Capitolo 45

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GIOIA:
Mi trovo in aeroporto, io e la sicurezza abbiamo accompagnato Gaia per il volo di ritorno in Italia, sono a pezzi. La sua partenza non fa altro che peggiorare le cose.
Preferirei che fosse rimasta con me, tuttavia comprendo che abbia la sua vita in Italia, un fidanzato e due genitori onesti che le vogliono bene, io non posso costringerla a restare al mio fianco per quanto vorrei.
Annuso il profumo di miele che emanano i suoi capelli mentre la stringo in un caloroso abbraccio.
Sono contenta che sia riuscita a trovare la felicità insieme ad Hansel.
"Ti voglio molto bene." Sussurra piena di lacrime sul viso.
"Anche io Gaia, e grazie di tutto, dico davvero, mi sei stata vicina." Tento di non piangere, invano.
"Non ringraziarmi mai, un'amica fa anche questo. Sono sicura che se fosse successo il contrario tu avresti fatto la stessa cosa."
"Non metterlo mai in dubbio."
Afferra la valigia.
"La prossima volta che vengo in Germania voglio conoscere mia nipote o mio nipote! Sarà il bambino più viziato di questo mondo quando conoscerà la pazza di sua zia!" Esclama.
Ridiamo all'unisono.
Il bene che le voglio è inspiegabile.
"Ah.. lascia perdere quel codardo di tuo marito.
Sono sicura che tornerà da te con la coda in mezzo alle gambe, è un uomo infondo."
"Non perdonerò mai il suo tradimento Gaia. Tanto meno il rifiuto nei suoi confronti." Poso una mano sul grembo.
C'è il mio piccolo puntino qua dentro.
È assurdo che sia incinta, non riesco ancora a crederci ma è così. E sono sola.
"Sta attenta Gaia." Rammento prima che annuisca con la testa e incominci a camminare tra le gente.
La seguo con lo sguardo finché posso, poi lentamente, come una piccola luce nella giorno, sfuma e si mischia alle altre persone.
"Gioia."
"Si James?"
"Il suo aereo privato è pronto per la partenza."

ARON:
"Hai lasciato andare mia figlia nella tana di un fottuto psicopatico, incinta e sola!!!" Francesco porta le mani tra i capelli.
"Incinta di un mese e mezzo, spiegami come cazzo è possibile!!" Continua furioso.
Picchietto nervosamente la gamba sul pavimento e mi alzo dalla poltrona.
Incomincio a fare avanti indietro per lo studio.
"Non sai come cazzo si concepiscono i bambini Francesco?!" Alzo la voce.
"Sei andato contro la nostra tradizione, hai tradito la fede del giuramento!"
"Non credo che tu sia la persona più giusta per venirmi a parlare di tradimento di fede, dato che tua moglie si è scopata il tuo nemico ed è rimasta incinta."
"Come ti permetti?!" Tenta di venirmi addosso. Faccio lo stesso ma Andrea si piazza tra noi due e ci divide.
"Per tutto questo tempo sono rimasto in Italia con le mani in tasca senza avere uno straccio di contatto con Gioia, l'ho fatto per lasciarle il tempo di metabolizzare il fatto che non fosse biologicamente mia figlia, ma adesso ho bisogno di risposte anche io cazzo. Chi le ha detto che è figlia di Oscar? E cos'è questa storia del tradimento, del video?"
"È una sciocchezza." Interviene Andrea spingendomi lontano da lui.
"Hai tradito mia figlia?!" Francesco urla pensando di farmi paura, in realtà mi fa solo incazzare di più. E sono sicuro che se continua così finirà in tragedia la giornata.
"Rispondimi Aron!"
"Questi non sono cazzi tuoi." Ringhio. Sento la vena del collo pulsare in una maniera spaventosa.
"Guarderò quel video."
"È già stato cancellato dal cellulare di Gaia, l'abbiamo fatto di nascosto." Dice Andrea e il mio sguardo scatta su Vivian che se ne sta in un angolo della camera a piangere come una forsennata.
"Stai commettendo degli sbagli Aron, guarda, guarda tu stesso la prova evidente di ciò che diventerai con il passare degli anni." Francesco indica sua moglie.
-
"Aron prendimi!"
"Corri troppo veloce, non ho fiato Gioia."
"Avanti, sei una femminuccia Salinas!"
"Fumi?" Si paralizza all'istante non appena porto una sigaretta tra le labbra.
Sbuffo perché ha tanto da imparare dalla vita, avanzo verso di lei, sistemandole i capelli dietro le orecchie. La trovo una ragazzina molto ingenua, gentile.
"Sei piccola Gioia, più avanti capirai molte cose."
Sorrido e le accarezzo il viso.
È molto bella.
"Ti voglio bene Aron, quando sto con te non ho paura."
"Non dovrai mai averne perché ti proteggerò sempre Gioia."
-
Chiudo e apro gli occhi di scatto. Sono usciti tutti dalla stanza, tutti tranne Vivian che tra le mani mantiene una cartellina bianca.
Il suo volto scarno fa quasi paura, non sembra nemmeno lei.
"Sono le ecografie di tuo figlio. Guardalo bene, anche se è ancora troppo piccolo. Immagina il momento della sua nascita, i tuoi occhi azzurri su di lui, e la bocca di Gioia che ti chiama papà. Questa è davvero la vita Aron. L'amore.
Per favore rifletti bene su quello che stai facendo, perché una volta che commetti l'errore non puoi più tornare indietro.
Devi essere felice di quello che la vita di ha donato. Una donna che ti ama davvero, e una famiglia adesso.
Non sono la persona opportuna per darti consigli, però delle volte chi ci è passato per primo può aiutare gli altri.
Io amavo Oscar, era lui l'uomo che volevo nella mia vita, quando scoperto di aspettare sua figlia mi sono lasciata prendere dallo spavento e ho commesso un errore dietro l'altro. Tu sei ancora in tempo per non fare i miei stessi sbagli.
Ma devi rimboccarti le maniche Aron.
Adesso è il momento di prendersi le proprie responsabilità, adesso è il momento giusto per fare passi in avanti e costruire la tua vita.
Adesso, non prima e non dopo."

