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Le strade di Hogsmead erano gremita di coppie.
Mancava poco più di un mese a Natale.
Oltre a coppiette giravano per il villagg etto alcuni gruppetti di studenti di terza che incantati dal villaggio correvano di vetrina in vetrina.
Noi entrammo ai tre manici di scopa.
Il locale era quasi del tutto pieno.

-io con la candela - feci a Emillien che andò a ordinare.

-o no guarda chi c'è- fece Marlene poco dopo che prendemmo posto.

-Sirius e Mary?-.

Marlene non si era mai confidata con me seriamente. Non aveva mai espresso niente su Sirius. Erano come cani e gatti.
Solo nei suoi occhi si rispecchiava il mondo di dolore in cui viveva poiché Sirius la "maltrattava".

-ignorali - feci.

Lei rimase in silenzio tutto il pomeriggio osservando ripetutamente Sirius.
Io notai la tristezza che Sirius lasciava trasparire.
Mary non era la ragazza giusta per lui.
Lei non lo comprendeva fino in fondo come amiche avrei dovuto dirglielo evitando di toccare i suoi sentimenti.

Sirius e Mary si avvicinarono forse un po' troppo per Marlene, poiché lei si alzò dirigendosi verso il loro tavolo.
Bagnato.
Marlene fece finta di inciampare versando la sua burrobirra su Sirius.

-Scusami - fece lei arrossendo.

Lei arrossiva sempre quando Sirius parlava possibile che lui non se ne fosse mai  accorto? 

-Mckinnon non sei capace neanche di camminare-.

Lei fece finta di niente, dopotutto era riuscita nel suo intento aveva impedito che i due si baciassero.
Freddo.
Sussultai al tocco di un bicchiere gelato.
Mi girai verso la fonte di quel brivido che mi pervase.
James reggeva il bicchiere appoggiato alla mia guancia ma non appena mi girai lui riprese il bicchiere.

-Buon giorno tesoro - fece lui.

-Giorno Potter ...-.

Una leggera ombra invase il suo viso.
Era così cambiato da quando stavamo insieme. Oltre a una maggior simpatia cercava di non fare a botte con ogni serpeverde, soprattutto Sev, che incontrasse.
Lui prese posto accanto a me.

-perché siamo tornati a Potter-.

-è il tuo cognome, perché non dovrei usarlo?-.

-cosa è successo?-.

-perché eri in infermeria?-.

-allora lo sapevi! Mi sei mancata troppo. Perché non sei venuta a farmi visita-.

-non eri mica annoiato quando sono arrivata-.

Lui mi guardò gelido.

-sai come sono fatto Evans-.

-non chiamarmi Evans-.

-hai incominciato tu-.

-non so perché ancora sto con te. Non so perché ho voluta stare con te, sei un idiota-.

Lui si fermò, quasi pietrificato.

-scusa...-incominciai.

-se è questo quello che pensi possiamo anche finire il nostro rapporto-.

Che cosa stavo facendo?
Lo volevo davvero perdere?

-non so cosa mi capita in questi giorni, sono un po' preoccupata. Scusami ti prego-.

Lui mi guardò con i suoi occhi color ghiaccio.
Poi li chiuse.
Quel l'attesa mi bruciava dentro.
Perché, perché lo avevo fatto?
Saresti stata bene fra i serpeverde.
Forse aveva ragione Lumacorno.
Ero crudele.
Perché ero stata così sciocca.

-Va bene, scusami tu è colpa mia-.

-no è colpa mia-.

-ma non è vero è tutta mia la colpa-.

-no mia -.

-la finite voi due - fece Marlene che fino a quel momento aveva ascoltato in silenzio.

-avete fatto pace questo conta - fece Emillien.

Lo abbracciai con tutti l'affetto che provavo verso di lui.
Era un ragazzo speciale .
Nessuna ragazza avrebbe mai dovuto guardarlo come lo guardo io.
Io lo amo.
Forse troppo gelosa.

-non hai risposto alla mia prima domanda-.

-ho fatto la lotta con Sirius e ci siamo fatti male-.

Qualcosa nei suoi occhi brillò come di una verità nascosta.
Era la prima volta che mi mentì.

Appena terminò la sua burrobirra io e lui uscimmo dal locale lasciando Marlene e Emilien sole.
La neve cadeva soffice sul terreno battuto da numerose scarpe.
Secondo alcuni studi dalla distanza dei piedi e dal numero puoi comprendere l'altezza di una persona.
C'erano impronte sottili,  grossolane,  leggere e pesanti.
Le impronte mie e di James era diverse ma completamentari: le mie sottili, piccole e leggere mentre le sue grossolane e più pesanti delle mie.
Mentre camminava avvolgeva con un braccio James.

-quella è Dorcas? -.

-Ciao Dorcas - fece lui.

-sono venuta a far rifornimento di cioccolato per Remus-.

-magari è la volta buona - feci io abbracciandola -salutamelo, oggi non è venuto in biblioteca come ogni domenica-.

-speriamo-.

Lei se ne andò con fare deciso.

-quella ragazza è perfetta per Lunastorta-.

-lunastorta?-.

-scusa è una cosa fra malandrini, intendevo per Remus...seguimi-.

Mi prese per la mano e seguimmo la McGrannit fino ad Hogwarts restando a una certa distanza.
Poco dopo che lei varcò l'entrata Sentimmo un urlo.

-cosa hai combinato?-.

-niente di particolare, uno scherzo da nulla - guardandosi le unghie.

Entrando nella sala grande non c'erano più le persone nei quadri.
Erano così vuoti.

-James dove sono finti-.

-al terzo piano, tutti ammunchiati nei quadri-.

-Potter 100 punti in meno a grifondoro inoltre si prepari a una punizione esemplare...-.

-il bello che sei capo scuola-.

-...proprio ora che cambia l'insegnante di difesa contro le arti oscure-.

-finalmente, era un vecchio schifoso quello-.

Lo guardai gelida.

-non lasciarmi sfilettate anche tu lo pensi-.

Amavo il suo modo di esprimere sempre la realtà ma a volte bisognerebbe tenere una certa i propri commenti per sé stessi.


Spazio scrittrice
Spero vi sia piaciuto il capitolo scritto.
Vi ringrazio per i calorosi voti (non mi aspettavo di arrivare a più di 10).
Tuttavia noto che non commentate molto...ciò mi rattrista.
Vorrei sapere i vostri pareri sui personaggi, sui miei eventuali errori nella storia...
Se lascerete un messaggio mi renderete felice.
Grazie mille per tutti i lettori silenziosi (a cui spero che piaccia) e per tutti coloro che si fermano qualche secondo in più per riempire la stella.
Grazie grazie grazie.
                                                  

L'era dei malandriniWhere stories live. Discover now