Capitolo 29. Bodie

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Quando le ragazze con i capelli tinti vanno in scena e i Detonators si chiudono in cerchio ad un lato della stanza, confabulando di qualcosa di privato, noi occupiamo le toelette. Seth dà una mano a Maxine a sistemare i capelli con le mollette, mentre Ryss ci spiega come vuole truccarci e tira fuori quello che ha comprato, con molto disagio, al negozio.

Inizia da sé stesso, per darci la prova che è capace; si dipinge gli occhi di rosso, allungando l'ombretto in una striscia rossa che occupa il suo viso quasi come un paio di occhiali. Poi si dà l'eye-liner e da uno dei due occhi fa partire una linea nera che si arriccia in mezzo alla guancia. La riproduce accanto, questa volta in bianco, di modo che sembri in qualche modo tridimensionale.

«Dove hai imparato a farlo?» chiede Maxine. Conoscendo la sua famiglia, me lo chiedo anch'io.

Ryss alza le spalle. «Mi sono sempre fatto il trucco di Halloween da solo».

Dopo tocca a Maxine; Ryss le mette l'eye-liner e l'ombretto rosso, riproducendo il suo esatto trucco, ma invece che la linea arricciata in fondo le disegna una specie di saetta, sull'altra guancia rispetto alla sua. Con Seth ci va più piano, perché lui non sembra tanto del parere; gli mette l'eye-liner e l'ombretto rosso sugli occhi e basta. È un'impresa, perché Seth non si è mai truccato in vita sua e non riesce a stare fermo.

Io un po' di esperienza ce l'ho, perché per Halloween Jael mi ha sempre truccato - da vampiro, da gangster ferito, da angelo, da qualsiasi cosa - e visto che le piaceva sperimentare mi metteva di tutto.

Mi siedo alla toeletta e Ryss si piazza davanti a me, concentratissimo. No, più che concentrato sembra in preda all'ansia. «Sta tranquillo» dico. «Andrà tutto bene».

Annuisce. La verità è che anch'io ho l'ansia, ma parlare mi aiuta e probabilmente il discorso, seppure breve, con Miles è stato una bella idea.

Ryss mi mette l'eye-liner e poi mi osserva. «Che c'è?» chiedo.

«Non so cosa farti in faccia. A te ne devo mettere meno, tu canti» spiega. Non capisco la correlazione tra le due cose, ma gli do ragione, perché penso che potrebbe uccidermi se non lo faccio. E poi l'esperto è lui.

Ad un certo punto, sento qualcuno afferrarmi con forza una scapola. Asher si abbassa, la testa accanto alla mia, e con la mano con cui non mi stringe indica i quadri che ho sulla spalla.

«Disegnagli questi» suggerisce. «E ricordatevi che è la sera del giudizio. Noi staremo a vedervi dagli spalti in fondo» alza il pollice davanti alle nostre facce, poi gira la mano mandando il pollice in giù. Intende dire che ci giudicheranno, come gli imperatori romani durante i combattimenti dei gladiatori. «Chiaro?» chiede, ma non attende la risposta, si limita a lasciarci lì e a uscire dai camerini. Ora che ci guardo, i Detonators non ci sono più, devono già essere andati nel backstage.

Ryss ha la mano un po' tremante, ma riproduce sul mio viso gli stessi segni che ho sulla spalla. «La prossima volta li farò a tutti» borbotta.

«Pronto?» chiedo.

«Pronto» garantisce e mi sembra più convinto di prima. Tutto questo spogliarello lo ha messo a disagio, ma ora che siamo solo noi quattro sembra aver riacquistato una certa sicurezza. Più di me, almeno.

«Tu sei pronto?».

Annuisco, ma non sono poi così sicuro. Emozionato sì, ma pronto no.

Quando vediamo le tre coi capelli tinti tornare dentro, tutte sudate e ancora cariche, noi scivoliamo nel backstage con gli strumenti, Ryss con la chitarra, Maxine col basso e io e Spencer che portiamo lo xilofono di Maxine.

Gerard è sul palco e lui e Asher stanno raccontando qualcosa, riesco a vederli seduti sul bordo del palco e sento la folla che sghignazza. Mi chiedo cosa dirò io, quando sarò lì sopra. Perché toccherà a me parlare, questo Ryss l'ha messo in chiaro subito: il cantante parla, introduce la band, introduce le canzoni, come fa Gerard. Io gliel'ho detto che è una stronzata, ma lui sostiene che dobbiamo fare così. Di solito piaccio alla gente solo per i primi dieci minuti di conoscenza, poi comincio a perdere punti, a diventare sempre meno interessante fino a ricadere in una qualche categoria: strano, esuberante, esagitato, rumoroso, logorroico e a seguire. Di nuovo, un fiore con un colore allucinante in mezzo al campo di margherite, un bel pugno in un occhio tra tutto quel bianco. Non voglio rovinare tutto anche con Ryss, Maxine e Seth; non voglio essere la macchia nera come nella mia famiglia, nella mia chiesa, nella mia scuola.

All That ShinesWhere stories live. Discover now