Capitolo 52

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Sento di nuovo il carillon, ma non danzo.
Corro, ma non cerco nessuno.
Grido, ma di paura.
Stavolta sono inseguita.
Mi lascio guidare dalla melodia sperando di essere più veloce del mio inseguitore, non lo vedo, ma so che è lì. E so perfettamente chi è.
Quando mi sveglio mi strofino gli occhi cercando di cancellare il viso di Kalan, impresso nella mia mente come inchiostro tanto bene da tormentarmi anche negli incubi.
La stanza è immersa nel buio e sento il respiro di Noah che dorme, Balto è ai miei piedi, è ancora notte.
Mi alzo sapendo che non riuscirò più a prendere sonno, e nonostante ciò, è la dormita più lunga che faccio da tempo.
Mi avvicino al mio zaino, su una sedia, per tirare fuori una felpa. Prima Ethan me lo ha restituito, credevo che lo avessero preso i soldati, ma non gli ho chiesto come lo ha avuto, né lui ci ha tenuto particolarmente a spiegarmelo.
Ma va bene così. O almeno, è quello che mi ripeto.
È stato un sollievo mettere dei vestiti diversi da quelli ormai luridi che portavo prima, non mi hanno fatta cambiare nemmeno una volta nel corso di questi giorni.
Infilo un paio di calzini prima di scendere le scale lentamente, cercando di non farle scricchiolare, Josh e Kedlark hanno bloccato tutte le entrate, forse in un altro momento starei comunque attenta, ma ora, non credo di averne la forza.
Sorpasso il soggiorno in punta di piedi per non svegliare Josh e Carter e mi sbrigo a raggiungere la cucina chiudendomi immediatamente la porta alle spalle per non illuminare troppo il soggiorno.
Solo dopo mi rendo conto che la luce era già accesa. Solo dopo mi rendo conto di cosa significa.
Stupida stupida stupida.
Mi giro sapendo di non poter evitare l’inevitabile.
Ethan è seduto al tavolo ma stavolta non ha nessuna tazza di fronte. Ha un libro in mano, non riesco a vedere la copertina.
Il suo sguardo è puntato dritto nel mio e io ordino al mio corpo di aprire la porta e uscire, ma le mie gambe cominciano a muoversi verso il tavolo e mi ritrovo seduta di fronte a lui.
“Incubi?” Domanda cauto, a voce roca “Incubi.” Sussurro in risposta.
Nessuno dei due distoglie lo sguardo e mi prendo un momento per osservarlo.
Le sue occhiaie sono peggiorate, ha un accenno di barba e i suoi capelli sono più scompigliati del solito.
Non riesco ad odiarmi quanto dovrei per il fatto che tutto quello a cui riesco a pensare è che è comunque bellissimo.
Poi tutte le bugie e gli inganni si insinuano nei miei pensieri e abbasso gli occhi.
Ho tante cose da chiedergli, ho tante cose da urlargli, credo di averne il diritto. Eppure inizio da quella che mi sembra la più semplice, la meno dolorosa “Quanti anni hai?” chiedo fissando un punto sul tavolo di fronte a me.
Per qualche secondo resta in silenzio, poi parla, la voce chiara, profonda, e riesco ad immaginare la ruga che si forma tra le sue sopracciglia “22” dice solo.
Annuisco distrattamente “Come siete finiti a lavorare per loro?” Stavolta non esita, ma il suo tono si fa più duro “Kalan è mio zio, Luke era già mio amico, Josh e Eric li abbiamo incontrati lì, facevano parte di altri settori prima di passare al nostro. Sono destinato a stare lì da praticamente tutta la vita sospira passandosi le mani sul viso “E quando mia madre è morta, è stato il momento giusto”.
Faccio un bel respiro prima di formulare la domanda che mi ha tormentato di più in questi giorni, quella che ho più paura di chiedere “Sapevate che Noah era lì quando ve ne ho parlato?” La mia voce trema leggermente e mi odio per questo “No” Si affretta a dire “Nel senso sapevo che fosse lì, mi è capitato di incontrarlo, ma non sapevo che fosse tuo fratello” Specifica ansioso, come se avesse paura di non essere creduto “Dopo che ti hanno presa ho indagato di più sul tuo caso, specialmente dopo aver sentito le domande di mio zio” Continua “Kalan” Si affretta poi a correggersi. Non so qual è la relazione che ha con lui, m suppongo che debba essere difficile allontanarsi dall’ultima cosa che ancora puoi chiamare famiglia.
Torno a concentrarmi sollevata, non sarei più riuscita a guardarli in faccia se mi avesse detto che sapevano di Noah.
