Capitolo 61

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GIOIA:
Sono appena arrivata fuori dalla clinica privata del dottore di fiducia di Aron. È una struttura bianca e moderna con delle grosse vetrate scorrevoli, un parcheggio privato e delle telecamere di ultima generazione che sorvegliano l'esterno.
È arrivato il momento di entrare.
Vorrei poter dire di sentirmi al settimo cielo, e lo sono infondo ma mi sento anche tremendamente agitata e sola.
Gaia afferra la mia mano, come se mi stesse dicendo chiaramente che lei è presente in questo momento importante e lo apprezzo molto.
Ma lui non c'è.
Mi sale tanta rabbia se penso che si perderà la prima ecografia di suo figlio, aveva promesso di esserci, era così agitato nel far sì che tutto andasse per il meglio e invece ancora una volta ha messo gli affari al primo posto.
Davanti a suo figlio.
Mi domando se sarà così per sempre.
Fisso il dottore che è arrivato da poco nella stanza d'attesa, ci stringiamo la mano dopodiché incomincia a farmi una serie di domande e mi conduce in una aula bianca con un lettino, una scrivania, qualche scaffale e degli attrezzi particolari che credo servano per l'ecografia di oggi. Gaia non mi lascia sola nemmeno per un secondo, Hansel invece molto educatamente ci sta aspettando fuori dalla clinica.
Sono più nervosa di quanto pensassi accidenti.
"Si sdrai sul lettino signora Salinas." M'invita il dottore, sistemando gli occhiali rotondi sul naso.
Faccio come dice, mi tremano le gambe dall'emozione e proprio mentre mi metto sdraiata la porta viene spalancata all'improvviso.
Sobbalzo.
Aron? Oddio.
"Sono arrivato in tempo dottore?" Ha il respiro affannato e il viso leggermente sudato.
"Non abbiamo ancora iniziato l'ecografia, prego si accomodi."
Mi viene da piangere, sono mille volte più sollevata adesso. Aron è il mio punto di riferimento, senza di lui mi sento costantemente fuori luogo. Fisso mio marito con le lacrime agli occhi mentre si avvicina osservandomi dolcemente e prende la mia mano nella sua, con una delicatezza che pare quasi abbia paura di spezzarmela.
"Sei qui.." Sibilo commossa.
"Sono qui." Ripete levandosi la giacca.
Sposto lo sguardo su Gaia che rimane al mio fianco accarezzando i miei capelli.
Perché mi sento così sensibile?
Potrei scoppiare a piangere da un momento all'altro.
"Ricapitolando.. lei non ha mai eseguito un test di gravidanza?" Mi domanda il dottore.
Scuoto la testa e lui annuisce, mi chiede di sollevare la camicia, lo faccio con una certa ansia ed ecco che quella minuscola rotondità sulla pancia mi fa perdere un battito.
Mi volto verso il padre di mio figlio mentre il dottore fa il suo lavoro e si occupa di spalmarmi del gel freddissimo sul ventre, Aron ha gli occhi lucidi e tiene lo sguardo incollato sul mio ventre.
Stringo forte la sua mano.
"Questo è il battito di suo figlio." Sibila il dottore ed ecco che una dolce melodia risuona per tutta la stanza. Un cuore che batte forte come un treno in corsa.
TUM TUM, TUM TUM, TUM TUM.
È un'emozione inspiegabile.
Sento un nodo alla bocca dello stomaco che si tramuta subito in lacrime di felicità.
È il cuoricino del mio bambino.
Aron aumenta la stretta alla mano e mi bacia sulla fronte, non c'è bisogno che mi giri a guardarlo perché percepisco benissimo cosa sta provando.
Sono le stesse sensazioni che provo io.
Gioia, paura e felicità.
"Gioia mio Dio.. era come pensavamo!" La voce di Gaia trema dall'emozione.
"Non posso crederci.." Sibilo muovendo leggermente la testa.
Sono incinta, adesso ne ho la conferma.
