Capitolo 54

21 2 0
                                    

“Non manca molto” Dice Luke rispondendo a Noah “Al massimo un altro giorno” E’ da quando si è svegliato che continua a fargli domande sul posto, quanto è grande, quante persone ci sono, dove prendono le provviste.
“Non è una buona idea andare lì” Ha detto Kedlark ad un certo punto “È l’unica che abbiamo però” Gli ha risposto Ethan.
Mentre gli altri recuperavano le loro cose mi sono avvicinata a Kedlark “Perché non è una buona idea?” Lui mi ha guardata sorpreso, forse perché è la prima volta che gli rivolgo la parola da quando so che non vuole torturarmi o uccidermi. Ma cerco comunque di essere il più distaccata possibile con lui, non mi piace. Secondo me ci ha preso troppo gusto a fare la parte del cattivo mentre eravamo lì, ma Ethan e gli altri sembrano fidarsi di lui...
“C’è una sola squadra di uomini non addestrati a combattere che escono per procurare provviste per quasi settanta persone” Inizia “Non gli servono altre bocche da sfamare” Mette le sue cose in uno zaino “Ma Luke ha detto che gli procurano delle provviste” Ogni mese uno di loro si incontra a metà strada con la squadra del campo.
“Procuravano” Mi corregge “Ora non possono più nemmeno avvicinarsi ai magazzini, nessuno di noi può”.
A volte penso che forse io Noah e Carter dovremmo andarcene subito, ma dove?
“Non è un gran che, ma funziona” Ha detto Ethan “Per ora” Ho sussurrato tra me e me ripensando alle parole di Kedlark, ma non posso preoccuparmene ora, ci penseremo quando arriveremo.
Oggi, se possibile c’è ancora più tensione.
Non ho più nemmeno guardato Ethan anche se ogni tanto sento il suo sguardo, quella sensazione...
Salgo in macchina accanto a Luke “Sai Thor mi hanno riferito che al campo si mangia tanta carne” Gli rifilo un’occhiataccia e lui alza le mani in segno di resa.
Sono ancora arrabbiata anche con lui, ma quando non mi sta guardando, mi sfugge un sorriso.
Do un pezzo di merendina a Balto mentre Ethan mette in moto e in poco tempo non ci sono altro che alberi e immensi prati “E’ così lontano perché ci dovevamo assicurare che non venisse trovato per caso” Ha spiegato stamattina Ethan a Noah, è più gentile con lui che con me ora.
A Noah piace Ethan, ha quello sguardo di quando qualcuno gli sta simpatico, quello che sfoggia quando sa già che una persona diventerà sua amica.
Spero che non ci rimarrà troppo male quando ci separeremo da loro.
Nessuno di loro ha più nominato Eric, vedo che cercano di nasconderlo, di comportarsi come sempre, ma so che stanno male. Persino io ogni volta che ripenso a lui sento una fitta allo stomaco, come potrebbero mai dirlo alla sorella? “Luke” Lo chiamo senza farmi sentire dagli altri, stanno parlando della benzina, se non ne troveremo altra tra poco ci toccherà proseguire a piedi, e questo sarebbe un problema.
“Come si chiama la sorella di Eric?” Fa un’espressione confusa, poi capisce “Te l’ha detto” Dice “Quando è venuto nella mia cella” Aggiungo, lui annuisce “Si chiama Brenda” nella mia mente non compare nulla, non so niente di lei, non l’hanno mai nominata “Quanti anni ha?” Continuo “20”
“Assomiglia ad Eric?” Luke sorride “Si molto, però è decisamente più attraente” Dice sorridendo, alzo gli occhi al cielo “Idiota” Gli sussurro dandogli un pugni giocoso.
E restiamo così per qualche secondo, ma subito dopo si rabbuia “Sai Lily, noi volevamo davvero aiutarti, non ti abbiamo preso in giro su questo” Distolgo lo sguardo, non ho voglia di litigare anche con Luke “Mi avete mentito però” Gli dico abbassando ancora la voce “E mi dispiace, davvero, ma Ethan-“ Lo interrompo “Non spettava ad Ethan decidere per me” Gli lancio un’occhiata, sta ancora parlando con Josh, torno a guardare Luke “Dico solo...non essere così dura con lui, non voleva che accadesse tutto questo, non lo avrebbe mai voluto” Poi si gira verso il finestrino mettendo fine alla nostra conversazione.