Stavolta sono io a fare una pausa “Quanto di quello che mi avete raccontato è vero?” Niente, suppongo, ma voglio sentirlo dire da lui.
“Lily...” inizia esitante. Incontro il suo sguardo incitandolo a continuare “Le cose che davvero contano erano tutte reali” dice poi.
Rido più per esasperazione che per divertimento, scuoto la testa “Sul serio? Smettila di prenderti gioco di me” Torno a guardare il mio punto sul tavolo, se non parla lui, lo farò io “Quella non era casa tua e quel furgone non è di Luke” Non è una domanda ma lui risponde lo stesso “No”, annuisco “Ero solo una missione” Dico poi, seppellendo la delusione.
Torno a guardarlo e lui sta scuotendo la testa “Volevamo aiutarti davvero, non saremmo mai dovuti arrivare a questo punto....mi dispiace così tanto...” Si passa una mano sulla fronte “Subito dopo averti vista a scuola ci hanno affidato la missione, ecco perché ero così distante....non volevo affezionarmi” E in questo momento sembra più esausto che mai.
Resto a studiarlo per qualche secondo senza sapere bene cosa dire.
Non voleva affezionarsi. Avrei apprezzato se me lo avesse detto prima che io mi affezionassi a lui. E vorrei che non fosse così, ma fa male.
“Ma allora perché non mi avete portata lì?” Alzo un po’ la voce sentendo di nuovo la rabbia tornare “Perché non mi avete spiegato come stavano le cose? Perché mi avete nascosto tutto? Mi avete mentito. Mi hai mentito.” Lo guardo arrabbiata, disgustata, e nonostante tutto la sua espressione distrutta mi fa venire una fitta al cuore “Se non fosse per me forse Eric non sarebbe morto” La mia voce si riduce ad un sussurro e abbasso lo sguardo sperando che non veda i miei occhi inumidirsi.
“No Lily” Si sporge in avanti “Non è colpa tua” Allunga una mano per prendere la mia sopra il tavolo ma io la sposto prima che possa anche solo sfiorarla. Se ci rimane male, lo nasconde bene.
“È colpa mia” dice ritirando la mano “Mi aveva detto che sarebbe stato rischioso ma io non gli ho dato ascolto e ho insistito perché tu rimanessi” Abbassa lo sguardo e mi si attorciglia lo stomaco.
Voleva che io rimanessi.
“Perché?” chiedo ancora, esasperata.
Eric non mi ha risposto, ma Ethan...lui una risposta me la deve.
Ma tutto ciò che segue la mia domanda è il silenzio.
“Va bene, ho capito” Dico alzandomi “Continua pure a lasciarmi all’oscuro delle cose” Faccio per andare verso la porta, non riesco a restare in questa stanza un secondo di più, non se c’è lui.
“Te ne stavi andando” Dice poi, ignorando completamente ciò che ho detto.
Giusto, il biglietto. Con tutto quello che è successo me ne ero totalmente dimenticata.
Come se cambiare argomento mi farà essere meno arrabbiata con lui “Dovevo cercare Noah, almeno provarci.” Dico girandomi di nuovo verso lui “Quindi ci avresti lasciati così” Alzo gli occhi al cielo “Quindi solo io devo comportarmi in modo corretto?” Scuote la testa aggrottando le sopracciglia “Ti avremmo fatto capire quanto fosse un’idea stupida”
“E non sarebbe cambiato assolutamente niente!” Faccio una pausa “Io dovevo andare a cercarlo” Avanzo di nuovo verso di lui “Potevi almeno avvisarci!” Dice alzandosi in piedi anche lui “Ci ho provato!” Gli dico allora, la voce sempre più alta.
Aggrotta le sopracciglia confuso “Ti ho detto che dovevo parlarti di una cosa ma da quando abbiamo incontrato Carter sei diventato insopportabile senza motivo” Continuo. Poi cala di nuovo il silenzio e la sua espressione da confusa diventa impassibile.
“Mi disp-“ lo interrompo “Non disturbarti, tanto appena raggiungeremo il campo non vi saremo più di intralcio, ognuno per la sua strada” Mi giro, sapendo di non poter sopportare la sua reazione, ignorando la voragine nel petto.
Apro la porta e supero Josh e Carter, senza riuscire a dispiacermi di averli svegliati in questo momento. Non so da quanto stavano ascoltando, ma non mi interessa.
Torno di sopra con le lacrime agli occhi e mi metto sotto le coperte il più silenziosamente possibile, sapendo che non dormirò in ogni caso, e sperando che prima o poi diventerà meno doloroso pensare a lui.

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avete mai avuto il cuore spezzato?

-emme <3

L'inizio della fineWhere stories live. Discover now