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Lui si stava massaggianti gli occhi prima di rimettersi gli occhiali.

-Evans che ci fai nella mia stanza?-.

-potrei farti la stessa domanda-.

-ti ho già risposto sei nella mia stanza-.

-Potter io stavo solo facendo una doccia-.

-vattene dalla mia stanza. Ora- disse freddo lui.

Con la mia solita fortuna chi avrei potuto trovare in una simile situazione.
Mi ero ripetuta che sarei dovuta restare imperturbabile davanti a lui ma a quelle parole corsi in soffitta.
Chiudendo la porta e mi abbandonai a un pianto e a dei gemiti.
Mi buttai sotto le coperte logorante fin a coprirmi anche la testa con esse.

Una bufera di neve scompiglia i miei capelli.
È una delle prime volte che vado a Hogsmead.
Il cielo è nuvoloso e davanti a me un gruppo di ragazzi lancia palle di neve contro un ragazzo fermo.
Senza neanche pensarci piombo verso quello con gli occhiali e gli do un pugno.
Lui cade a terra con il naso sanguinante.

-Evans fatti gli affari tuoi - fa Sirius ringhiante.

Manca solo un malandrino all'appello.
Infatti di lato al sentiero, seduto sulle rocce che delimitavano il sentiero, Remus legge un libro senza prestare attenzione a ciò che succede.

Sev si mette a ridere per il naso di James.

-ti fai picchiare da una ragazza Potter?-.

James punta gli occhi pieni di odio verso Severus e con un semplice movimento della bacchetta lo appende per un piede a una corda immaginaria.
Poi tutti i malandrini se ne vanno senza accennando a un saluto tranne Remus che nonostante la lettura alza una mano in segno di saluto.

-vedrai che la finiranno presto Sev - dico a lui facendolo ricadere a terra.

Caddì a terra.
Speravo con tutto il cuore che nessuno si fosse svegliato per quel rumore.
Presi il mantello dell'invisibilitá.
Avrei dovuto riconsegnarglielo dopotutto mi sentivo come se non mi appartenesse come se non avesse più legami con me.
Emanava ancora l'odore di James unitò al mio profumo di Iris.
Lo infilai per non attirare l'attenzione.
Percorsi tutto il corridoio in silenzio fino alla sua stanza.
Era chiusa a chiave.
Aprii la porta con l'uso di una forcina facendo scattare la serratura.
Aprii lentamente la porta cigolante.
Era così dolce quando dormiva, quasi innocuo.
Gli occhiali erano sul comodino e lui dormiva con le mani dietro alla testa.
Mi tolsi il mantello e glielo lasciai su una sedia.
Mi trovavo sulla porta, con la mano già pronta sulla maniglia.

-Evans che ci fai nella mia stanza a mezzanotte-.

Feci un passo in avanti per andarmene.

-ti ho fatto una domanda-.

Prese la bacchetta e senza formulare un incantesimo ma girandola adeguatamente chiuse la porta davanti a me.

-volevo riportarti il mantello-.

-gentile da parte tua...-fece gelido.

Mi avvicinai lo stesso alla porta.
Lui indossò gli occhiali e mi guardò freddo.

-sei proprio una sempliciotta lo sai? Saresti stata disposta a farlo con qualsiasi ragazzo solo perché te lo ordinavano?-.

-senti chi parla, Mr Casanova-.

-non usare più quel tono con me-.

Lui si alzò e io mi spinsi fin contro la porta.
In un attimo eravamo alla distanza di pochi centimetri, le sue mani erano contro la porta ai lati delle mie spalle.

-perché sei qui Evans?-.

-James io...-.

-per te sono Potter non più James-.

-...avevo freddo-inventai.

-potevi dirlo subito, domani dormirai in giardino-.

-Jam...Potter io non riesco più a mentirti, pensavo di tenerti al sicuro con quella lettera-.

-tenermi al sicuro? Lo sai come mi sono sentito? Come un verme viscido- disse mollandomi poi uno schiaffo leggero.

Credo non abbia mai avuto intenzione di farmi del male veramente.

Io scivola verso terra senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
Una volta seduta strinsi le gambe a me con le mani e misi la testa dentro questa protezione.

-pensi che così io passa aver pietà per te? Tu mi darai ragione ma la pietà soltanto tu la hai per me...ti ordino di non uscire da quella porta-.

Nonostante il caldo estivo dei giorni la notte si riempiva di umidità.
Il freddo del pavimento non mi permise di addormentarmi.
Dopo qualche minuto sentendo il respiro di James ancora poco regolare decisi di parlargli.

-perché mi hai fatto seguire se non conto più niente per te?-.

Lui lasciò la frase in sospeso per qualche secondo che sembravano minuti per me.

-nella tua lettera non c'era nessun divieto in questo campo, non saresti mai sopravvissuta da sola, sei troppo impulsiva-.

-certo e tu invece sei il grande pensatore...-.

Cercai nella stanza nel silenzio più assoluto un posto più caldo o almeno dove poter appoggiare la testa.
Mi sdraiai per terra.
Fu questione di secondi e persi conoscenza rituffandomi nei miei ricordi ma prima riuscirci i movimenti di James mi fecero rinvenire.
James si agitava nel sonno.
Forse avevo dormito più di qualche secondo in un sogno vuoto o dimenticato.
Mi alzai e mi avvicinai al letto in ginocchio.
Incominciai ad accarezzargli i capelli lentamente per non svegliarlo.
La sua fronte era sudata e non voleva smetterla di agitarsi.
Rimasi tutta la notte a vegliare su di lui.
Passate le tre di notte si calmò ma io non sarei mai riuscita a prender sonno col freddo del pavimento sotto le ginocchia, inoltre avevo paura di risvegliato smettendo di scompigliargli i capelli.
Alle cinque dovetti smettere per forza per tornare ai miei doveri da schiava.
Rallentai le carezze fino a farle cessare del tutto poi ri-forzai la serratura e uscii nel dormitorio ancora buio.
Scesi in cucina la ragazza bionda stava sfornando alcuni brioches.

-vai a prendere il giornale il signor Potter ama leggerlo mentre beve un caffè...I genitori del signorino hanno saputo il tuo fallimento e pensano di farci far cambio o di prenderne una nuova, volevano che tu lo sapessi-.

Dopo aver preso il giornale apparecchiai la tavola nel modo migliore e poi tornai in cucina per prendere la mia colazione insieme alla ragazza.

-non ci siamo ancora presenate io sono Marianna-.

-io Lily-.

-com'è il signorino? Non ho ancora avuto l'onore di vederlo-.

-aspetta di vederlo allora-.

Pochi secondi dopo James scese dalle scale con una giacca di pelle e si sedette al tavolo dove stavano già mangiando i suoi genitori e sua nonna.

-divertito ieri sera?- fece il padre.

-non fatemi più sorprese del genere- disse gelidamente.

Tutti rimasero in silenzio finché James non se ne andò.
La madre di James sussurrò qualcosa al padre che dopo aver asciugato le labbra con il tovagliolo si diresse verso noi due.

-Tu - disse rivolgendomi a me- fai cambio con lei da domani...oggi dormi fuori-.

Io annuì.

L'era dei malandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora