Come diavolo si permetteva mia madre, attenzione eh, MIA MADRE, di sparare boiate del genere su di me?
E immagino non avesse nemmeno finito, mi avrebbe fatto notare molti altri miei difetti, per lei, ma non le avrei dato questa soddisfazione, nossignora.

Speravo davvero che mio padre riuscisse a farla ragionare, in qualche modo, ma a quanto pare non era stato possibile.
Ci avrei parlato più tardi... o forse anche ora, visto che mi stava chiamando sul cellulare. Ero tentatissima di non rispondere, visto che l'incazzatura stava tentando di sfondarmi il cervello, ma ho risposto comunque, anzi, è partito in quarta lui:
-Tamsin, mia adorata, scusa se sto facendo tardi, ma quei maledetti elfi mi hanno impedito di fare scorta di cibo e, peggio ancora, volevano confiscarmi Buttercup, per costringermi a rimanere lì con loro, nel crater...
-Papà, stai parlando con me, non con la mamma.
-Oh, tesoro mio luccicoso, scusami! Credevo rispondesse...
-Lascia stare. Piuttosto com'è la situazione, al cratere?
-Molto tesa, tra gli elfi, si intende. Se li attaccassi ora, li stenderesti tutti in meno di un secondo, parola mia.
-Gli unicorni alati? Sono liberi a scorrazzare, sì?
-Certo, Mal tesoro. Basta che li stordisci, cloni uno dei due corni, lo getti nella piscina luminosa, e festa fatta. A dopo!-

Improvvisamente, avevo un piano strepitoso per sferrare l'ultimo attacco al palazzo degli elfi.
Non ti ringrazierò mai abbastanza, papà... mamma si è dimenticata come essere una buona mamma, ma almeno so che posso ancora contare su di te. Non cedere mai.

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Ci siamo appostati dietro la centralina della cupola d'acqua, rigorosamente spenta e ho osservato ben bene la situazione:
Come aveva descritto papà, gli elfi erano tesi e molto preoccupati, perchè ogni ramo di rampicante avrebbe potuto trafiggerli da un momento all'altro, le loro provviste non bastavano per tutti (ho contato almeno una cinquantina, di quei moscerini volanti) e i due unicorni alati, nonostante tutto quel casino, stavano tranquilli nel giardino.
Era l'occasione perfetta!

Sì, ma prima ci vuole un po' di sana organizzazione, altrimenti il piano se ne va tranquillamente in fumo, non credete? Ecco.
-Tate, Kai, voi due attaccate da sinistra. JPM, Austin, voi invece da destra. Rispetto a dove stiamo ora, chiaro. Mi auguro sappiate distinguere la sinistra dalla destra, sennò siamo fritti.
-Certo che la distinguono- ha sbottato Dax- vostra maestà, non dovete temere, filerà tutto liscio come l'acqua tossica.
-E allora siamo apposto. Gona, io e tre li colpiremo dal centro, cioè da qui, con ogni mezzo possibile, sia arma che incantesimo.
-Oh, questo aspettavo di sentire- ha esclamato la rossa- Dax, dove stai andando, stupida blatta? I fucili con le bolle narcotizzanti cosa li abbiamo portati dietro a fare, secondo te?
-Sarai anche migliorato, come modo di agire, ma resti comunque una gigantesca testa di cazzo- l'ho perculato- i tuoi compari sono mille volte più svegli di te-
E giù a ridere. Sì, anche Dax, sebbene fosse leggermente imbarazzato, ma sapeva che avevo ragione e quindi l'ha presa sul ridere. Oh, meno male...

L'attacco a sorpresa è filato davvero liscio come l'acqua tossica (bleah!) che popola la palude di Dystopia:
Gli elfi non sapevano dove scappare, siccome erano disarmati e circondati dai rami del rampicante ovunque si girassero.
Nemmeno Mia, Yuko, Mo e Sara (sì, era tornata) erano messi tanto meglio: cercavano disperatamente di proteggere Onchao e la sua sorellina, mentre si difendevano dalle bolle narcotizzanti. Le avevo potenziate, il giorno prima, e ora potevano stendere chiunque ne fosse colpito fino a dodici ore.
Geniale, vero? Ok, scusate, riprendo il discorso.

Gona aveva mandato in fiamme il palazzo degli elfi, con un colpo di pirocinesi, aumentando il panico generale tra le gnappette alate, e permettendo a quei quattro spiantati di avvicinarsi all'acqua, dove sarebbe uscito il rampicante, che li avrebbe imprigionati. Toccava a me adesso.
La prima volta, avevo controllato il rampicante tramite una canzone di Lana Del Rey, e volevo ripetere il miracolo.

MAL - A WITCH IN CENTOPIAWhere stories live. Discover now