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Le prime luci dell'alba iniziavano a filtrare dalla finestra semichiusa quando Kaito riaprì gli occhi.
Aveva trascorso un giorno perfetto, anzi, quella parola suonava quasi riduttiva se pensava a tutto quello che aveva condiviso con il suo omega.
Erano usciti insieme, si erano scambiati una promessa sigillandola proprio con quelle fedine che risplendevano sui loro anulari, si erano marchiati, avevano riso e nemmeno per un secondo i pensieri negativi erano tornati a tormentarli, Kaito inspirò profondamente sulla pelle del suo compagno ancora addormentato fra le sue braccia.
Sapeva di lui, sapeva di loro e vi era solo una parola che sembrava appropriata e giusto in quella piccola bolla che si era creata intorno a loro da quando i suoi genitori gli avevano lasciato casa libera "amore".
Questo era tutto il necessario, tutto quello che Kaito ha sempre desiderato di costruire e che finalmente iniziava ad intravedere, ma per raggiungere la completezza di quella parola, sapeva, che vi era ancora un'ultimo pezzo da ricostruire.

L'alpha sospirò, lasciando un dolce bacio a fior di labbra al compagno, per poi alzarsi dal letto, avendo cura di non svegliarlo.
Si sfilò la maglia, lasciandogliela fra le braccia, per poi scrivere un messaggio su un foglio di carta e posarlo sul comodino

"Sono andato a prendere la colazione, spero non ci sia fila al bar e di tornare prima del tuo risveglio, ma in caso contrario, tornerò fra pochissimo,
Ti amo, Kaito"

Per poi aprire la finestra dopo essersi cambiato ed uscire di casa con milioni di domande a tormentarlo.
Perché in realtà non era la fila al bar a preoccuparlo sul serio.

E se una volta raggiunto non avrebbe ottenuto nulla?

Se Hibiki si fosse accorto della piuma e se ne fosse sbarazzato, conducendolo ad un pugno di mosche?

Se fosse stato davvero uno stronzo? Forse questa è l'unica domanda a cui sapeva dare risposta, perché dato era già considerato morto, non sarebbe cambiato poi molto se fosse morto davvero no?

Ma la domanda che più lo preoccupava era sicuramente legata alla reazione di Yori

Perché se fosse andato tutto secondo i suoi piani, Hibiki e Yori si sarebbero rivisti, sarebbero tornati nuovamente nelle loro reciproche vite...

E lui?

Cosa avrebbe fatto se Yori avesse scelto quell'altro?

In fondo si conoscevano da molto più tempo ed era fin troppo palese che Yori provasse ancora qualcosa per quell'omega, eppure Kaito non smise di volare.
Era giusto così, la sua coscienza non lo avrebbe mai lasciato in pace se il peso di aver negato la felicità al suo compagno per puro egoismo fosse rimasto insidiato dentro di sé.

Doveva solo fidarsi di Yori e lui voleva farlo.
Credendo e sperando che in qualsiasi situazione, Yori, il suo Yori, il suo omega, non gli avrebbe MAI fatto del male.

Superò diversi isolati solcando i cieli, finché non percepì la vicinanza con la propria piuma e planò verso una casa popolare di diversi piani atterrando di fronte al portone d'ingresso.

E adesso? Cosa avrebbe dovuto fare?

Di certo non poteva suonare il campanello e presentarsi con "Ciao Hibiki, sono io nuovo compagno del tuo ex che ti credo morto, ma io non ho ancora le allucinazioni e gradirei spiegazioni" ceramente una pessima idea.

Aspettare che uscisse? Se ci fossero volute ore? Non aveva tutta la giornata e doveva pure fermarsi in pasticceria sperando VERAMENTE che non ci fosse fila.

Controllò i campanelli finché il nome del ragazzo non gli fu sotto gli occhi, memorizzando il cognome così particolare ed il piano dell'appartamento.

Stava girando l'angolo, per vedere se una qualche finestra al primo piano fosse aperta, quando il rumore della porta d'ingresso che si apriva lo fece fermare sui suoi passi.

Un signore di mezza età uscì successivamente dal cancelletto e Kaito ringraziò qualsiasi divinità da lui conosciuta, che a quanto pare era dalla sua parte in quella follia, per poi entrare rapidamente dal portone, prima che questo si richiudesse.

Non ci mise molto a trovare l'appartamento ed adesso si trovava di nuovo di fronte ad una grande porta scheggiata.

Ma in quel momento, nessuna divinità avrebbe potuto aiutarlo, doveva bussare a quella porta, ignorando il suo cuore che martellava veloce nel petto e le proprie orecchie che si erano tappate a causa dell'eccessiva pressione che stava provando.

Un respiro profondo

O la va o la spacca

Doveva farlo, per Yori

Il volto del suo omega tornò a schiarirgli i pensieri diradando almeno un po' quella fitta coltre di paura e negatività che era in quel momento la sua mente.

Sorrise, Yori sarebbe stato con lui, non lo avrebbe abbandonato, sarebbe sempre tornato nel suo appartamento e avrebbe rivisto i suoi occhi e le sue labbra sorridergli, sì, non sarebbe cambiato nulla.

Il braccio si alzò lentamente e tremante, mentre si avvicinava al legno scura, il pugno si posò sulla superficie.

Un altro respiro

Ed il pugno tornò indietro per poi fare forza e bussare a quella porta.

Passarono alcuni secondi di silenzio, in cui l'unico suono udibile era il cuore di Kaito e la saliva che veniva deglutita a forza

Prima di sentire una voce dall'altro lato

H: "già qua? Va bene che ti ho detto che volevo andarmene il prima possibile ma non credevo che-"

La porta fu aperta leggermente e le parole morirono in gola all'omega
Mentre i suoi occhi si spalancavano nello scorgere l'altro ragazzo.

Silenzio

Il mondo sembrò fermarsi

Prima che la porta venisse chiusa nuovamente sbattendola in faccia a Kaito
Ed il rumore di una finestra che si apriva, fece rimpicciolire le pupille dell'alpha, che, scattando il volo, si precipitò fuori dall'abitacolo, per raggiungere quella stessa finestra prima che fosse troppo tardi.

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