Com’è che ogni volta che litigo con Ethan Luke cerca di convincermi a fare pace con lui?
Credo che ciò che mi faccia arrabbiare sia il fatto che Ethan ha deciso che non avevo il diritto di scegliere. Posso capire il voler tenere segreto il campo all’inizio, visto che non sapevo se volevo restare sola, ma dopo, avevo il diritto di sapere che potevo scegliere.
È questo che mi fa infuriare.
E ne parlano tutti come se fosse Ethan a decidere tutto, gli altri potevano comunque dirmi la verità, ma hanno deciso di dargli ascolto.
Ci fermiamo un paio di volte per rimettere la benzina, hanno fatto scorta prima di scappare. Ci mettiamo nascosti tra alcuni alberi o grandi cespugli ma Kedlark e Josh restano sempre di guardia con i loro fucili, nella fretta di ieri non avevo nemmeno notato che li avessero.
Noah è sceso con Luke ed Ethan, io sono rimasta in macchina con Balto e Carter, e per i primi secondi nessuno dei due parla.
“Rassicurante” dice indicando con un cenno della testa Josh e Kedlark, anche loro sono nascosti dagli alberi, ma si spostano di continuo per controllare che non arrivi nessuno “Si” Dico sorridendo “Non so come hai dormito stanotte” Lui era con Josh, e Josh era con il suo fucile “Non ho dormito infatti” Lo guardo sorridendo pensando che stia continuando a scherzare, ma è serio “Oh” Dico “Quindi hai sentito tutto” Alza le spalle “Solo la parte finale” Annuisco distogliendo lo sguardo “Sai, potremmo andarcene anche ora, io te e Noah intendo” Dice poi facendomi girare di nuovo verso di lui, non l’ho mai visto tanto serio.
Sospiro mordendomi il labbro inferiore “Lo so” Si gira completamente per guardarmi meglio, lui è seduto davanti “E allora facciamolo” Continua sporgendosi verso di me. Scuoto leggermente la testa “Non possiamo,  non sappiamo dove andare e non abbiamo una macchina, è meglio arrivare al campo e poi decideremo cosa fare, magari lì staremo bene” Dico poco convinta, e lui deve essersene accorto perché acconsente con ancora meno convinzione di me.
Poi sento Noah urlare qualcosa ad Ethan e Luke che si sbrigano ad entrare, poco dopo anche Kedlark e Josh si chiudono dentro senza fiato “Cosa succede?” Chiedo “Sta arrivando qualcuno” Dice frettolosamente Ethan “Dovremmo essere abbastanza nascosti ma state giù”.
Mi abbasso accanto allo sportello, il battito che accelera.
Dopo qualche secondo, provo a tirarmi leggermente su, per vedere di chi si tratta dal finestrino. Non aspetto molto, un furgone verde militare entra nella mia visuale, prosegue lento, non ha gli sportelli ed è pieno di soldati.
Faccio per tornare giù quando vedo un altro uomo, è diverso. Ha una divisa, ma non è la stessa degli altri, ed è più vecchio, si guarda intorno attento, come se stesse cercando qualcosa, o qualcuno.
Punta lo sguardo nella nostra direzione e mi sembra che stia incrociando il mio sguardo. Anche se so che è impossibile, perdo comunque un battito.
Qualcosa nel suo viso è familiare, il taglio degli occhi, o forse la forma del viso, mi tiro su per vederlo meglio, come ipnotizzata.
“Lily stai giù” Dice Noah tirandomi per un braccio, ma io continuo a sporgermi, nella speranza che rallentino ancora di più, per vederlo meglio, per avere più tempo.
Non può essere.
Ero piccola, troppo piccola per ricordarlo da sola, ma a casa avevamo delle foto. Le ho fissate talmente tanto che potrei riconoscerlo tra mille, conosco ilo suo volto alla perfezione.
Il mio cuore batte all’impazzata.
Quando scompaiono dalla nostra visuale ancora non mi muovo, gli altri si tirano su chiedendomi cosa mi fosse preso, ma li ignoro.
“Noah” Dico invece “Quello...” Dico senza fiato “Lily devo dirti una cosa” Mi interrompe lui “Lui è vivo” Mi giro a guardarlo incapace di fare altro “Nostro padre è vivo”.

L'inizio della fineWhere stories live. Discover now