Capitolo 17. Bodie

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La villa è completamente addobbata e illuminata. Sul cancello principale sono appese delle ragnatele simili a quelle dell'Old Rock e lì davanti ci sono due ragazzi della comitiva che ha organizzato la festa che raccolgono i cinque dollari che servono per entrare. Tutto quell'alcool andrà pagato.

Il cortile è quasi vuoto e buio, ma dalle finestre arrivano luci colorate e una canzone di Britney Spears. Hit me baby, one more time.

Entriamo nell'atrio della villa dietro ad una coppia palesemente ubriaca. È modernissima e i mobili sono stati sgombrati per fare posto a una larga sala da ballo e alle luci rosse appese ovunque, vicino alle zucche e ai teschi. Scorgo la cucina, con il bancone a L pieno di bottiglie e le credenze addobbate. Qualche divanetto e poltrona sono stati lasciati in giro, ma sono già tutti occupati da gente impegnata a pomiciare o a star male. Non immagino come sarà la situazione nelle altre stanze o, peggio, al piano di sopra. Gli iconici bicchieri rossi da festa universitaria sono sparsi ovunque e l'odore è inconfondibilmente quello della birra. Per arrestare tutta questa gente ci vorrebbe l'intero dipartimento di polizia e all'improvviso sono felice di essere qui, perché se succede qualcosa è probabile che riesca a filarmela e che i miei genitori non scoprano che questa festa non è presidiata da adulti come avevo detto loro.

I due davanti a noi crollano in un angolo e più che baciarsi sembrano divorarsi; faticano a stare in piedi, ma il troppo alcol non impedisce alle loro mani di spingersi in luoghi che sarebbe meglio esplorare in privato. Questi sono i momenti in cui essere vergine è imbarazzante ma allo stesso tempo un sollievo.

«Tu bevi?» chiede Ryss, urlando per sovrastare la musica. Quando in quattro o cinque si voltano verso di noi, realizza che la musica non è così alta.

«Dividiamo una birra» propongo. Strisciamo in cucina, dove due ragazze vestite da rockstar stanno versando tre tipi di liquore diversi in un bicchiere. Alzano brevemente gli occhi su di noi, ma evidentemente non siamo così interessanti e con quegli occhiali da sole sembriamo due fattoni. Una di loro è a chimica con noi, ma non ricordo come si chiama. Due ragazzi della squadra football - si riconoscono perché sono gli unici truccati da zombie che però continuano a sfoggiare le loro felpe della scuola - ci squadrano mentre escono, ma neanche per loro siamo di grande interesse.

«Forza Tigers!» gli urla dietro Ryss e quando loro si sono allontanati abbastanza si rivolge a me:«Imbecilli».

Troviamo una lattina di birra ancora chiusa e la dividiamo in due bicchieri diversi. Non è la prima volta che bevo birra; ogni tanto, quando andavo a una festa con Daisy e Matthew oppure a Natale, bevevo un bicchiere. Questa birra però fa schifo.

Ci sediamo a tavola, perché nessuno dei due ha voglia di ballare e in più non abbiamo molta compagnia a parte l'un l'altro. Perché diavolo siamo venuti a questa festa? Ce lo chiediamo entrambi, ad un certo punto scoppiamo anche a ridere, perché sappiamo che l'unica ragione valida per essere qui è perché volevamo essere fuori di casa, volevamo essere come gli altri adolescenti, come quel mucchio di gente di là che beve e balla. Non lo siamo.

O meglio. Io adoro ballare, ma tutte le volte che sono stato ad una festa Daisy e Matthew hanno insistito per restare seduti, perché ballare li metteva in imbarazzo. Ryss non sembra un grande amante delle feste, non ho idea del perché mi abbia chiesto di venirci.

«Vieni, dai, andiamo a ballare» mi alzo, un po' su di giri perché mi sa che nel mio bicchiere c'era più birra che nel suo, e lo prendo per mano.

«Davanti a tutti?» si alza anche lui, ma oppone resistenza mentre cerco di trascinarlo.

«Che t'importa? Sono tutti ubriachi, nessuno ci farà caso» rispondo.

Lui esita un momento, ma alla fine cede e mi segue. Ci facciamo strada tra la gente che puzza d'alcool, nella nuvola di fumo che aleggia su di noi. Lo tengo stretto per la mano, perché ho paura di perderlo, e non riesco a capire cosa dice per colpa della musica. Adesso è una canzone di Ricky Martin, Vivi la Vida Loca, e Ryss ha l'aria sofferente di uno che odia Ricky Martin. E sembra imbarazzato da morire, mentre si muove come un verme semi-morto, guardandosi intorno come se temesse che qualcuno possa vederlo. Sono certo che si tratti di Steven, è da lui che vuole nascondersi.

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