Capitolo 50

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Ethan è stato il primo a varcare la soglia e l’unico su cui mi concentro per un po’.
Ma non appena Noah entra nella stanza, interrompo il contatto visivo, quasi stordita. Possibile che abbia sentito di nuovo quella sensazione? Ora che non lo guardo più mi sembra irraggiungibile, e la voragine nel petto si fa sentire di nuovo.
Ti ha mentito.
Corro incontro a Noah per abbracciarlo dimenticandomi di Ethan.
Lo stringo forte a me e per un secondo mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, a casa nostra.
“Noah” Sussurro senza riuscire a trattenere le lacrime, ignorando le voci degli altri che nel frattempo discutono di qualcosa.
Mi stringe a sé altrettanto forte e quando ci stacchiamo restiamo a guardarci come non credendo che sia tutto reale “Mi sei mancato” Dico poi “Non sai quanto” Gli sorrido “Anche tu Betty” Risponde ridendo. Ho sempre odiato quel nomignolo, solo lui mi chiama così.
“Dobbiamo andare” Dice Luke avvicinandosi “È bello riaverti tra noi Rambo” Aggiunge sorridendo.
Non riesco a ricambiare.
Una parte di me vorrebbe, e probabilmente se fossi stata distratta lo avrei fatto, per abitudine, di riflesso.
Anche lui mi ha mentito, ma non sembra farci caso, torna accanto ad Ethan, vicino alla porta. Hanno tutti le loro pistole in mano restando in guardia.
“Okay” Inizia Ethan “Pronti?” Gli altri annuiscono. Evita il mio sguardo ma mi sento comunque rabbrividire al suono della sua voce.
E’ il primo ad uscire seguito da Luke e Josh mentre Kedlark ed Eric sono dietro me e Noah.
Ci muoviamo veloci cercando di non fare rumore e quando raggiungiamo un angolo ci fermiamo per controllare che ci sia via libera.
Non incontriamo nessuno e questo sembra metterli ancora più in allerta.
“Eccoli! Sono laggiù!” Dei passi riecheggiano nel corridoio e poi cominciano gli spari.
Eric e Kedlark si voltano e fanno fuoco a loro volta.
“Di qua!” Grida Ethan facendoci girare l’angolo. Corro afferrando Noah con un braccio e ci rannicchiamo accanto al muro.
“Vi copro io!” Grida Ethan e mi sporgo per vedere meglio sbirciando tra le gambe di Luke ed Ethan. Eric e Kedlark corrono verso di noi.
I soldati sono troppi e avanzano velocemente, il mio cuore impazzisce e comincio a sudare freddo. Se continuano così si faranno uccidere.
Poi accade tutto in un secondo.
Eric grida bloccandosi e spalancando gli occhi. La sua pistola cade a terra e dopo poco precipita anche lui. Cade in ginocchio abbassando lo sguardo sul suo petto, ma il proiettile l’ha colpito da dietro.
“No!” Grida Ethan, e gli altri iniziano ad urlare senza fiato, disperati, senza poter smettere di sparare, senza potersi muovere. Non ho mai sentito niente di tanto spaventoso.
Eric alza la testa e guarda i ragazzi contraendo il viso in una smorfia di dolore, paura, tristezza. Non riesco a sostenere il suo sguardo.
Kedlark si rende conto troppo tardi di quello che sta succedendo e nonostante si gira e corre verso Eric, non riesce a prenderlo prima che questo cada in avanti. Il tonfo del suo corpo mi sembra mille volte più rumoroso degli spari e delle sirene.
Rimango pietrificata, fisso la macchia rossa sulla sua schiena allargarsi sempre di più e vorrei chiudere gli occhi ma non ci riesco.
Mi porto una mano tremante davanti alla bocca e sento gli occhi inumidirsi.
Josh raggiunge Kedlark e lo aiuta a trascinare Eric accanto a noi mentre Luke e Ethan continuano a sparare.
“No!” Sento Josh gridare “No! No! No!” Volta Eric a pancia in su e gli poggia due dita sul collo rimanendo in questa posizione più del necessario.
Ethan e Luke si avvicinano senza dire una parola.
“No...” Continua Josh.
Fisso la scena terrorizzata, non può essere morto davvero. Alterno lo sguardo sugli altri, immobili, come se fossero rimasti sospesi nel tempo. Nessuno ha il coraggio di spostarsi, semplicemente restiamo lì, accanto al suo corpo, testimoni di qualcosa che non sarebbe mai dovuto accadere.
“Alzati” Dice poi Kedlark aiutando Josh “Non possiamo restare qui” Continua. Sa che ha ragione, lo sappiamo tutti, ma nessuno si muove, nemmeno lui, non ancora.
Gli spari si avvicinano sempre di più, ma non sembrano farci caso.
Noah si alza e si avvicina ad Eric, si china accanto a lui e gli chiude gli occhi. Vedo Ethan sussultare quando Noah lo tocca, quasi come se volesse fermarlo. Quasi come se non fosse necessario chiudergli gli occhi perché è impossibile che sia morto.
Deglutisco provando a mandare giù il groppo che ho nella gola.
Ha promesso alla sorella che sarebbe tornato da lei.
È morto, ed è tutta colpa mia.
Uno sparo pericolosamente vicino a noi va a finire nel muro di fronte e questo è sufficiente a farci muovere.
Corriamo lungo il corridoio senza dire una parola, ignorando le sirene e gli spari alle nostre spalle, avanzando per inerzia. Cerco di ignorare il gelo che sento dentro e trattengo un singhiozzo.
Nessuno piange, mi guardo intorno e finisco ad osservare Ethan, ha lo sguardo basso e la mascella serrata. Per un attimo sento l’irrefrenabile bisogno di affiancarlo e prendergli la mano, di alleviare il suo dolore in qualche modo.
Distolgo lo sguardo continuando a correre, ho la pelle d’oca.
Eric è morto.
Non sembra reale.
I nostri passi riecheggiano sul pavimento mentre correndo oltrepassiamo una stanza dopo l’altra. Mi bruciano i polmoni e non mi sento più le gambe “Si stanno avvicinando” dice Kedlark agitato continuando a guardarsi le spalle “Siamo quasi arrivati” Sussurra Ethan accanto a me, più a se stesso che agli altri. Gli si è formata una ruga tra le sopracciglia e ha le sopracciglia aggrottate.
So che non ha alcun senso, so che non dovrei, che lo odio per avermi mentito, ma senza che io possa fare niente per fermarmi, allungo la mano intrecciandola nella sua. Tengo lo sguardo fisso davanti a me anche se sento che mi sta guardando. Gli stringo la mano e lui ricambia, ci aggrappiamo l’uno all’altra cercando di infonderci forza a vicenda, ma nessuno dei due si sente forte in questo momento.
Josh si ferma davanti ad una porta e armeggia con la chiave magnetica per sbloccarla. Mi guardo alle spalle un paio di volte sentendo le voci dei soldati.
Il loro piano perciò è...scappare? E ci hanno messo tutto questo tempo per formularlo?
Quando la porta si apre ci catapultiamo di fuori ritrovandoci in un grande garage. Siamo circondati da veicoli e vedo i ragazzi guardarsi intorno “Sono qui!” Sento poi gridare.
Carter!
Mi giro correndo verso l’uscita dove ci aspetta in un van, decisamente più grande di quello di Luke.
Quando arriviamo la mia mano sfugge a quella di Ethan e giurerei di poter sentire ancora il suo calore sulla pelle. Ma continuo a non girarmi verso di lui.
“Carter” Dico col fiato corto salendo in auto “Ciao Lily, Noah” Sorride a mio fratello che lo abbraccia sistemandosi sul sedile accanto al suo seguito da Josh.
Ethan si mette al posto guida, Luke e Kedlark lo affiancano.
Faccio un sospiro di sollievo quando partiamo uscendo dalla struttura e socchiudo gli occhi alla vista del sole.
Poi mi giro a guardare i grandi cubi grigi dove sono stata rinchiusa in questi giorni, da lontano sembrano quasi dei magazzini.
Alcuni soldati arrivano nel garage che abbiamo appena lasciato e corrono verso le altre auto.
Guardo gli altri preoccupata ma Luke si gira “È una fortuna che tutte le loro ruote siano bucate” Dice facendosi girare tra le dita un cacciavite, e nonostante tutto, mi scappa un sorriso.
Poi l’auto cade nel silenzio.
Appoggio la testa sulla spalla di Noah e chiudo gli occhi, esausta.
Eric non è mai stato particolarmente loquace, specialmente con me, ma la sua assenza è tutto quello su cui riesco a concentrarmi, riempie l’aria intorno a me opprimendomi e sogno di potermi rimpicciolire e scomparire.
I miei pensieri vanno a sua sorella che non lo rivedrà mai più e il senso di colpa mi corrode.

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non mi odiate👀

-emme <3

L'inizio della fineWhere stories live. Discover now