Capitolo 1

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ARON:
Fumo una sigaretta affacciato al balcone della mia camera, è notte fonda, c'è un caldo asfissiante e nemmeno un briciolo di vento.
Tutti dormono, l'unica persona sveglia oltre a me è proprio quella che sta scaldando il mio letto in questo momento.
Una troia bionda.
Sasha, la mia scopata fissa.
È una prostituta del bordello che gestisce Andrea, mio fratello maggiore, diciamo che è la ragazza con più esperienza tra tutte nonostante abbia solo ventidue anni.
Ricordo quando la conobbi la prima volta, aveva diciotto anni, era così magra da sembrare quasi invisibile. Aveva il seno piccolo, non soddisfatta i nostri standard così mio fratello la obbligò a sottoporsi ad un intervento per la chirurgia plastica.
La osservo adesso e trattengo un conato di vomito.
È completamente nuda e ancora sporca dei miei liquidi sul ventre e sul viso, che schifo.
Fissa il soffitto senza parlare, probabilmente troppo rincoglionita grazie a tutta l'eroina che si è iniettata in vena qualche ora fa.
Mi avvicino scuotendola con il piede. Punta gli occhi su di me.
"Vattene."
"A quest'ora?" Sembra sorpresa.
Digrigno i denti innervosito.
"D'accordo." Sospira lei tentando di alzarsi, e quando finalmente riesce a mettersi seduta incomincia vomitare sul parquet della mia camera.
Proprio l'ultima cosa che avrebbe dovuto fare conoscendo la mia ossessione per il pulito.
"Ma che cazzo fai stronza?!!"
"Scusa, io.."
L'afferro per i capelli e la spingo a terra.
"Pulisci subito questa merda o ti ammazzo!" Estraggo la pistola dal pantalone e gliela punto contro.
I suoi occhi diventano lucidi mentre le labbra tremano spaventate.
Sempre le solite scene patetiche.
"Adesso!!" Urlo incazzato.
"Aron mi dispiace, lo faccio subito." Corre ad aprire la porta nera della camera, che conduce al mio bagno personale, e torna qualche secondo dopo munita di stracci e di rotoli di carta per pulire.
Mi siedo dall'altra parte del letto e massaggio le tempie. Sono imbottito di droga e non riesco a dormire, ogni sera la solita storia.
Punto gli occhi sul cielo di fronte a me, pieno di stelle, sono sicuro che mio padre mi starà guardando e mi sento una nullità perché sto diventando un tossico dipendente, il contrario di ciò che voleva lui.
"Vuoi che ti porti un medicinale per il mal di testa?" Ancora lei.
"Pulisci e non rompermi i coglioni."
"Aron perché sei sempre così arrabbiato con il mondo?" Non appena le mie orecchie captano queste parole volto la testa di scatto.
Lei impallidisce.
"Come ti permetti di giudicarmi? Non sei altro che una puttana e osi farmi una domanda del genere?" Ringhio a denti stretti.
"Scusami." Abbassa il capo.
Sembra mettersi a tacere, poi però sospira e torna a guardarmi.
"Aron.. credo di essere incinta."
E in un secondo tutto diventa buio. Come se nella mia testa ci fosse appena stato un black out totale.
Rimango immobile per cinque lunghi secondi.
Poi la guardo sconvolto.
Le mani tremano dalla voglia di strangolarla, così come ogni parte del mio corpo.
Sono scioccato, sto per avere una crisi di nervi.
"Aron!" Sento che urla non appena carico il grilletto e punto l'arma sulla sua tempia.
"Con tutta la droga che assumo come cazzo è possibile che tu sia incinta?!" Urlo a pieni polmoni. Sono fuori di me.
Ma non risponde, piange rannicchiata contro l'armadio.
La cocaina mi rende impotente, ha inciso notevolmente sulla mia fertilità, ma non del tutto.
"Ti prego lasciami spiegare.."
"Parla!!"
"Un cliente.. c'è un cliente abituale che in questo periodo viene spesso a trovarmi, non usa il preservativo."
"Perché non me l'hai detto prima? È vietato avere rapporti senza precauzioni, non lo sai?!!"
"Mi ha ricattata Aron. "
Abbasso la pistola e le tiro i capelli in modo che possa guardarmi negli occhi, devo capire se c'è del vero in quello che sta dicendo.
"Sai il suo nome?"
Scuote la testa in segno di negazione.
"Perché ti ha ricattata?"
"Mi ha detto solo che se non gli avessi dato delle informazioni su di te lui avrebbe fatto in modo che voi mi uccideste."
E mettendola incinta sarebbe successo, uccido qualunque prostituta si trovi nella sua stessa situazione.
"E tu che cazzo hai fatto? Hai parlato?!"
"No! Ovvio che no!"
Serro la mascella e la colpisco violentemente sulla faccia con uno schiaffo.
"Voglio la verità Sasha!"
"Aron mi dispiace." Piange riversa sul parquet.
"Che cazzo hai fatto?!!"
"Non voglio morire.."
"Morirai in qualsiasi caso, se parlerai perlomeno ti risparmierò una morte dolorosa."
Si agita portando le mani tra i capelli.
"Sasha la mia pazienza ha un limite, parla, non te lo ripeterò ancora."
"Quel tizio non mi ha detto nulla, non mi ha spiegato che intenzioni avesse con te, ha solo fatto un cognome, Delgrado, ha detto che lavorava per questa famiglia e che ti stava controllando per conto di un certo Francesco."
Ora capisco perfettamente. Quel coglione vuole tenermi sott'occhio per sua figlia.
Mi viene quasi da ridere.
Mio suocero è convinto che una volta sposato con Gioia sarò il marito fedele e bravo che scoperà solo con lei, che sfornerà eredi uno dopo l'altro, povero illuso.
L'unico motivo per cui accetto tutta questa pagliacciata del matrimonio è per rispetto di mio padre, la sua volontà era che sposassi questa ragazza e lo sto facendo, c'è un patto in ballo, anche volendo è impossibile rifiutare.
"Ora che ti ho detto la verità puoi.." Non le lascio nemmeno il tempo di finire di parlare che il proiettile ha già attraversato la sua gola.
Il rumore dello sparo viene soppresso dal silenziatore.
Rimango a guardarla, non provo nulla, nemmeno ribrezzo nel vedere tutto quel sangue sopra la sua pelle già pallida.
È una scena che ormai vedo tutti i giorni.
"Andrea!!" Urlo affacciandomi al corridoio che fortunatamente ospita solo le nostre due stanze.
Finalmente mi raggiunge, assonnato e in mutande. Non appena nota il corpo senza vita di Sasha sdraiato per terra, sbuffa e passa una mano sulla barba.
"Sai quanti soldi ho pagato per quel seno? Perché l'hai uccisa?"
"Era un'infame ed era incinta di un cliente Andrea. Sbarazzati del corpo senza farti vedere da nostra madre e assumi nuova sicurezza nel locale perché non voglio più avere problemi come questi."
"Non mi dire cosa devo fare Aron." Ringhia mentre apro la porta per avviarmi in corridoio.
"Ora dove cazzo vai? Non mi aiuti a portarla via?"
"Domani mattina devo partire per l'Italia, devo dormire, userò la camera degli ospiti."
"Finalmente ti sei deciso con Gioia." Mi prende in giro.
No.
"Vado a mettere in chiaro un paio di cose con suo padre, non parto per lei."

"

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L' EREDEWhere stories live. Discover now