Capitolo 7. Bodie

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Non sono mai stato troppo interessato a quello che dice la gente. Mi hanno sempre detto, i miei genitori, il Pastore Graham, tutti i fedeli della San Christopher, che giudicare è sbagliato - dopo si sono chiaramente lanciati nell'acceso e interessato giudizio della vita di qualcuno che a loro non pareva troppo perfetto, ma non menzioniamo questo aspetto - così io ho sempre ignorato la gente che mi parlava dietro. O davanti. Lo fanno più o meno tutti al tavolo della San Christopher, a pranzo, dove è sempre un'ottima idea accaparrarsi un posto se non si vuole finire da soli ad un altro tavolo ed essere tormentati. In qualche modo, più o meno sottinteso, trovano sempre il modo di farti sapere come la pensano sul tuo abbigliamento, sul tuo intervento a lezione, sul modo in cui hai salutato la professoressa nel corridoio. È come avere delle telecamere sempre puntate addosso. Fortunatamente sono diventato piuttosto bravo a scivolare nelle ombre di tutti gli schermi.

Oggi però, appena prendo il vassoio, mi volto a cercare Ryss. Probabilmente già non mi sopporta, per quanto gli sono stato appiccicato, ma io persevero, nella speranza che invece mi trovi simpatico. Ryss è un ragazzo strano. No, meglio: io sono un ragazzo strano, lui è piuttosto indecifrabile. Ieri, quando il suo amico gli ha chiesto di fare coppia e io sono intervenuto, non ha battuto ciglio. Sono certo di non aver fatto una gran mossa, probabilmente lui avrebbe voluto riallacciare i rapporti con il suo cantante, ma purtroppo io prima faccio le cose, poi penso, così l'ho incastrato con me.

Poi, quando la Trincket ci ha messi a fare gli addominali e io gli tenevo le caviglie giù, aveva un'aria strana. Tremava appena, come se il suo istinto gli dicesse di liberarsi e la sua mente invece gli dicesse di stare fermo perché non c'era nulla che non andasse. Io la conosco, quella sensazione. Succede quando sto troppo fermo, quando ho l'ansia e sono schiacciato in una panca della San Christopher o in una sedia a lezione di storia. Per questo ho lasciato andare le sue caviglie. Non ero sicuro fosse quello il motivo, ma quando ho spostato la mano mi è sembrato che si fosse calmato.

Lo individuo ad un tavolo vicino alla finestra che dà sul cortile; siede quasi sul bordo della sedia, poco più là stanno due ragazze del primo o secondo anno che parlano tra loro. Lui scrive, ha due quaderni aperti uno sopra all'altro, ma spostando gradualmente il primo riesce a scrivere su quello sotto.

«Ciao» dico sorridendo, piazzandomi davanti a lui.

Ryss alza lo sguardo, come se fosse sorpreso, e gli sorge un mezzo sorriso in risposta.

«Posso?» indico in posto di fronte a lui.

«Certo, vieni»

Mentre mi siedo, lui nasconde il quaderno, quello su cui scriveva, sotto l'altro. Senza pensarci, domando:«Cosa scrivi?»

Lui alza le spalle. «Niente di che» si limita a dire e io mi rendo conto che forse non è il caso di insistere. Lascio cadere l'argomento e lancio uno sguardo al tavolo della San Christopher; mi osservano anche loro, così sorrido, perché immagino che la mia assenza non susciterà una tragedia.

«Non ti siedi al Tavolo dei Santi?» chiede, ma non appena dice così spalanca gli occhi e quasi si porta una mano sulla bocca. Evidentemente questo soprannome non era destinato alle mie orecchie.

Mi scappa da ridere, perché onestamente pensavo peggio, e anche lui sorride, quasi nascondendosi dietro al ciuffo che gli copre parte dell'occhio.

«Credo di no» rispondo. «Oggi vieni alla banda?»

«Sì, ma la Johnson mi ha trovato una chitarra acustica» risponde, facendo sparire i due quaderni nello zaino. È un peccato, mi piaceva la sua chitarra elettrica.

«È difficile mettere un'elettrica in una banda scolastica» commento.

«Mi chiedo se al ragazzo della batteria daranno un tamburello» sogghigna scuotendo la testa, e intanto si infila in bocca una cucchiaiata di quella sorta di melma gialla che qui spacciano per purè. La mangia quasi con gusto, come se gli piacesse, o per lo meno con entusiasmo. Nella mia visione delle cose, niente di quello che la signora Marybel mi mette nel vassoio deve andare buttato, ma ciò non toglie che alcune cose facciano davvero schifo.

All That ShinesWhere stories live. Discover now