Capitolo 23

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Camminiamo silenziosi girando intorno alla casa, stringo con entrambe le mani l’accetta e affianco Ethan seguita da Balto.

Più ci avviciniamo, più mi rendo conto di aver visto bene, e rimango sorpresa, sia piacevolmente che non.
È come se l’elastico che mi attirava alla casa fosse stato tagliato e ho bisogno di appoggiarmi al muro per non perdere l’equilibrio.
La porta è aperta, certo è utile non doverla scassinare, ma questo vuol dire anche che non c’è nessuno che ci abita.

Per un momento, l’ipotesi di trovare qualcuno mi ha davvero fatta sperare, e mi sento in colpa perché era un pensiero del tutto egoistico. Volevo trovare qualcuno in grado di capirmi.

Luke si mette da un lato, Ethan dall’altro. La porta cigola quando Luke gli da una spinta e ci ritroviamo di fronte ad un corridoio completamente buio.
Rimaniamo immobili, non si sente un rumore che sia differente da quello dei nostri respiri. L’adrenalina comincia a circolare nel mio corpo e vengo percossa da una scarica di brividi.

Ethan fa un passo verso l’entrata facendoci segno di seguirlo ma Balto corre dentro abbaiando.

Ci immobilizziamo, di nuovo.
Attendiamo cinque interminabili secondi di silenzio assoluto, non un rumore. Non sento più nemmeno Balto e trattengo il respiro.

Un verso raccapricciante fuoriesce dalla casa scatenandone altri, altrettanto rumorosi e fastidiosi.
Il mio battito accelera e sento una goccia di sudore percorrermi la schiena.

Le grida aumentano sempre di più e noi indietreggiamo progressivamente.
Essendo buio, non riusciamo a capire quanto si stiano avvicinando.

Poi uno zombie salta fuori dall’oscurità facendomi sobbalzare e Ethan mi trascina lontano dall’entrata prendendomi per un braccio.

Camminiamo all’indietro l’uno affianco all’altra senza perdere di vista la porta e gli zombie che continuano ad uscirne. Quattro, sette, undici, poi perdo il conto.

Cerco di regolarizzare il respiro ma loro continuano ad aumentare e noi siamo sempre più in svantaggio.
Stringo la presa sull’accetta consapevole che non servirà a molto, ma in qualche modo riesce comunque a confortarmi.

Loro non vedono, ma sentono tutto.

Sentono il rumore del tuo respiro, il battito del tuo cuore, il sangue che scorre nelle tue vene e lo spostamento d’aria quando batti le ciglia.

Avvertono la tua presenza, il tuo calore e il tuo odore. La tua paura, la tensione, l’agitazione.

E sono sicura che non sono mai stati tanto attratti da qualcuno quanto da noi ora. Rabbrividisco ancora.

Mi guardo intorno agitata valutando le nostre opzioni.
Balto è entrato e devo recuperarlo, questo vuol dire che devo trovare un modo di entrare lì senza attirare l’attenzione.

Non posso passare da questa porta, questo poco ma sicuro, è bloccata da loro e di tanto in tanto ne arrivano altri.

“Balto!” Chiamo disperata, rassegnata alla consapevolezza che nessun tipo di rumore potrebbe peggiore la situazione ormai. “Balto!”  Grido ancora, ma di lui non c’è traccia.

Continuiamo a spostarci, sento lo sguardo di Ethan addosso, ha capito che non voglio andarmene senza averlo ritrovato. Mi capisce sempre. E’ l’unico motivo per cui ancora non stiamo scappando.

Non posso lasciare Balto. È tutto ciò che mi rimane della mia famiglia.

Le finestre sono sbarrate, neanche a pensarci. Persino con la loro lentezza mi raggiungerebbero prima che io possa aprirne una.

“Lily!” Ethan mi implora con lo sguardo.

Il rumore li sta attirando tutti qui. Se riesco ad allontanarmi abbastanza da raggiungere un’altra porta o una qualsiasi altra entrata dovrei avere la strada piuttosto libera.

“Lily!”

Mi guardo freneticamente intorno, sperando in un’illuminazione. Io non...Io non posso.
Non posso lasciarlo qui.

Respiro affannosamente “Ragazzi dobbiamo andarcene!” Grida Luke mentre fa fuori uno di loro.

Scuoto la testa rassegnata, Ethan mi si avvicina “Andiamo” Dico arrendendomi.

Ci allontaniamo velocemente, quasi correndo, ma quando passiamo di fronte all’entrata principale sento un formicolio che non riesco ad ignorare.
Speranza.

Il mio è un piano debole, dare per scontato che stiano uscendo tutti è semplicemente ridicolo.

Corro verso l’ingresso ignorando le urla di Ethan e Luke. Quando apro la porta sorrido quasi di sollievo trovandola aperta.
La lascio spalancata per far entrare un po’ di luce ma la parte di corridoio visibile da qui è immersa nel buio.

Non è decisamente il caso di muovermi alla cieca, così prendo di fretta la torcia dallo zaino, contenta di essermi fatta dare delle batterie da Ethan.

Illumino il corridoio di fronte a me, sorpasso le stanze chiuse soffermandomi accanto alle porte per captare qualche rumore. Ma niente.

Mi avvicino al salotto sentendo i rumori all’esterno lontani, come se fossi in una bolla.

Faccio scorrere il fascio di luce lungo tutta la stanza trattenendomi sulla poltrona, la credenza, la tv, il camino.

Punto la torcia su un angolo accanto a delle scale e mi si mozza il respiro.

Nello stesso istante in cui io li vedo, loro vedono me.

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non so bene quando è un buon momento per fermarmi ma mi sono stancata di pubblicare ora ahahah
metto qualche altro capitolo e poi se ne riparla stasera

-emme <3

L'inizio della fineWhere stories live. Discover now