia luce, le mie pietre preziose li avevo visti brillare di quella stessa luce, con cui brillavano quando guardava me.

Ma ora la troia voleva Banks.

Non mi aveva mai amato veramente. Non mi aveva mai amato come io l'ho amata.

Una macchia rosso fuoco si stava avvicinando. I mie pensieri e tutto quell'alcool mi impedivano di focalizzare. L'immagine si fece più nitida e riconobbi il volto di Gail. Sembrava avercela con la ragazza esotica. Lasciai la ragazza spingendola via da me. Gail mi fissava sembrava alquanto alterata. Immaginai che

fosse infastidita dalla presenza femminile, che lasciai andare senza problemi.

La stronzetta occasionale però prima di uscire si preoccupò di infilare la sua lingua nella bocca di Will.

La testa iniziava a scoppiarmi.

Il trillo del cellulare fece peggiorare il dolore.

Raul era l'unico ad avere quel numero.

-Che succede?- risposi brusco.

-Capo, Banks è morto-

Sentii una strana forza dentro di me. Le mie preghiere erano valse a qualcosa. Il bastardo era crepato. Sogghignai.

-Anche la signora era con lui, ma non abbiamo notizie sulle sue condizioni.- aggiunse timidamente.

No.

Sentii le mie pupille dilatarsi. Gettai il bicchiere che avevo in mano sul muro. Tanti pezzetti di vetro si depositarono ai miei piedi. Dopo mesi passati ad odiare un'altro sentimento si stava adombrando in me. Qualcosa di tremendamente familiare.

-Sto arrivando!-

La mano era dolorante d'istinto cercai di pulirla sui pantaloni, che si ricoprirono di sangue. Quel dolore era quasi piacevole in confronto all'inferno che ardeva in me. Dovevo sapere. Un unico pensiero si impossessò di me. Lei. Se le fosse successo qualcosa non me lo sarei perdonato.
La odiavo profondamente, ma non le avrei mai augurato di morire.

-Amico che cazzo succede?- Will era dietro di me.

Poggiò una mano sulla mia spalla, che io spostai d'istinto.

Mi pulii il volto.

-Banks è...morto!-

Rimase impassibile nel corridoio. Il telefono iniziò a squillare nuovamente.

-Raul.Dimmi!- ringhiai

-Signore, l'incidente è avvenuto tre giorni fa. Sia Banks che la signorina Dufort sono stati ricoverate ieri al Saint Michelle...-

Sentii il sangue gelarsi nelle vene.

-Lei come sta?.- dissi con una voce che proveniva direttamente dal profondo della mia anima.

Quei secondi sembrarono un'eternità.

-Le sue condizioni sembrano stazionarie, ma non ne sappiamo molto.- disse con tono dispiaciuto.

-Non me ne frega un cazzo, sto arrivando vedi di trovare informazioni migliori.- riattaccai.

Mi precipitai giù. Will intanto mi aveva raggiunto e lo informai della situazione.

Presi il mio bolide, una porsche nera come la notte. Come il buio che avevo dentro.

Sfrecciai più che potevo per arrivare all'M&L il prima possibile.

Una volta arrivato, mi trovai davanti i genitori di Kim. Non li vedevo da molto. Anche loro erano preoccupati per la figlia

nonostante da quando se ne era scappata con Banks avessero deciso di tagliare i ponti con lei.

-Brian si sa qualcosa?- mi chiese la signora Dhalia.

Vedere i suoi genitori era sempre un colpo al cuore.

Stavo per dirgli tutto quello che sapevo.

-Signore, la signorina Banks era ricoverata in un altro ospedale, al momento dell'incidente. Non sappiamo il motivo preciso ma non

sembra nulla di preoccupante.-

Nonostante odiassi il fatto che l'avesse chiamata "signora Banks" tirai un sospiro di sollievo. Pensai di aver ritrovato la calma.

I suoi genitori stavano piangendo.

Tutto il dolore che avevo accumulato in questi mesi si preparava prepotentemente ad uscire.

Sentivo gli occhi pungere. Erano secoli che non piangevo, forse non l'avevo mai fatto veramente. Solo per una persona avevo pianto, mia madre. Quella stupida puttana di Kim non meritava le mie lacrime, non posso darle lo stesso valore della mia adorata mamma. Per quanto abbia odiato anche lei, lei almeno mi aveva amato.

Volevo stare da solo. Mi rinchiusi nel mio ufficio. Ci restai per tutta la settimana.

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Forse ora non capirete molto, mano mano che andrete avanti tutto sarà più chiaro. Comunque per ora Kim è andata via, ha lasciato tutti, in particolare Brian.
Senza una motivazione e si è sposata con Vincent.

Piano piano vi sarà tutto più chiaro!
:)
Scusate per l'attesa ma non ho un attimo libero ❤️❤️❤️

Once upon a love:  Back DownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora