Capitolo 16

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“Buongiorno Thor” Annuncia entrando in cucina. Alzo gli occhi al cielo “Quante volte devo dirtelo? Thor aveva un martello!” Scuoto la testa divertita.

"Dormito bene?” Prende due tazze “Non proprio...” Assume un’espressione confusa ma non indaga e io non ci tengo particolarmente ad approfondire la cosa, né con lui né con nessun altro.

Mi porge un tazza di thè “Luke, posso farti una domanda?” Gli chiedo quando si siede di fronte a me. Alza lo sguardo incuriosito “Certo Rambo, spara!” Faccio una smorfia “Di nuovo espressione sbagliata vero?”
“Lascia stare” Dico accennando un sorriso.

La cosa migliore è chiederglielo e basta, credo... “Perché la porta davanti alla camera di Ethan è sempre chiusa a chiave? Cosa c’è dentro?”

Mi guarda impassibile e per qualche secondo rimane in silenzio, tanto che temo di aver sbagliato a chiederglielo. “Se puoi dirmelo ovviamente” Abbasso lo sguardo sulla mia tazza, a disagio.

“No....intendo... si, insomma non c’è problema, è solo.... era lo studio del padre di Ethan, tiene sempre la stanza chiusa, non ci fa entrare nessuno, non vuole. Niente di particolarmente interessante” Torna a sorseggiare la sua bevanda come se niente fosse e mi sento una stupida ad aver passato così tanto tempo a pensare a quella stanza.

Anche stavolta ho aspettato invano che arrivasse un segno che mi dicesse di andarmene. E anche stavolta mi sono fasciata la testa inutilmente.

Per fortuna non l’ho chiesto direttamente ad Ethan, se non fa entrare nemmeno loro lì probabilmente è qualcosa di cui non vuole parlare.

Ma se lo studio di suo padre è così importante per lui, mi chiedo perché non abbia nessuna sua foto con lui da qualche parte. Forse le ha tolte per non dover spiegare, ma ho come la sensazione che Luke sappia più di quanto mi sta dicendo. Non che debba parlarmene in ogni caso, è una cosa che riguarda Ethan, e non sono affari miei. O almeno questo è quello che continuo a ripetermi.

“Anche oggi dovete uscire?” Domando allora mentre finisco di bere “No, è il turno di Eric e Josh” Annuisco cercando di nascondere il mio sollievo. Passare del tempo con Josh non è stato male, ma ho paura che avrò un crollo emotivo se continuo a stare da sola con lui.

Ethan non si vede, ha dormito nello studio? È il caso che io gli restituisca la sua stanza, è stato fin troppo gentile a lasciarmela per due notti. Quando domani me ne andrò non mi avrà più fra i piedi e il problema sarà risolto.

Me ne andrò perché è meglio per tutti. So che mi hanno detto tante volte di restare ma non mi sento al mio posto. Con Eric che mi evita e mi odia, Josh che mi farà impazzire, Ethan che in un momento è scontroso e quello dopo no. Il tentativo di Luke di tenere insieme i pezzi non fa altro che ricordarmi che sono io a dividerli e che non è il caso che resti.

Per il poco tempo che ho passato qui mi sono sentita tranquilla, come se all’improvviso i problemi lì fuori non avessero più motivo di esistere. Sto inconsapevolmente abbassando la guardia e non me lo posso permettere. Magari così torneranno ad essere più sereni anche tutti loro, senza me in mezzo.

Josh ed Eric escono e quando Luke va in camera sua decido di mettermi a leggere, ieri ho trovato un libro in camera di Ethan, il mio preferito, Harry Potter. Non importa quanto tempo passi, non mi stancherò mai di rileggerlo.

Dovrei chiedergli se va bene che io lo prenda in prestito ma non lo vedo da ieri, dovrò pur passare il mio tempo in qualche modo.

Quando eravamo piccoli io e Noah ci rincorrevamo per la casa lanciandoci incantesimi con bastoncini di legno raccolti nel giardino.
Questo libro me lo ricorda, mi ricorda casa mia, so che sembra sciocco ma mi conforta in qualche modo.

Leggo di come Harry sia stato smistato nella casata dei Grifondoro, mi è sempre piaciuto pensare che ne facessi parte, ma è da un po’ che non sono più così sicura di essere coraggiosa come credevo.

“Dove l’hai preso?” Sobbalzo e il libro mi cade dalle mani mentre alzo lo sguardo. Ethan mi guarda in modo indecifrabile, è arrabbiato?
“L’ho trovato nella tua stanza” Mi chino a raccogliere il libro, assicurandomi che sia intatto, e lo chiudo non sapendo bene cosa fare.
Lo osserva pensieroso  “Tranquilla” Intima poi. Poggio il libro accanto a me senza smettere di osservarlo “È di quando ero piccolo, me ne ero completamente dimenticato”.

Per un attimo sembra perdersi nei suoi pensieri, gli occhi fissi sul libro “È il mio preferito” Dico allora sperando di rendere la situazione meno strana.  Stavolta alza lo sguardo e quando i suoi occhi incontrano i miei sento di nuovo quella sensazione, ormai familiare. Mi tranquillizza, tutto il nervosismo scompare, i dubbi, le incertezze, e ancora una volta mi sento al sicuro.

“Lo era anche per me” Sussurra appena. Per la prima volta da quando ho messo piede qui dentro sembra rilassato, lì in piedi nel bel mezzo della stanza. Lascia cadere la barriera di freddezza che lo accompagna sempre ultimamente, e mi parla. E io non ho intenzione di lasciar chiudere questo spiraglio.

“Era?” inclino la testa incuriosita “L’hai notato” sussurra, poi distoglie lo sguardo e sorride “Mi piaceva il modo in cui mi faceva sentire credo” Si siede sulla poltrona alla mia destra e mi sposto leggermente per guardarlo meglio.
“Come ti faceva sentire?” Sospira e stringe le labbra concentrato, forse pensando a cosa dire. Mi chiedo se si renda conto di farlo e se è qualcosa che fa sempre quando pensa.

Lo osservo calamitata in attesa che vada avanti “Coraggioso, credo, in grado di fare qualsiasi cosa, e....buono” Fissa di nuovo gli occhi nei miei e restiamo in silenzio,  l’uno incatenato allo sguardo dell’altra.

“Poi cos’è successo?” Sussurro senza riuscire a trovare la voce.
La magia si interrompe, distoglie lo sguardo immediatamente, e potrei giurare di aver visto quel muro irrompere di nuovo tra noi due e all’improvviso mi sento persa, confusa, svuotata.
Contrae la mascella e guarda ovunque tranne che nella mia direzione, credo di essere andata troppo oltre. “È solo una storia per bambini, puoi tenerlo se lo vuoi” Si alza e raggiunge in fretta la porta.

Non sono pronta a vederlo sparire di nuovo. Voglio sentirla ancora, la sensazione che provo quando mi guarda. Senza filtri, senza barriere. E io guardo lui, e lui me lo lascia fare, e allora riesco a vederlo, vederlo per davvero.

“Non è solo una storia per bambini. Non per me.” Si ferma ma non si gira “Ad essere sincera credo che sia più adatta agli adulti, i bambini non possono capirla fino in fondo, non tutte le sue sfumature” Si gira e fa qualche passo verso di me, rimanendo in piedi.
“Tipo?” Aggrotta le sopracciglia.

“Qui dentro” accompagno le parole alzando il libro “C’è la vita. La mia, la tua, di tutti. È una fonte di ispirazione, mi ricorda tutto ciò che voglio essere e tutto ciò che mi impegno a non essere. È una storia di amore e amicizia e di come esse possano essere importanti e potenti se solo ci si impegna ad accettarle e coltivarle. È una storia di male e oscurità e di come queste possano rapire quelli che si sentono soli. È una storia di coraggio e ambizione, di sogni e aspirazioni, di altruismo e perdono. È....la vita. Nessuno è perfetto, tutti abbiamo del male dentro di noi, dei difetti, ma è importante ricordare che si può migliorare e che ci si può impegnare a prendersi cura dei nostri lati positivi, è importante ricordare di non essere troppo severi con noi stessi, di perdonarci perché se non lo facciamo noi nessuno altro lo farà. E mi ricorda che non dobbiamo lasciarci travolgere dall’oscurità della nostra vita, di tenere duro ed essere forti perché la luce si può trovare anche nei momenti più bui se solo ci si ricorda di accendere la luce” Sorrido alla citazione finale.
“Beh...io ci sto ancora lavorando” Aggiungo poi abbassando la voce.

Mi rendo conto solo quando finisco di parlare di quanto io mi sia lasciata trasportare e me ne pento. Il silenzio più assoluto ci avvolge e mi sento arrossire.

Quando trovo il coraggio di alzare lo sguardo, mi accorgo che Ethan si è seduto di nuovo e mi guarda, sorpreso, incuriosito e....affascinato quasi. Forse è una mia impressione. Ma tutto quello a cui riesco a pensare ora è ciò che il suo sguardo mi provoca. E mi dimentico di come mi odio per essermi lasciata trasportare così, di come riesce a farmi abbassare la guardia senza nemmeno provarci. Mi dimentico di tutto. Persino di quello di cui stavamo parlando.

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Non ricordavo di aver scritto capitoli così corti damnnnnn

-emme <3

L'inizio della fineWhere stories live. Discover now