Sto tremando come una foglia.
Noto che ora il monitor sulla quale il dottore tiene gli occhi puntati si accende, quest'ultimo si avvicina assottigliando gli occhi in due piccole fessure.
Passano alcuni secondi, esamina quella strana immagine senza emettere un solo fiato.
"Cosa succede dottore?!" Ringhia Aron allarmando anche me.
"Niente di grave, ma sono contento di informarvi che la signora Salinas è in attesa di due gemelli. Congratulazioni."
Tutto in un secondo si ferma.
Due gemelli.
Sono due.
Il mio cuore batte velocemente.
Com'è possibile? Com'è possibile che porti più bambini dentro di me?
La possibilità di concepirne due è bassissima e la fortuna è toccata proprio a me.
Sono scioccata.
"Gioia, quando hai avuto l'ultimo ciclo mestruale?" Si riferisce a me questa volta, continuando a smanettare quello strano aggeggio che riflette l'immagine del mio ventre.
"Un mese fa, forse un po' di più." Parlo balbettando perché sono ancora sconvolta.
Il dottore annuisce e indica lo schermo.
"Questi puntini sono i vostri bambini o bambine, è ancora troppo presto per capirlo, siamo solo al secondo mese."
E all'improvviso sullo schermo appaiono due minuscoli fagiolini. I miei figli.
Porto la mano davanti alla bocca mentre le lacrime iniziano a scorrere.
Non ci credo, non riesco proprio a rendermi conto di ciò che sta accendendo dentro il mio corpo.
Come possono due semplici puntini stravolgermi la vita?
Quella che adesso è la mia quotidianità presto non lo sarà più, le mie giornate verranno occupate da loro e tutte le mie forze le impegnerò per i miei bambini. Diventerò madre, santo cielo..
"Aron.." Singhiozzo portando una mano davanti alla bocca, volto la testa e osservo mio marito che ha un'espressione indecifrabile stampata sul viso.
Ha gli occhi lucidi, la bocca socchiusa e gli occhi sgranati come se avesse appena visto un fantasma.

ARON:
Due bambini?
Una scarica di brividi mi trapassa la spina dorsale. Osservo il monitor e fisso l'immagine con il cuore che pompa all'impazzata.
"Vi lascio soli." Sento la voce di Gaia e anche la porta chiudersi.
Torno a guardare mia moglie che piange stringendo la mia mano.
"Aron, sei contento?"
Certo che lo sono. Troppo forse.
"Cazzo.." Riesco solo a dire mentre sul mio viso compare un minuscolo sorriso.
Diventerò padre.
Due figli.
"Sono gemelli monozigoti, ovvero identici." Spiega il dottore sconvolgendomi di più.
Identici?!
"Che cosa?" Urla Gioia.
"Proprio così." Conferma il dottore abbozzando un sorriso
"Ma ne è sicuro?" Mi agito, perché mi sembra surreale tutto questo.
"Si Signore, potremmo scoprire il sesso dei bambini nella prossima ecografia."
Nella mia testa incominciano a frullare immagini dei ipotetici volti dei miei figli, uguali a Gioia oppure a me.
Li immagino biondi, con gli occhi azzurri o castani con gli occhi blu. E se fossero due bambine?
"Vi stampo le immagini." Conclude il dottore mentre mia moglie si rimette seduta e torna a fissarmi con quegli occhioni blu che mi fanno provare mille emozioni.
La guardo e penso che tutto questo prima di lei era solo un idea, ora è reale.
La donna che amo presto mi darà due bambini.
Non posso crederci.
"Aron sono così contenta..."
Poso una mano sulla sua guancia, asciugando tutte quelle lacrime che rovinano il suo viso pulito.
Profuma di amore e di innocenza.
"Ti amo Gioia." Vorrei abbracciarla, baciarla ma la parte più difficile di me mi dice di non farlo, non qui, e semplicemente mi limito ad accarezzare la sua guancia liscia.
"Anche io ti amo Aron."
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