Capitolo 52. Ryss

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Quando ho gridato in faccia a Bodie non avrei mai pensato che mi sarebbe mancato così tanto.

Mi sembra di aver fatto un salto nel passato, all'estate prima dell'ultimo anno di scuola. Quando Steven ha deciso che non andavo più bene per lui, quando ha smesso di scrivermi e di venire a casa mia, accampando scuse e uscendo con gli altri, mi sentivo esattamente così, come ora. Solo.

Ma non è solo questo. Oltre che solo, mi sento anche vuoto, come se avessi perso un pezzo di me. Ci penso sempre. Penso ai nostri pomeriggi insieme, ai Crackers e al formaggio spalmabile, alla festa di Halloween, alla notte in ospedale, al nostro primo concerto all'Old Rock. Non c'è nessun altro con cui potrei condividere tutto questo.

Ma allo stesso tempo sono arrabbiato. Bodie è una brava persona – ha risolto con la rivista, chiarendo che più di metà delle canzoni le ho scritte io – , ma quello che ha detto quando abbiamo litigato è ancora impresso nella mia mente. Io ho un palo nel culo, non mi so divertire. Mi comporto come se ci fossero solo i miei problemi. Sono un egoista, è questo che pensa di me il mio migliore amico. Forse era meglio Steven, che pensava che io fossi uno sfigato. Quello era vero.

Eppure adesso, a quarantatré giorni di distanza da quando abbiamo litigato, mi chiedo se anche quello che ha detto Bodie sia vero. Come facevo quando Steven mi aveva abbandonato, me ne sto sdraiato sul mio letto, nel buio delle tre di notte, e fisso il soffitto. Non riesco a dormire. Mi basta un cattivo pensiero per rovinarmi una nottata, per offuscarmi i pensieri e tenermi sveglio. Mi sento troppo ingombrante, impossibile da infilarmi tutto in questo corpo magro; una volta non mi sentivo così, almeno su questo punto ero apposto, invece ora mi sento come quando ti escono i piedi dalla coperta. Incompreso e scomodo.

Penso alla mia vita prima di ora. Il divorzio dei miei genitori, mio padre che beve, Steven che mi ignora, lui e Marta che si mettono insieme, Bodie che mi istilla il dubbio – ancora vivo in me – che potrebbero piacermi gli uomini, i miei fratelli che se ne vanno, Justin che ci prova con me, mio padre che mi picchia, quella rivista che mi toglie tutti i meriti. È tutta una tragedia, è tutto un problema. Forse Bodie aveva ragione, e io penso di essere l'unico ad avere problemi. O meglio, che i miei siano più grandi degli altri. Se ci penso, non è una cosa che ho mai creduto, ma adesso mi viene comunque il dubbio che a lui non sia parso così.

Detesto stare così di nuovo, sdraiato a fissare il soffitto in cerca di una fine alla mia sofferenza. Mi giro da un lato e dall'altro, senza pace, finché non mi viene in mente il mio metodo, quello che usavo prima, per calmarmi. Premo due dita sulla cicatrice che ho sul fianco e mi rilasso; non fa male, ma mi dà un senso di tranquillità.

Mi chiedo cosa stia facendo Bodie. Chissà se gli manco, se anche lui sta come me, se si sente male per le cose che gli ho detto, se sta sdraiato sul letto a fissare il soffitto al buio. Do un'occhiata alla sveglia digitale che ho sul comodino – nuova, perché l'altra è caduta quando abitavo ancora con Bodie e si è rotta – e penso che l'unica cosa che il mio amico possa fare ora probabilmente è dormire. Sono le due e trentacinque, starà dormendo di sicuro.

Io non ci riesco, così mi alzo e mi infilo un maglione, per evitare di congelarmi. Fuori è freddo, ormai è ottobre inoltrato e in questo posto di merda si gela. Raggiungo la mia scrivania e prendo fuori un quaderno nuovo. È simile a quello che ho regalato a Bodie per il suo compleanno, con le righe normali da una parte e il pentagramma dall'altro. Quello che usavo prima ormai l'avevo finito e me ne serviva uno nuovo. Mi serviva qualcosa di nuovo da cui ricominciare.

È troppo tardi per mettermi a suonare la chitarra, nel palazzo dormono tutti, così mi limito a segnare il ritmo battendo le mani, ripromettendomi di segnare tutto domani mattina, e poi scrivo il testo. Da un lato, scrivere mi fa stare male: che ne sarà adesso della band? Seth mi viene a trovare spesso, e immagino che Maxine vada da Bodie, per capire cosa succederà, e io mi sento in colpa per il modo in cui tiriamo avanti questa cosa. Seth e Maxine sono appesi ad un filo ed è tutta colpa nostra. Quindi perché scrivere? Per chi sto scrivendo questa canzone? Se la band si disfa, che me ne farò?

All That ShinesWhere stories live. Discover now