GIOIA:
Oggi è stata una giornata tremenda, nulla è
andato per il verso giusto.
Sento un dolore che non riesco a spiegare.
Sento un vuoto dentro che non mi lascia tregua.
A volte penso che sarebbe meglio porre fine a
tutto questo, mandare via il dolore una volta per
tutte e chiudere gli occhi per sempre, ma poi
penso a mio figlio e capisco che ho un motivo per
andare avanti e lottare.
Perché adesso è per lui che stringo i pugni.
Per certe persone vivere è una condanna, e mi sto
rendendo conto che sta diventando così anche
per me.
Ogni giorno diventa più difficile.
Faccio un passo avanti e due indietro e se vado
avanti così sono sicura che non finirà bene.
Ho imparato a non aspettarmi niente dalla vita e
dalle persone in modo tale da soffrire di meno se
le cose dovessero andare peggio, e credo sia un
meccanismo di difesa.
Forse, però, avrei dovuto farlo dal principio.
"James cosa succede?" Domando non appena l'auto frena in modo brusco nel bel mezzo della strada. Mi guardo intorno, siamo circondati da campi.
"Credo di avere bucato!" Impreca.
Perfetto. Ottimo.
"Aspetta in macchina, io vado a dare un'occhiata alla gomma."
"D'accordo." Sbuffo poggiando la testa contro il finestrino, chiudo gli occhi tentando di riposare quando all'improvviso le mie orecchie captano la suoneria del cellulare di James.
È poggiato sul sedile.
"James il cellulare!!" Strillo ma non ricevo alcuna risposta.
Passano secondi, questa canzoncina mi dai sui nervi e rispondo.
"Pronto?"
E prima ancora che possa capire di chi si tratta, un forte rumore di pistola mi fa scivolare il cellulare dalle mani.
È uno sparo.
Il cuore schizza il gola.
"James?!"
"Gioia!" Urla e apro immediatamente la portiera.
C'è sangue, tanto sangue, e James è riverso sul cemento con un proiettile conficcato nella gamba.
"Scappa Gioia!!!"
Cosa sta succedendo?
Mio Dio..
Indietreggio terrorizzata, osservando il volto pallido di James.
"Vai via da qua Gioia! Sali in macchina e vattene!"
"No.. chiamo qualcuno James, tu.. tu rimani sveglio!"
Mi volto intenta a risalire in macchina per poter recuperare il cellulare ma qualcosa va storto, la mia fronte si scontra con un petto duro.
Succede tutto velocemente che non ho nemmeno il tempo di metabolizzare.
Ma questo profumo sconosciuto mi segnala un pericolo.
Avete presente quella sensazione di paralisi? Ecco, la paura mi gioca questo brutto scherzo e divento una statuetta di ghiaccio.
Sento i battiti del cuore accelerare, li sento in gola.
Poi sollevo lentamente lo sguardo, i miei occhi lucidi memorizzano una figura possente e troppo alta per me.
"Chi sei..?" Sibilo impaurita.
È un giovane ragazzo, con i capelli rossi e gli occhi neri come la pece.
"Non osare fiatare, vieni con me."

"

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L' EREDEWhere stories live. Discover now